Parte oggi il conclave: Joseph Ratzinger, dimettersi per contare / 4

12 Marzo 2013 /

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Joseph Ratzinger - Foto di Ernst Moeksisdi Crescita Politica, newsletter dell’Unione dei Comunisti Anarchici d’Italia
Il concilio vaticano I e il dogma dell’infallibilità
Non siamo più nel 1870 anno nel quale si svolse il Concilio Vaticano I. Allora dominava il colonialismo e l’Europa costituiva ancora il fulcro dell’economia mondiale egemonizzando politicamente il globo. L’infallibilità del Pontefice di Roma, proclamata proprio mentre veniva definitivamente distrutto il potere temporale della Chiesa rispondeva in qualche modo ai bisogni del tempo e sanciva l’egemonia del mondo cattolico. Oggi la definitiva globalizzazione degli scambi, il nuovo assetto policentrico delle relazioni internazionali impone l’unità delle confessioni cristiane come strumento di geopolitica atto a fronteggiare l’avanzare sulla scena di altri popoli e di altre culture e il Papa, sulla scia del discorso di Ratisbona di Giovanni Paolo II, la persegue lucidamente, nel secolo e per il secolo.
Il sillabo
Il Sillabo è un insieme di verità di fede proclamate da Pio IX e ritenute valide dai suoi successori. Le proposizioni enunciano le false convinzioni per cui è da ritenersi eretico chi ritiene che “IX:. Tutti indistintamente i dommi della religione cristiana sono oggetto della naturale scienza ossia filosofia, e l’umana ragione, storicamente solo coltivata, può colle sue naturali forze e principi pervenire alla vera scienza di tutti i dommi, anche i più reconditi, purché questi dommi siano stati alla stessa ragione proposti”.  la proposizione  LVII aggiunge:. “La scienza delle cose filosofiche e dei costumi, ed anche le leggi civili possono e debbono prescindere dall’autorità divina ed ecclesiastica”. In pratica coloro che non credono per fede nell’immutabilità dei valori cristiani e li “rileggono” alla luce del mutare dei tempi sono eretici.  I credenti devono invece attenersi all’infallibilità del Papa, dogmaticamente affermata, pena l’eresia.

Il fondamentalismo islamico all’attacco dell’Islam
L’Islam fondamentalista definisce i territori non abitati dai mussulmani come Dār-al-harb ovvero il territorio nel quale non vige la legge islamica e nel quale il fedele mussulmano deve portare la guerra. Ma prima di fare ciò occorre “bonificare” la Dār al-Islām eliminando coloro che non rispettano la legge islamica, secondo quelli che i fondamentalisti ritengono essere il vero Islam vuole così facendo eliminare il pluralismo nell’Islam, cancellando larga parte della sua storia. Il Pluralismo islamico costituisce invece una ricchezza delle cultura universale e il frutto della secolarizzazione del pensiero religioso islamico e costituisce una garanzia di libertà, come dimostrano i tentativi di islamizzazione fondamentalista del Mali.
Le congregazioni: Opus Dei, Ssc, Lc e il potere della chiesa
Le Congregazioni sono degli istituti religiosi i cui membri pronunciano i voti in forma semplice e differiscono dagli ordini religiosi che i cui membri pronunciano i voti solenni. Tra le più note ricordiamo l’Opus Dei fondata da Josemaría Escrivá de Balaguer canonizzato da Giovanni Paolo II nel 2002 quando l’OPUS accetto di ripianare i debiti dell’IOR e si vide riconoscere la prelatura personale il che permette ai suoi membri di non sottostare ai vescovi territoriali ma ai propri vescovi. A contendere lo spazio all’OPUS sono ad esempio la Congregazione della Sacra Croce (C.S.C) e la congregazione dei Legionari di Cristo (L.C) fondata dal messicano Marcial Maciel Degollado, pedofilo conclamato e libertino nei confronti del quale Benedetto XVI ha combattuto una dura battaglia prima come Prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede e poi come pontefice definitivamente isolandolo nel 2009 e commissariando la ricchissima e potente congregazione.
(Fine)
Questo articolo è stato pubblicato sul numero 51 di “Crescita politica”

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