Da Affile a Imola o Bologna passando per Roma (e dal fascismo al domani passando per «ripuliti» e crisi)

10 Ottobre 2012 /

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Foto di Sebastia' Giraltdi Daniele Barbieri
1. Grande scandalo, fuori dall’Italia. Ad Affile la giunta di “centrodestra” apre un museo-sacrario a Rodolfo Graziani (1882 – 1955). Un boia: se non lo sapete, è ora che vi informiate. La notizia del mausoleo a Graziani arriva l’11 agosto. Il giorno dopo è il triste anniversario della strage di S. Anna di Stazzema: 560 persone – quasi tutte donne, vecchi, bambini – assassinate dai nazifascisti. Il giornalismo (c’è? cos’è?) italiano non appare interessato alla notizia o alla memoria. E le istituzioni (ci sono? cosa sono?) ancor meno. Da allora mi pare che i rappresentanti del governo nulla abbiano detto e fra i parlamentari il solo Jean Leonard Touadi ha fatto un’interpellanza. In silenzio le forze politiche (fra i leader solo Vendola si è schierato, mi pare). Grande invece lo scandalo all’estero.
2. Grande scandalo, in Italia e fuori, per gli sperperi della giunta Polverini (poi dimessasi perchè “ingannata”: la bella addormentata nel bosco… anzi nel losco) ma ancor più per i «festini». Solo fra le righe qualche giornalista segnala che alcuni fra gli ex fascisti – o forse post fascisti – coinvolti non sono tanto ex. E’ una lunga storia: come per il signor P21816, cioè Berlusconi, i media (e neanche tutti, si sa) si indignano solo per gli scandali ma sono incapaci di fare analisi o più semplicemente serie inchieste giornalistiche sulla politica di ogni giorno, su scelte gravi che attengono ai diritti o all’economia, sulle biografie anche “giudiziarie” di persone citate magari di continuo.

3. In questi giorni di “destra sporca” sulle prime pagine, qualche giornalista ha pigramente rubacchiato (anche senza citare) un po’ di notizie dal libro Ripuliti» ovvero Postfascisti durante e dopo Berlusconi (con la prefazione di Guido Caldiron) che due giovani reporter – Daniele Nalbone e Giacomo Russo Spena – hanno pubblicato in gennaio con Castelvecchi.
Che nello staff di Alemanno ci sia gente che viene da Terza Posizione o gruppi analoghi non è una novità per i meglio informati. Ma vedere tutti i nomi di seguito e ricostruire alcune carriere apertamente neo-fasciste (in qualche caso ci sono anche legami con gli ultras più violenti delle curve e/o con la criminalità comune) fa veramente impressione. In bella vista, accanto ad Alemanno, ci sono Marcello De Angelis, Riccardo Mancini, Ugo Cassone, Vincenzo Piso, Alessandro Cochi, Loris Facchinetti e altri: tutti provenienti dalla destra più estrema. Alcuni ben piazzati dal sindaco nelle municipalizzate. In un solo caso – quello di Stefano Andrini, ex picchiatore finito nel 2009 a dirigere l’Ama, l’azienda per l’ambiente – Alemanno è costretto a fare marcia indietro per le proteste che finalmente si levano.
Anche a Milano non è diverso: leggete – ancora nel libro “Ripuliti” – chi sono Marco Osnato, Roberto Jonghi Lavarini, Lino Guanaglione (terrorista nero negli anni ’70) che fanno la spola dentro e fuori An e il Pdl. Analoga la situazione a Verona. Persino peggiore a Napoli: sono «fascisti del terzo millennio» e se ne vantano Michele Florino, Pietro Diodato (che di recente è approdato al partitino di Fini) e Luciano Schifone. Il primo, cioè Florino, era strettamente legato al gruppo della sezione missina che il 17 giugno 1975 uccise Iolanda Palladino, una vicenda assurdamente dimenticata: rinviato a giudizio per favoreggiamento, Florino venne assolto per insufficienza di prove. Non si dimentichi però che in quegli anni (e in parte ancor oggi) gli estremisti di destra hanno goduto nei tribunali di un comportamento che definire di favore è poco.
4. La vergogna di Affile oltretutto è costata molto denaro pubblico (quei soldi che la Regione Lazio non trovava per i servizi sociali o per gli ospedali, visto che “c’è la crisi”) ma sarà bene ricordare che Alemanno ha acquistato – sempre con i soldi di tutte/i ma purtroppo senza suscitare grande scandalo – e poi assegnato a Casa Pound lo stabile che era stato occupato in via Napoleone III. Un caso fra i tanti. Del resto molti giornalisti compiacenti hanno raccontato che questa gente non c’entra con gli estremisti di Forza Nuova e anzi, intorno alle varie Casa Pound, fioriscono attività intellettuali. Questo ritornello finisce con il cancellare dalla memoria (e persino dalle cronache) le molte aggressioni che, in diverse città, hanno avuto per protagonisti giovani – e meno giovani – che gravitano intorno alle Case Pound. Salvo nel caso di Firenze quando, nel dicembre 2011, Gianluca Casseri uccide due senegalesi: allora il collegamento fra Casa Pound e la violenza fascista e razzista è troppo evidente per nasconderlo, così alcuni media (neanche tutti) si pongono il problema che in precedenza avevano ignorato.
5. Quello di Nalbone e Russo Spena è dunque un libro densissimo di notizie: e questo è uno dei suoi due grandi pregi. L’altro merito è evidentemente di avere affrontato coraggiosamente un argomento poco “alla moda”. Un’altra indicazione per chi sentirà il bisogno di informarsi sui “ripuliti”: Saverio Ferrari – che è intervistato anche da Nalbone e Russo Spena – da anni studia i movimenti neofascisti e neonazisti ma anche le complicità di cui godono in Italia e molti altri Paesi europei. Ha scritto fra l’altro un libro indispensabile per chi vive in Lombardia, «Fascisti a Milano»: è uscito l’anno scorso nelle edizioni Bfs. Sul sito dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre si possono trovare molti altri materiali – di Saverio Ferrari e non solo – per capire e… per riportare l’antifascismo al centro dell’azione politica.
6. Riportare l’antifascismo al centro dell’azione politica. Davvero è necessario? Io penso di sì. E ancor più mi pare urgente visto che la crisi economica avanza. Senza dubbio fra l’Italia e la Grecia le differenze sono molte ma non va preso sottogamba quel che lì è successo con Alba Dorata: la sua violenza criminale e i suoi successi elettorali sono legati alla crisi ma in cosa i suoi “argomenti” si differenziano da Forza Nuova, Casa Pound eccetera? Bisogna porsi il problema ora. Lasciar crescere indisturbato il neofascismo è pericolosissimo.
7. Da tempo sia a Ravenna che a Faenza (mi sto avvicinando a Imola, dove vivo, e anche a Bologna che un po’ frequento) pesa la presenza di Forza Nuova in particolare e di gruppi neofascisti in generale: per loro fare attività vuol dire provocazioni, intimidazioni e aggressioni. Bisogna porre il problema senza perdere altro tempo.
8. Molti i brutti episodi a Imola, compreso un sabato mattina di “propaganda elettorale” con Forza Nuova che ha esposto, in pieno centro, anche manifesti di Benito Mussolini. Nessuna reazione e in seguito nessuna denuncia. Se era un test (vediamo cosa succede ad andare in una città che quasi in ogni strada ha una lapide a ricordare le vittime del nazifascismo) è riuscito. Ma purtroppo è riuscito per loro, quelli che ogni tanto si “ripuliscono” (facendo liste elettorali con il Pdl) per poi vantarsi di essere contro il sistema, i fascisti del terzo millennio.
9. E a Bologna cosa si sa? Cosa fanno I fascisti e cosa si fa contro di loro? Non è il caso di parlarne e di riprendere l’iniziativa?
10. Abito a Imola e lì ho chiesto – per ora senza risposta – che di questo si discuta. Di negare l’agibilità politica a Forza Nuova e altre organizzazioni neofasciste, di denunciarle (legge Scelba, decreto Mancino) e di contrastarle. Cioè di come riportare l’antifascismo al centro dell’azione politica. Chiedo ai bolognesi: come – e quando – si pone il problema sotto le due torri?

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