A Bologna, una mobilitazione per difendere la Scuola Pubblica e Democratica

di Movimento Cooperazione Educativa /
17 Maggio 2025 /

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Il 23 maggio ore 18 a Bologna, presso il centro Katia Bertasi (Via Fioravanti 18/3) si terrà un’assemblea pubblica, per il lancio di una mobilitazione a difesa dell scuola pubblica, in risposta alle Nuove Indicazioni proposte dal Ministero dell’istruzione e del merito.

Qui di seguito il testo di lancio dell’assemblea. La locandina dell’evento si può trovare a questo LINK. Rimandiamo anche al testo delle Nuove Indicazioni, a questo LINK.

Il manifesto in rete aderisce alla mobilitazione e invita le proprie lettrici e i propri lettori a partecipare all’assemblea! Buona lettura.

Difendiamo la Scuola Pubblica e Democratica: Perché le Nuove Indicazioni ci Riguardano Tutti.

La scuola pubblica è un bene comune di inestimabile valore. Il documento che stabilisce cosa e come si insegna nel primo ciclo di istruzione (infanzia, primaria e scuola secondaria di primo grado) sono le Indicazioni Nazionali, che hanno sostituito i vecchi programmi ministeriali. Su di esse si basa lo studio dei futuri insegnanti, sono le fondamenta per la stesura dei Piani Triennali dell’Offerta Formativa, dettano la struttura dei libri di testo.

Le Nuove Indicazioni 2025, proposte dal Ministero lo scorso marzo, cambieranno radicalmente l’impostazione della scuola, per questo la loro bozza è stata definita inaccettabile e ha già sollevato l’indignazione e la mobilitazione spontanea e unanime di docenti di ogni ordine e grado, ricercatori universitari, associazioni e movimenti che si occupano di educazione che ne hanno denunciato le criticità. È fondamentale informarsi e mobilitarsi, perché la posta in gioco è altissima. 

Perché questa forte reazione e l’urgenza di partecipare? Perché il documento segna un pericoloso passo indietro rispetto a decenni di ricerca educativa e pedagogica, interrompendo un processo di miglioramento e democratizzazione della scuola pubblica nonostante i suoi continui tagli. Come? Proponendo un’idea di scuola autoritaria e antiquata, dove l’alunno è un soggetto passivo a cui si chiede obbedienza, dove l’apprendimento è visto come pura trasmissione di saperi da “svelare” – un approccio che contraddice l’attivismo pedagogico e le teorie costruttiviste – e i contenuti disciplinari sono visti come “verità immutabili” nel tempo. Dove l’autorità è messa sullo stesso piano del senso morale ed eretta a indiscusso valore, dove il maestro è “magis” ed esempio di vita, poco importa che sia attento agli aspetti emozionali, al recupero del ruolo dei sensi, del corpo, del rapporto con la natura e di una visione integrale dell’alunno che è – per le Nuove Indicazioni – qualcuno a cui, già dalla scuola dell’Infanzia (statica e sedentaria), ha il compito di far apprendere “i discorsi degli adulti e iniziare a (far) comprendere l’espressione delle loro opinioni in vari ambiti”.

L’ideologia del documento emerge fin dal modo in cui è scritto: il linguaggio utilizzato è ridondante, ambiguo e volutamente involuto, riporta imprecisioni bibliografiche e toni assertivi, oltre a risultare contraddittorio e poco coeso al livello dei contenuti.

La critica più profonda riguarda però la visione culturale e ideologica del testo: etnocentrico, classista, sessista e non inclusivo.

Etnocentrico: perché esalta in modo acritico la cultura “occidentale” come superiore e propone che l’insegnamento abbia al centro la dimensione nazionale italiana, ignorando così la prospettiva multiculturale e le origini e le esperienze degli studenti con background migratorio a cui è dedicato pochissimo spazio rispetto alle vigenti Indicazioni.

Classista: perché sembra riproporre una visione educativa che favorisce la selezione dei “migliori”. Si parla, inoltre, di “talenti”, proposito che potrebbe essere letto positivamente se con esso si intende riconoscere e nutrire le predisposizioni di ognuno, lavoro sulle intelligenze multiple (H. Gardner) e sulla autoconsapevolezza, ma che potrebbe risultare rischioso se basato su un “saper fare” influenzato da condizioni socio-economico-relazionali diverse e se usato per condizionare l’alunno nelle scelte scolastiche future.

Sessista: perché associa la violenza di genere a una patologia individuale, negandone le ragioni culturali e strutturali.

Non inclusivo: perché propone una scuola che esclude chi ha bisogni educativi speciali o percorsi di apprendimento differenti, spezzando il principio di pari opportunità per tutte e tutti. Inoltre, il documento non valorizzare la diversità linguistica e culturale degli studenti, proponendo ad es. di correggere o modificare il patrimonio linguistico degli apprendenti, promuovendo così una visione monolingue e uniformante.

Le Indicazioni Nazionali 2025, se passeranno, avranno un impatto importante nel medio-lungo termine sulla scuola e a cascata sulla società tutta. È fondamentale che ogni cittadina e cittadino prenda coscienza di questo pericolo. Vi invitiamo dunque a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà il 23 maggio alle  ore 18 al centro Katia Bertasi (via Aristotile Fioravanti, 18/3, Bologna) per discuterne meglio insieme. Mobilitarsi significa difendere una scuola pubblica che sia democratica, inclusiva, che valorizzi la partecipazione attiva degli studenti e la co-costruzione del sapere, contrastando visioni antiquate, elitarie ed escludenti. Significa difendere il diritto a una scuola che sia uno spazio pubblico per costruire fiducia e legami, non solo un presidio di saperi immutabili.

CGD – CIDI – COORDINAMENTO CARE – FLC CGIL – GRUPPO NAZIONALE NIDI E INFANZIA – LEGAMBIENTE
SCUOLA E FORMAZIONE – CEMEA FEDERAZIONE ITALIANA – MCE – PROTEO FARE SAPERE – RETE DEGLI STUDENTI MEDI – UNIONE DEGLI STUDENTI

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