Il massacro a Gaza è ricominciato

di Seraj Assi /
22 Marzo 2025 /

Condividi su

La macchina da guerra israeliana si è rimessa in moto in violazione della tregua e del diritto internazionale, e in pieno Ramadan. Ma Tel Aviv può contare sul supporto bipartisan del mondo politico statunitense

Martedì mattina presto, mentre i palestinesi di Gaza si preparavano per un altro giorno di digiuno per la festività musulmana del Ramadan, le forze israeliane hanno bombardato la Striscia assediata con un massiccio attacco a sorpresa e una serie di attacchi aerei, uccidendo oltre 450 persone, per lo più donne e bambini.

Un atto brutale e sfrenato. Nel giro di poche ore, intere famiglie palestinesi sono state spazzate via e sepolte tra le macerie delle loro case. Bambini e donne sono state bruciate vive e assassinate nel sonno. Tra i sopravvissuti c’è una bambina di un mese, che è stata tirata fuori dalle macerie dopo che l’attacco aereo aveva ucciso i suoi genitori e il fratello.

Tra le vittime, la famiglia di Nasreen Abdu, uccisa insieme al marito e ai tre figli quando la loro casa di famiglia è stata bombardata a Gaza City. Era la sorella del famoso avvocato palestinese Rami Abdu, presidente dell’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor, che documenta i crimini di guerra a Gaza, e che ha deplorato la tragedia con sorprendente resilienza.

L’attacco israeliano ha preso di mira varie aree della Striscia di Gaza, da nord a sud, tra cui Jabalia, Beit Hanoon, Gaza City, Nuseirat, Deir el-Balah, Khan Younis, Rafah e al-Mawasi, che erano state designate come zona umanitaria sicura per i palestinesi sfollati. Tra gli obiettivi anche due scuole dove centinaia di famiglie sfollate si erano rifugiate: la scuola al-Tabin a Daraj, Gaza City, e la scuola Dar al-Fadhila a nord-ovest di Rafah City.

Da martedì, le forze israeliane hanno ucciso oltre seicento palestinesi e ne hanno feriti più di diecimila, tra cui almeno 110 palestinesi uccisi giovedì.

L’orribile massacro di martedì rappresenta uno dei giorni a più alto tasso di mortalità nel genocidio israeliano che ormai dura da diciotto mesi, e uno dei giorni più mortali per i bambini nella storia di Gaza. Ha peraltro avuto luogo durante il Ramadan e in mezzo al blocco totale di cibo, acqua, energia ed elettricità da parte di Israele nella Striscia assediata. I palestinesi descrivono il massacro come un «suhoor insanguinato», riferendosi al pasto prima dell’alba durante il Ramadan, difficile da consumare per via del blocco israeliano.

L’assalto costituisce una palese violazione dell’accordo di cessate il fuoco con Hamas, che Israele ha violato più di mille volte da gennaio. L’attacco a sorpresa ha distrutto qualsiasi speranza o briciolo di felicità che i palestinesi avevano manifestato a Gaza negli ultimi due mesi. Il giorno dopo il massacro, Israele ha invaso la Striscia, inviando truppe nelle aree gremite di palestinesi sfollati e affamati. Nel frattempo, l’esercito israeliano si sta preparando per un’invasione via terra di Rafah, dove oltre un milione di palestinesi sfollati stanno cercando rifugio.

Dopo il massacro, in un discorso televisivo martedì sera, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito che l’assalto a Gaza è «solo l’inizio», promettendo di bombardare la Striscia devastata con «forza crescente» e avvertendo che i futuri negoziati per il cessate il fuoco «avrebbero avuto luogo solo sotto il fuoco nemico».

Mercoledì, invocando Donald Trump, il nuovo ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha lanciato un «ultimo avvertimento ai residenti di Gaza», promettendo di scatenare un’orgia di «rovina totale», sfollamento forzato e «distruzione e devastazione totale».

Giurando di annientare Gaza, i leader israeliani sono chiaramente incoraggiati dall’amministrazione Trump. Le numerose dichiarazioni del presidente Usa a sostegno della pulizia etnica a Gaza hanno fatto sì che Israele continui ad agire impunemente, con totale disprezzo per il diritto e le norme internazionali.

Il rinnovato assalto di Israele, del resto, è stato condotto con armi statunitensi e con la benedizione di quest’ultimi, così come sono statunitensi le bombe utilizzate per gli oltre  cento attacchi aerei simultanei. I principali politici israeliani hanno confermato che gli attacchi sono stati «coordinati» con gli Stati uniti. I funzionari dell’amministrazione Trump hanno applaudito l’assalto israeliano, mentre giuravano che «sosteniamo Israele nei suoi prossimi passi», come ha promesso l’ambasciatrice statunitense ad interim presso l’Onu Dorothy Shea davanti a un Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite.

I gruppi per i diritti umani hanno espresso il loro pieno orrore e la loro indignazione per il massacro. Philippe Lazzarini, il capo dell’Agenzia delle Nazioni unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente (Unrwa), ha descritto lo spargimento di sangue come «un inferno in terra». Rachael Cummings, direttrice umanitaria di Save the Children con sede a Deir el-Balah, nella parte centrale di Gaza, ha affermato che l’attacco è stato «niente di meno di una condanna a morte per i bambini di Gaza».

Le famiglie degli ostaggi israeliani tenuti a Gaza hanno condannato l’assalto come un tentativo deliberato del governo Netanyahu di smantellare l’accordo di cessate il fuoco. L’Hostages and Missing Families Forum, che rappresenta le famiglie dei prigionieri a Gaza, ha affermato in un post sui social media: «Siamo scioccati, arrabbiati e terrorizzati dallo smantellamento deliberato del processo per far tornare i nostri cari dalla terribile prigionia di Hamas».

Nel frattempo, i politici statunitensi continuano a esultare per la guerra genocida di Israele con una compiacenza bipartisan. Il giorno dopo il massacro, il senatore democratico John Fetterman ha visitato Israele con una ostentata dimostrazione di fedeltà. Netanyahu ha regalato al senatore democratico della Pennsylvania un cercapersone d’argento ispirato all’attacco terroristico di Israele in Libano l’anno scorso (un declassamento degno di nota del cercapersone d’oro che Netanyahu ha regalato a Trump alla Casa Bianca).

Mentre Israele massacrava 450 persone innocenti a Gaza, tra cui quasi 200 bambini, il leader democratico Chuck Schumer è andato in diretta sulla Tv nazionale per ripetere a pappagallo la propaganda israeliana, già smentita, sui «quaranta bambini decapitati», che da allora è servita a giustificare il genocidio di Israele a Gaza.

Ad accompagnare la distruzione di Gaza sostenuta dagli Stati uniti c’è il neo-maccartismo anti-palestinese che sta travolgendo i campus degli Stati Uniti, dal rapimento da parte dell’Immigration and Customs Enforcement dell’attivista anti-genocidio Mahmoud Khalil al recente rapimento dello studioso della Georgetown University Badar Khan Suri, rapito da agenti mascherati del Department of Homeland Security. Questo crescente autoritarismo è stato applaudito sia dai Repubblicani che dai Democratici e facilitato dalle istituzioni liberali degli Stati uniti, che ora stanno premiando criminali di guerra e architetti del genocidio con onorevoli cattedre universitarie.

Il massacro del Ramadan da parte di Israele è stato uno dei peggiori atti di carneficina in una guerra che ne è stata piena. Sembra probabile che ne arriveranno altri.

*Seraj Assi è uno scrittore palestinese che vive a Washington DC, e autore, di My Life As An Alien (Tartarus Press). Questo articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è a cura della redazione.

Questo articolo è stato pubblicato su Jacobin il 22 marzo 2025

Articoli correlati