All’alba di mercoledì la Freedom Flotilla Coalition è stata assaltata dalla marina militare israeliana. Le nove barche, tra cui la grande motonave Conscience e le otto barche a vela della Thousands Madleens to Gaza, sono state bloccate a circa 120 miglia nautiche dalle coste israeliane e palestinesi, di nuovo in acque internazionali.
A bordo dei natanti si trovavano circa 145 individui, tra cui tre israeliani e nove italiani. Intorno alle 20 le navi sequestrate e scortate dai mezzi militari sono arrivate al porto di Ashdod, nel quale c’erano ad aspettarli i funzionari dell’ufficio immigrazione che li hanno interrogati sommariamente.
AGLI AVVOCATI di Adalah, l’associazione israelo-palestinese che si occupa del supporto legale a questo tipo di iniziative, stavolta è stato permesso di entrare nel perimetro della darsena fin da subito, ma senza telefoni, quindi al momento in cui questo articolo è andato in stampa non era ancora possibile sapere se fossero riusciti ad assistere tutti. Alcuni attivisti della Global Sumud Flotilla, ad esempio, avevano dovuto affrontare il primo interrogatorio senza supporto legale. Ad attenderli al porto gli attivisti hanno anche trovato la polizia, principale cruccio del team legale: la settimana scorsa le violenze principali sono state documentate proprio in questa seconda fase. In seguito, il gruppo dei fermati è stato tradotto al carcere di Ketziot, lo stesso della Gsf.
«Prima di perdere ogni comunicazione questa mattina presto, i partecipanti a bordo della Conscience – principalmente medici, infermieri e giornalisti – hanno riferito di essere stati attaccati da un elicottero militare israeliano, mentre le forze navali israeliane hanno contemporaneamente intercettato e abbordato le barche a vela della Thousands Madleens – hanno scritto gli avvocati di Adalah -. L’assalto di Israele a civili disarmati in mare e il sequestro di navi umanitarie costituiscono una grave violazione del diritto internazionale e mettono in evidenza l’impunità con cui Israele continua ad agire».
NON APPENA ha appreso la notizia dell’abbordaggio, Adalah ha comunicato alle autorità israeliane che rappresenterà tutti i partecipanti alla flottiglia e ha chiesto di poterli incontrare immediatamente al loro arrivo in Israele, contestando la detenzione illegale e la confisca delle navi e degli aiuti. «Dalle informazioni preliminari – racconta Nadia Daqqa, una delle avvocate, al manifesto – non sembra che nella fase di arrembaggio ci siano stati particolari episodi di violenza, ma bisogna attendere i racconti dei fermati per averne conferma». «Eravamo d’accordo che ci saremmo sentiti non appena avessero avuto sentore di un attacco imminente – racconta Michele Borgia, portavoce italiano della Freedom Flotilla – ma non ci siamo riusciti, evidentemente l’attacco è stato più repentino del previsto, magari le navi sono arrivate a luci spente, i militati israeliani hanno i visori notturni e l’equipaggio della Conscience ha dovuto attivare subito le procedure di sicurezza». Che sono quelle già viste per la Gsf: indossare i giubbotti salvagente, gettare i telefoni in mare e tenere le mani bene in vista per evitare qualsiasi tipo di problema o reazione eccessiva da parte dei militari». A bordo della nave Soul of My Soul viaggiavano il neurologo Francesco Bresciani, quattro attivisti americani e Jimena González, membro del Parlamento regionale di Madrid.
«È UN VERO e proprio atto di rapimento su territorio italiano – affermano da Thousand Madleens to Gaza – la deputata è protetta inoltre da immunità». A bordo della Conscience c’erano anche il medico Riccardo Corradini, protagonista del documentario Erasmus a Gaza, l’infermiere e delegato sindacale Stefano Argenio, il medico e attivista di Ultima generazione e di Bds Francesco Prinetti, l’educatrice e ricercatrice Elisabeth Di Luca, il filosofo e il monaco buddista Claudio Torrero, lo chef e fondatore della prima agenzia di comunicazione di Gaza Vincenzo Fullone. Su altre navi si trovano inoltre la marittima Beatrice Lio e il giornalista Lorenzo Mollicone.
«L’esercito israeliano lo ha fatto ancora. Nella notte sono stati rapiti tutti i componenti della flotta Thousand Madleens in piene acque internazionali. Questa volta però il nostro governo ha deciso di ignorare totalmente questa spedizione, forse perché il loro racconto degli irresponsabili che non portano niente si scontrava con i 100 medici a bordo e i farmaci che trasportavano. Ci vediamo in piazza», ha scritto su Facebook il senatore M5S Marco Croatti, imbarcato a bordo della Gsf.
Gli operatori sanitari del gruppo #DigiunoGaza hanno aderito alla giornata di mobilitazione indetta ieri a sostegno della Freedom Flotilla.
PER IL MINISTRO degli Esteri italiano, Antonio Tajani, il governo ha «seguito fin dall’alba il blocca della nuova Flotilla, abbiamo chiesto alle autorità israeliane di garantire loro il rispetto di tutti i diritti che spettano ad ogni persona. Per adesso non abbiamo segnalazioni di problemi alle persone mentre andremo a seguire minuto per minuto le condizioni dei nostri connazionali».
Questo articolo è stato pubblicato su il manifesto l’8 ottobre 2025