Venerdì 14 marzo, ore 17.30, presso il Centro Costa a Bologna, si terrà il convegno “Non è riforma della giustizia”(LOCANDINA DELL’EVENTO), organizzato da Il manifesto in rete, insieme al coordinamento democrazia costituzionale, al movimento contro ogni autonomia differenziata, e ad associazioni espressione della società civile. Qui di seguito trovate il testo di lancio dell’incontro.
Le componenti più sensibili della società civile, esprimono una viva preoccupazione per il progetto di riforma costituzionale, avviato dall’attuale governo, che si pone dichiaratamente, l’obiettivo di colpire l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Un potere dello Stato, l’esecutivo, che rappresenta una parte nell’articolazione costituzionale, intende limitare l’azione dell’altro potere quello del controllo di legalità, separando le carriere e frammentando la struttura di autogoverno della magistratura.
I cittadini guardano i magistrati con rispetto e timore, sanno che il loro compito è fondamentale per garantire la legalità, e quindi per l’ordine democratico, anche per dirimere controversie e riparare a torti.
I cittadini guardano con timore e rispetto anche le altre cariche e corpi dello stato la polizia che li protegge, e dai quali pensano di non dover temere, cosi come guardano con lo stesso atteggiamento il medico che li visita e gli prescrive la cura.
Ora però da tempo accade che nei confronti dei magistrati, una parte della politica, ma anche dei media, porta avanti un attacco, sistematico e senza precedenti, tempo fa un uomo ministro di questo governo, ha detto che i magistrati sono un cancro da estirpare. E da questo reato di vilipendio è stato pure assolto.
Abbiamo già vissuto questa situazione, vent’anni fa, quando un altro governo quello di Berlusconi programmava un analogo intervento, se si leggono le linee programmatiche di quel progetto del 2005, non differiscono da questo, sono perfino meno gravi perché non c’è traccia di modifica del CSM, in quel tempo ci fu una vasta mobilitazione della società civile che si fece interprete, della difesa dei principi costituzionali, su cui si regge la nostra repubblica.
“ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita del senso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dovere della collettività resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave”. Esclamò Un grande magistrato Francesco Saverio Borrelli e fu un richiamo per tutto il Paese
Si mobilitarono molte persone della società civile e personalità della cultura e dello spettacolo, I tribunali furono circondati da migliaia di cittadini qualsiasi che senza appartenenze si strinsero le mani in un patto per la Costituzione. Ci furono centinaia di manifestazioni in tutt’Italia, alla fine quel progetto fu sconfitto. ora noi richiamiamo quella esperienza perché riteniamo che la situazione sia addirittura più grave, c’è bisogno che tutti coloro che hanno a cuore la democrazia prendano posizione.
Oggi la situazione ed il clima politico, sono molto diversi. La società civile è frastornata, come paralizzata, la campagna di aggressione contro la magistratura è tambureggiante, all’indomani della sentenza che ha condannato il sottosegretario Dal Mastro per aver rivelato notizie riservate, egli ha ringhiato che bisogna con ancor più determinazione attuare la riforma, concepita evidentemente come una punizione per un ordine giudiziario che non si piega al volere del governo.
È venuta l’ora di rispondere a questa campagna, ponendo all’opinione pubblica la domanda se si è compresa la posta in gioco, ovvero che sono in discussione non solo l’autonomia e l’indipendenza della magistratura, un ordine dello Stato, ma per ciò stesso l’equilibrio tra i poteri, e di conseguenza la sostanza della democrazia repubblicana e costituzionale.
E se viene meno questo presupposto non ce n’è per nessuno: nessun cittadino è al riparo da una situazione in cui quell’equilibrio si rompe a vantaggio di un potere sugli altri, è l’inizio della compressione di tutti gli altri diritti, perché non ci saranno più strumenti efficaci per proteggersi da un potere esecutivo dominante assoluto. Il rispetto della legge, sarà ridimensionato oppure imposto in un’unica direzione.
Non è un caso che a questo progetto si accompagna quello ancora più esplicito di elezione diretta del premier che abolisce l’elezione in Parlamento e soprattutto ridimensiona fortemente la figura del presidente della Repubblica, garante degli equilibri costituzionali
Per queste ragioni come Manifesto in rete, insieme al coordinamento democrazia costituzionale e al movimento contro ogni autonomia differenziata, associazioni espressione della società civile, abbiamo indetto un incontro venerdì 14 marzo, alle ore 17.30, a Bologna presso il centro socioculturale Giorgio Costa, in via Azzo Gardino 48, per discutere con i cittadini dei contenuti di questo progetto, abbiamo invitato a discuterne Luca Minniti Presidente “Sezione protezione internazionale” del tribunale di Bologna e Giuseppe Santalucia, già presidente dell’anm, magistrato penale presso la Corte di Cassazione, insieme a ad Alfiero Grandi presidente del CDC, Maria Longo ex magistrato portavoce del movimento NO AD e Leonardo grassi ex magistrato del tribunale di Bologna. La cittadinanza è invitata a partecipare