Nordio agita lo spettro del terrorismo

di Marina Della Croce /
18 Novembre 2024 /

Condividi su

Il ruolo richiederebbe prudenza, almeno un minimo per permettere ai magistrati di svolgere serenamente il proprio lavoro. Non sembra però pensarla in questo modo il ministro della Giustizia Carlo Nordio che ieri, facendo riferimenti agli scontri tra studenti e polizia avvenuti venerdì in occasione del «No Meloni Day», si è lasciato andare a qualcosa di più di un semplice commento: «Spero che la magistratura intervenga nei tempi più rapidi e nel modo più severo nei confronti di questi banditi che hanno ferito le forze dell’ordine». Parole che vengono lette dall’opposizione come un’indicazione alle toghe su come agire, tanto da spingere il deputato di Avs Angelo Bonelli a chiedere «con quali poteri il ministro Nordio possa impartire ordini alla magistratura».

Il Guardasigilli parla a Stresa dove si trova per il forum organizzato dalla Fondazione Iniziativa Europea. E a margine dei lavori si lascia andare a una serie di considerazioni a 360 gradi. A cominciare dalla decisione presa dalla Consulta sull’Autonomia differenziata, che il Guardasigilli giudica «equilibrata, se si chiede se impedirà il referendum, ’a spanne’ direi di sì». Proseguendo poi con i provvedimenti di annullamento dei trattenimenti di migranti in Albania («Secondo noi vi è una assoluta carenza di motivazione») per finire parlando di una presunta caduta della credibilità dei magistrati («Vera a falsa che sia, l’opinione che hanno i cittadini è che alcuni di questi magistrati non siano imparziali ma condizionati politicamente dai propri pregiudizi»).

Ma è su quanto accaduto venerdì, e in modo particolare sugli scontri di Torino, che il ministro usa le parole più dure arrivando ad agitare lo spettro degli anni di piombo: «Data la mia età, ho visto come è nato il terrorismo, proprio a Torino», dice. «Hanno iniziato così, prima si incita alla rivolta, poi si aggrediscono i poliziotti poi si fa il gesto della P38 per strada e poi però si spara. Quindi l’intervento deve essere efficace. Non ci sono attenuanti per chi aggredisce le forze dell’ordine».

Farò tesoro degli indirizzi che usciranno dalla sentenza della Consulta, mi auguro poi le opposizioni taceranno e mi auguro taceranno per sempreCalderoli sull’automonia

Parole che inevitabilmente suscitano la reazione da parte delle opposizioni. Il primo a rispondere è Angelo Bonelli: «Nordio è riuscito a evocare lo spettro del terrorismo parlando delle manifestazioni degli studenti che manifestavano per lo stop ai tagli alla scuola e contro la violenza a Gaza e per loro il ministro ha chiesto alla magistratura pene severe. Io mi chiedo con quali poteri il ministro Nordio possa impartire ordini alla magistratura e evocare un rischio terrorismo che nel nostro Paese non c’è?».

Il deputato di Avs ricorda poi come Nordio « tace sulle parole indegne di Delmastro che ha detto che prova intima gioia nel far sapere ai cittadini che loro non fanno respirare i detenuti che stanno dietro i vetri oscurato dei blindati. Il suo sottosegretario prova gioia nel sapere che c’è chi subisce violenza o tortura, ma dal ministro Nordio solo silenzio».

Non sono passate inosservate neanche le affermazioni fatte da Nordio sull’Autonomia differenziata e sulla possibilità che la decisione della Consulta possa evitare il referendum. A soffiare ulteriormente sul fuoco ci ha pensato poi il leghista Roberto Calderoli. Il ministro per gli Affari regionali ha detto di voler fare tesoro «degli indirizzi che usciranno dalla sentenza della Consulta, mi auguro poi le opposizioni taceranno e mi auguro taceranno per sempre».

Dura la reazione della segretaria del Pd: «Le affermazioni di Calderoli sono estremamente gravi e dimostrano scarso rispetto della democrazia», commenta Elly Schlein. «Invece di assumersi la responsabilità per aver presentato alle Camere un provvedimento incostituzionale, lo Spacca Italia, e per aver ignorato prima ogni forma di critica, anche costruttiva, da parte delle opposizioni in parlamento e di autorevoli costituzionalisti, anche dopo le censure della Corte costituzionale, continua a insistere con arroganza e oggi auspica che le opposizioni tacciano per sempre. Ma lo chiarisco a questo governo e a tutti i suoi ministri, una volta ancora: non è la maggioranza a decidere cosa può o deve dire l’opposizione».

Sulla stessa linea anche il M5S. Più passa il tempo – dice la senatrice Alessandra Maiorino – e più gli esponenti di governo dimostrano il loro vero volto, fatto di autoritarismo e insofferenza verso qualunque pensiero diverso dal loro. Di una cosa può star certo Calderoli: finché avremo voce non staremo mai zitti e buoni.

Questo articolo è stato pubblicato su il manifesto il 17 novembre 2024

Aiutaci a diffondere il giornalismo libero e indipendente.

Articoli correlati