Giovedì 16 maggio al DamsLab torna per la sua diciassettesima edizione la rassegna di Videoart Yearbook, l’annuario della videoarte italiana unico nel suo genere che, anche quest’anno, è condotto dal gruppo di ricerca costituito da Renato Barilli, Piero Deggiovanni, Pasquale Fameli, Silvia Grandi. Ospite d’onore e madrina di questa edizione sarà Elena Volpato, conservatrice della Collezione Permanente e curatrice della Videoteca della Gam di Torino.
L’intento della rassegna è valorizzare la videoarte italiana selezionando ogni anno opere offerte al pubblico in un’unica sequenza, come una proiezione cinematografica. Videoart Yearbook si pone nell’ottica di indagare nello specifico le forme espressive della videoarte e della manipolazione dell’immagine, due settori in continua e costante espansione nell’ambito della sperimentazione artistica di oggi. Negli ultimi anni gli artisti hanno adottato strategie narrative più o meno esplicite e talvolta inusuali per proporre letture diversificate della contemporaneità, quindi troviamo video costruiti attraverso il percorso biografico, l’intervista, la documentazione di performance, ma anche lavori che adottano un’ampia alternanza di tecniche e formati: il mash-up di materiali d’archivio, il found footage, l’uso della fiction, inedite sperimentazioni di ripresa e montaggio, l’animazione, fino alle più recenti soluzioni offerte dai software di IA.
Oltre alla classica selezione di quindici video, la rassegna ospita quest’anno una seconda sezione riservata a opere dalla durata estesa che attestano ulteriori orientamenti della ricerca italiana.
Come afferma Piero Deggiovanni: «Vorrei sottolineare come almeno la metà degli artisti invitati siano al debutto nell’edizione 2024 del Videoart Yearbook, chiaro sintomo di vitalità della ricerca video e ottimo auspicio per un genere tra i più diffusi e integrati con altri linguaggi. Anche i temi proposti sono in linea con l’attuale propensione dell’artista a un maggior intervento politico nella realtà, una rinnovata capacità critica nell’affrontare temi cogenti come la condizione femminile e il condizionamento sociale. Gli artisti che nelle edizioni precedenti hanno già presentato le proprie opere, dimostrano una elevata capacità di raffinare il proprio stile e innovarlo con soluzioni originali. Credo che il compito della nostra rassegna sia anche quello di confermare l’apprezzamento nei confronti di chi ha caratterizzato positivamente la ricerca video in Italia, facendone la storia».
Pasquale Fameli sottolinea che «il video non smette di riconfermare la sua versatilità. Tante le soluzioni che si ripropongono, consolidando pratiche che caratterizzano la ricerca artistica contemporanea. Il video infatti è lo spazio “elastico” e flessibile all’interno del quale le tecniche e i linguaggi delle arti visive hanno trovato possibilità di estendersi e dinamizzarsi. Videoart Yearbook ha monitorato negli anni la produzione italiana al fine di individuare queste trasformazioni e di fissarne le ricorrenze, senza trascurare tuttavia le specificità e le diversioni. Se oggi possiamo delineare una fisionomia delle esperienze video degli ultimi vent’anni è grazie a questo approccio. Ma, come ogni fisionomia, neppure questa è priva di irregolarità e peculiarità che provvedono a renderla unica».
Per quanto riguarda la sezione dedicata ai video di durata più estesa, Silvia Grandi ribadisce che la sezione Extended VYB è dedicata a «tre video realizzati da artiste donne, alcune tra quelle che negli ultimi anni sono risultate più attive nell’adozione del linguaggio del video per le loro produzioni artistiche. La necessità di raccontare il proprio vissuto o di esprimere alcune urgenze, non solo personali, sulla condizione femminile mediante il corpo e la performance, recentemente si è ampliata notevolmente inglobando soluzioni espressive come la metafora, il travestitismo o l’uso di una simbologia oggettuale tipica di un vissuto comune al nostro genere».
Gli artisti invitati sono come sempre tantissimi. Tra i nomi selezionati: Sara Bonaventura, Maurizio Camerani, Rita Casdia, Igor Imhoff, Salvatore Insana, Francesca Leoni, Christian Niccoli, Lino Strangis, Debora Vrizzi, Piero Chiariello, Simona De Carlo, Vanessa Vassella, Chiara Ventura, Gudrun De Chirico, Elisabetta Di Sopra, Francesca Lolli, Cristina Valiani e Chiara Ventura.
Questo articolo è stato pubblicato su Cantiere Bologna l’8 maggio 2024