La necessità dell’antifascismo

di Graziano Pintori /
2 Maggio 2023 /

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Il 1° gennaio 1948 entrò in vigore la Costituzione, esattamente 75 anni fa la Repubblica si presentava con la sua veste parlamentare e antifascista dalla valle d’Aosta alla Sicilia, dalla Sardegna al Friuli.

Finalmente una Patria libera dai nazisti e dalla dittatura fascista raccoglieva i frutti per cui i partigiani combatterono. Con questo spirito l’Anpi ricorda il 25 Aprile e di conseguenza la Resistenza, ossia quel valore aggiunto della Storia che determinò la liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Con queste radici democratiche, in tempi di revisionismi come quelli attuali, non possiamo che essere preoccupati per certe dichiarazioni e anche comportamenti assunti da alcuni esponenti apicali del Parlamento italiano, i quali ci riportano nel buio della storia passata essendo assenti dai loro discorsi nette e inequivocabili condanne del fascismo. Si tratta di posizioni che non aiutano a diluire quelle ambiguità storico politiche, sotto le quali covano, impuniti, i sempre più numerosi episodi di violenza e di apologia al fascismo.

Così pure, nei tempi di guerra che stiamo vivendo si sono svuotati gli arsenali non per essere riempiti di grano, come auspicava il nostro Presidente Pertini, ma per sostituirli con nuove armi di annientamento e per riempire di vergognosa opulenza i forzieri dei mercanti di armi e di morte. Gli effetti devastanti della guerra in Europa, dovrebbero essere motivo di riflessione per tutti i poteri coinvolti in modo diretto o indiretto, i quali dovrebbero adoperarsi, come sollecitato anche dal Presidente Sergio Mattarella, di attivare iniziative diplomatiche su cui costruire una pace solida, aldilà dei nazionalismi. Superare le chiusure del cortile nazionalista, sarebbe, per quanto riguarda la pace, un doveroso atto di riconoscenza nei confronti dell’art. 11 della Costituzione Italiana, dove si attesta di ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, tanto più quando il suo popolo è prevalentemente contrario alla guerra fratricida in atto, da oltre un anno, tra Russia e Ucraina.

 Il tempo che scorre si caratterizza anche per il senso di incertezza che sovrasta l’umanità tutta, perché tutti, indistintamente, siamo prede degli sconvolgimenti climatici e delle conseguenti ripercussioni disastrose sul nostro sistema terracqueo. Fenomeni distruttivi causati dal massivo sfruttamento delle risorse che il pianeta mette a disposizione della vita degli esseri umani, degli animali, della flora in generale. Nel 2021 gli esseri umani avevano consumato già dal 29 luglio tutte le risorse biologiche che il pianeta terra era in grado di fornirci.

Dall’indomani l’economia mondiale operava in una condizione di deficit ecologico, cioè avrebbe utilizzato più risorse di quelle disponibili contribuendo ad aumentare la crisi climatica e ambientale. Una siffatta economia selvaggia, evidentemente, non può, o non vuole riflettere sul fatto che su questa terra di questi tempi si sta usando il 74% di risorse in più rispetto a quelle che gli ecosistemi del pianeta potrebbero rigenerare ogni anno; di fatto è come se stessimo sfruttando le capacità di produzione di quasi due pianeti, pur vivendo in un solo.

Davanti ad un problema così immenso, potrebbe apparire strano che La Costituzione Italiana nella sua lunga esistenza, potesse già contenere le risposte per evitare tali disastri. Infatti, se la Costituzione fosse stata applicata correttamente l’Italia avrebbe potuto dare un notevole contributo per arginare le catastrofi climatiche: con gli articoli 9 e 41, e successive modificazioni, si riconosce espressamente che tutti gli enti della Repubblica, quindi anche quelli dello sviluppo e dell’economia, si devono adoperare per la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.

Mi piace concludere ricordando il nostro Carlo Smuraglia, l’ultimo presidente partigiano dell’Anpi venuto a mancare qualche anno fa: “I tempi si fanno più difficili, però deve essere chiaro e fermo che l’Anpi esiste per difendere la democrazia, per praticare l’antifascismo, per ottenere libertà, eguaglianza e dignità che furono tanta parte della Resistenza e che debbono restare il collante di tutti i sinceri democratici, contro ogni rischio di deviazione rispetto al percorso che la Costituzione, in nome di tutti i combattenti per la libertà ci ha perentoriamente indicato”.

Con questo spirito di appartenenza noi dell’Anpi celebriamo il 75° dell’entrata in vigore della Carta Costituzionale, una ricorrenza che il tempo trascorso non ne ha scalfito l’attualità e modernità perché i suoi contenuti si richiamano alla libertà, alla democrazia, all’uguaglianza, al lavoro e alla pace, alla solidarietà e all’umanità perché al centro dei suoi valori c’è sempre l’uomo. Tutto questo noi dell’Anpi lo ribadiamo affinché questi valori orientino le Istituzioni con le sue rappresentanze e la vita quotidiana dei cittadini.

Questo articolo è stato pubblicato sul manifesto sardo il 27 aprile 2023. In copertina, murale di Francesco Del Casino a Nuoro dedicato a Gramsci

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