Mussolini e De Luca. Quando la storia (e le parole) si confondono

di Isaia Sales /
2 Novembre 2022 /

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L’ultimo libro di Antonio Scurati su Mussolini mi è piaciuto molto. L’ho letto in contemporanea con Il Monarca, il libro su De Luca a cura di Massimiliano Amato e Luciana Libero. E poiché coincidono la data della manifestazione per la pace indetta da De Luca e l’anniversario della marcia su Roma, ho pensato di mischiare alcune frasi pronunciate dell’uno e dell’altro, chiedendo ai lettori di indovinare a chi attribuirne la paternità. È un gioco, un semplice gioco spero simpatico, ricordando con Jung che le coincidenze sono sempre “significative”.
I due interlocutori immaginari li definiamo con A e B.

A) È tempo di ridurre al silenzio i seminatori di panico, gli anticipatori di catastrofi, i fatalisti di professione, i quali spesso coprono con una grande bandiera la loro paura, il loro odio insensato o la difesa di interessi più o meno inconfessabili.
B) Imbecilli, somari, animali, parassiti, cafoni, bestie, miserabili, saltimbanchi, iettatori, sciacalli, analfabeti idioti.

A) I disfattisti, miserabile zavorra umana, che si è ridotta a vivere negli angiporti, nei ripostigli, negli angoli oscuri.
B) Cialtroni, farabutti, imbroglioni, cocco belli, pulcinella, sfessati, sfrantummati, sciammannati, somari.

A) È un imbecille, un cialtrone, un cialtrone fanatico. Non è che una forza destinata a durare qualche anno. Non resterà di lui nessuna traccia.
B) Sono tutti mezze pippe, che vi possano ammazzare tutti quanti.

A) Coloro che fanno credere che noi abbiamo obbedito a imitazioni, o a suggestioni, sono dei poveri deficienti ai quali non sappiamo se dirigere il nostro disprezzo o la nostra pietà.
B) È una infame, da ucciderla.

A) Quando in un paese si adorano le bestie al punto da far per loro cimiteri, ospedali, case; quando si fanno lasciti a pappagalli, è segno che la decadenza è in atto.
B) Ho ascoltato puttanate incredibili! Atti di camorrismo giornalistico, di aggressioni personali, di imbecillità, tutto parte delle lobby radical chic del paese. Spero di incontrare quel grandissimo sfessato di giornalista di notte, al buio.

A) Ora vi farò una confessione che vi riempirà l’animo di raccapriccio. Sono pensoso prima di farla. Non ho mai letto una pagina di Benedetto Croce [Vivissima ilarità, vivissimi applausi]. I filosofi risolvono dieci problemi sulla carta, ma sono incapaci di risolverne uno solo nella realtà della vita [Vive approvazioni].
B) Gli intellettuali? Una banda di parcheggiatori abusivi.

A) Oggi siamo superbamente soli, contro tutti e all’infuori di tutti. Soli con quello che abbiamo fatto in due anni di governo, soli con la nostra responsabilità, con il nostro destino, con il nostro coraggio.
B) Ci siamo fatti un mazzo così. In poco tempo abbiamo costruito una sanità svedese. Abbiamo impedito una carneficina con le nostre decisioni. Ci siamo conquistati il rispetto di tutta l’Italia.

A) Il regime sta saldo come una montagna di granito, contro la quale è vano il rancore degli spodestati, la congiura dei criminali, la calunnia degli impotenti.
B) A quello lo dovete sequestrare… sputategli in faccia.

A) Ma veramente, in regime dei partiti, il popolo è sovrano? Il popolo elettorale è chiamato a ratificare scelte fatte dai partiti. Non ho nessuno scrupolo a dichiarare che il suffragio elettorale è una pura finzione convenzionale. Non dice nulla e non significa nulla.
B) Finiamola con queste palle, come la democrazia diretta. Non abbiamo tempo da perdere. Regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l’illusione di essere sovrano. E poi queste puttanate che dicono sul Senato. La democrazia è il governo della minoranza più forte, l’idea che ogni cittadino deve avere la sua rappresentanza è un’imbecillità…Io sono la destra europea.

A) Si porta attraverso le nostre adorabili città un folklore primitivo e qualche volta indegno, quando si vedono in abbigliamenti primitivi e da selvaggi uomini e donne passeggiare sui marmi dei nostri meravigliosi palazzi, delle nostre sacre e monumentali basiliche.
B) Se vediamo nelle pubblicità belle ragazze toniche che corrono con i vestiti aderenti sono cose che ti consolano, ma ho visto vecchi cinghialoni della mia età che correvano con la tuta alla caviglia, una seconda alla zuava, i pantaloncini sopra, che facevano footing in mezzo ai bambini. Andrebbero arrestati a vista per oltraggio al pudore

A) Occorre vegliare sugli oziosi, sui vagabondi, sui mendicanti, sulle donne di malaffare, sui giocatori recidivi.
B) Davanti allo stadio c’era accampata brutta gente. Io li ho buttati a mare. Questo faccio io a chi non rispetta le leggi: calci nei denti e li butto a mare. Io smonto i campi Rom e me ne frego di dove quella gente va a finire. In altre parti li integrano? Io li prendo a calci nei denti se occorre, il cielo stellato ce lo godiamo noi.

A) Chi pensa di sostare? Sostare è retrocedere. Non è tempo di ozi e di querele, ma tempo di lavoro e di battaglie.
B) Prendiamo il nostro amico qui presente, notoriamente clientelare [risate e applausi dalla platea]. Come sa fare lui la clientela lo sappiamo. Una clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda. Che cosa bella! Ecco, il suo impegno sarà di portare a votare la metà dei suoi concittadini. Li voglio vedere in blocco, armati, con le bandiere andare alle urne a votare Sì, vedi tu come Madonna devi fare, offri una frittura di pesce, portali sulle barche, sugli yacht, fai come cazzo vuoi tu, ma non venire qui con un voto in meno di quelli che hai promesso [altre risate dalla platea] Poi vi piace o no quello che votate, a me non me ne fotte un cazzo.

A) Signori, è tempo di dire che l’uomo prima di sentire il bisogno della cultura, ha sentito il bisogno dell’ordine. In un certo senso, si può dire che il poliziotto ha preceduto nella storia il professore.
B) Mi è capitato di sentire una mammina, con gli occhi ridenti e fuggitivi, che diceva: “La mia bambina è venuta da me piangendo e mi ha detto mamma, voglio andare a scuola per imparare a scrivere”. Credo che sia l’unica bambina d’Italia che piange per andare a scuola, l’unica al mondo a dare pure la motivazione: voglio imparare a scrivere, mi manca la grammatica e la sintassi, mi mancano gli endecasillabi. È un OGM, cresciuta dalla mamma con latte al plutonio”.

A) Le donne sono ciò che gli uomini desiderano che esse siano: per me la donna è una piacevole parentesi nella mia esistenza sopraccarica. Più un uomo è intelligente, meno ha bisogno di una donna che sia parte integrale di lui medesimo.
B) «Mi pare abbastanza evidente che la gentile signorina non ha bisogno di una mia risposta politica o programmatica, ma ha bisogno di affetto. E sinceramente, per come sto combinato non credo di poterle dare assistenza»

A) L’Italia è una menzogna vivente
B) A Napoli ci sono persone geneticamente ladre: ladri di camorra o ladri di pubblica amministrazione non fa differenza.

A) Qualche volta ho pensato che dopo cinque anni avrei vista compiuta gran parte della mia fatica. Signori, mi accorgo che non è così. Mi sono convinto che io debba assumermi il compito di governare ancora da dieci a quindici anni. È necessario.
B) Se penso al terzo mandato? Certo che ci penso, penso al terzo, al quarto, al quinto, al trentesimo. Dovete andare a piedi a Pompei se decido di fare il terzo mandato.

Le parole dell’uno furono espresse alla vigilia di una immane tragedia quale la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Francia e alla Gran Bretagna, quelle dell’altro lungo una carriera di insulti violenti agli avversari. Il 10 giugno 1940 tutti i dipendenti pubblici che lavoravano a Roma furono obbligati a partecipare all’adunata in piazza Venezia per ascoltare le parole di Mussolini, per il 28 ottobre sono stati pagati i pullman per portare gli studenti a sentire De Luca.
L’umiliazione degli avversari non può appartenere allo stile, alla sensibilità della cultura del pacifismo. La storia ce lo ha dimostrato. Un offensore seriale, un guerrafondaio della parola, non è credibile come pacifista. I pacifisti opportunistisono terribili al pari dei guerrafondai.

Questo articolo è stato pubblicato su Repubblica

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