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Le criptovalute invadono l’Africa

I pagamenti con gli strumenti digitali come i Bitcoin sono in forte crescita, anche a causa della debolezza delle istituzioni. Piรน risparmi e meno controlli, ma alti rischi di speculazione.

Le nuove tecnologie digitali stanno riscuotendo un notevole successo in Africa, nonostante le considerevoli carenze infrastrutturali che penalizzano molti paesi, soprattutto nella macroregione subsahariana. Tale sviluppo รจ stato favorito a livello planetario dai progressi della crittografia โ€“ lโ€™applicazione di metodi per rendere un messaggio comprensibile solo a persone autorizzate a leggerlo โ€“ e dalle molteplici e costanti evoluzioni della rete internettiana.

Tra le piรน significative applicazioni della tecnologia digitale al settore finanziario spiccano certamente le criptovalute (o valute virtuali), la piรน nota delle quali รจ il bitcoin che rappresenta ancora oltre il 40% del mercato totale globale. La popolazione dellโ€™Africa subsahariana, che per il 57% non ha ancora accesso ai servizi bancari, sta manifestando grande interesse, in alcune sue componenti, verso le criptovalute.

Secondo Chainalysis, una societร  privata di New York che studia le applicazioni delle nuove tecnologie chiamate blockchain, nel 2020 il mercato delle criptovalute in Africa รจ cresciuto piรน del 1.200%. Ciรฒ รจ dovuto ad una molteplicitร  di fattori che vanno dalla debolezza delle monete locali, ai sistemi politici e bancari instabili, dalle restrizioni finanziarie alla poca fiducia nelle istituzioni locali. Ciรฒ che colpisce maggiormente รจ il fatto che nonostante lโ€™Africa rappresenti solo il 3% del valore globale di criptovalute, nella top list internazionale dei 20 paesi, primi per il loro utilizzo, 5 sono africani: la Nigeria, il Kenya, il Togo, il Sud Africa e la Tanzania. Per lโ€™Africa, รจ bene precisarlo, non si tratta della tradizionale quota del mercato ma del numero di cittadini coinvolti. La crescita delle criptovalute in Africa รจ dovuta in particolare al diffuso utilizzo dei trasferimenti di denaro tramite dispositivi mobili. Il vantaggio principale sta nel fatto che il mittente ed il ricevente della rimessa riducono le spese di trasferimento, stimate mediamente attorno al 7% dellโ€™ammontare di denaro che sโ€™intende inviare in patria.

Basti pensare che il mercato del denaro in criptovalute inviato alle famiglie in Africa, da chi si รจ stabilito altrove, consente alla gente di risparmiare complessivamente almeno 2 miliardi di dollari che altrimenti sarebbero stati spesi in costi di transazione. Inoltre, lโ€™invio della rimessa tramite criptovalute consente un trasferimento essenzialmente immediato dal punto di vista temporale. Secondo la Banca Mondiale (BM), circa il 60% dei trasferimenti di denaro attraverso dispositivi mobili a livello planetario sono operati in Africa. Ecco che allora attraverso un normale smartphone รจ possibile accedere ai cosiddetti registri digitali che hanno il compito di memorizzare le transazioni di dati tra diverse parti collegate tra loro in modo aperto e protetto. Lโ€™aspetto fortemente problematico riguarda gli investimenti. Infatti, molti utenti, anzichรฉ acquistare una criptovaluta aprendo un conto exchange, con lโ€™intento di conservarla in un portafoglio digitale (wallet), per poi trarne profitto dallโ€™aumento del suo prezzo, si espongono direttamente sul mercato delle criptovalute affidandosi a congegnosi sistemi che costringono al gioco dโ€™azzardo.

Da rilevare che le criptovalute sono tendenzialmente volatili, e quindi non รจ facile capire quali possano essere i fattori in grado di influenzarne gli andamenti di mercato. Diversamente dalle tradizionali valute a corso legale in circolazione sui mercati, le criptovalute non hanno alle spalle una Banca centrale che distribuisce nuova moneta, ma si basano fondamentalmente su due principi: un network di nodi, cioรจ di pc, che la gestiscono in modalitร  distribuita, peer-topeer (ovvero tra due dispositivi direttamente, senza necessitร  di intermediari); e lโ€™uso di una forte crittografia per validare e rendere sicure le transazioni. Come rileva la Consob (Commissione nazionale per le societร  e la Borsa in Italia), ยซin un contesto di assenza di obblighi informativi e di regole di trasparenza, le piattaforme di scambio sono esposte a elevati rischi operativi e di sicurezza: esse, infatti, a differenza degli intermediari autorizzati, non sono tenute ad alcuna garanzia di qualitร  del servizio, nรฉ devono rispettare requisiti patrimoniali o procedure di controllo interno e gestione dei rischi, con conseguente elevata probabilitร  di frodi ed esposizione al cybercrimeยป.

Sta di fatto che i governi africani sono preoccupati del fenomeno. Ad esempio lโ€™Algeria ha tassativamente proibito lโ€™acquisto di criptovalute, pena il carcere, mente la Nigeria che deve misurarsi con un tasso di inflazione del 12% circa, ha riconosciuto che per il momento non รจ in grado di controllare e regolamentare il mercato, ma ha comunque lanciato lo scorso ottobre lโ€™E-naira, una moneta virtuale prodotta dalla Banca centrale per promuovere lโ€™inclusione economica e facilitare i trasferimenti di denaro allโ€™estero. Al contempo le autoritร  bancarie hanno temporaneamente sospeso numerosi conti correnti poichรฉ potenzialmente legati a transazioni finalizzate al finanziamento di organizzazioni terroristiche e criminali presenti nel paese. La posta in gioco รจ alta perchรฉ, andando avanti di questo passo, senza regolamenti, le criptovalute metteranno sempre piรน a rischio la sovranitร  monetaria degli stati. Ciรฒ non toglie che nel panorama africano cโ€™รจ unโ€™eccezione, la Repubblica Centrafricana (Car), la cui popolazione รจ considerata tra le piรน povere al mondo, con reddito annuo pro capite di 500 dollari.

Ebbene, il governo di Bangui ha dato il via libera al lancio della sua criptovaluta, il Sango Coin, divenendo cosรฌ la seconda nazione al mondo a dare lโ€™autorizzazione per il corso legale ad una criptovaluta, dopo El Salvador. Tuttavia, รจ stata la prima nazione africana a farlo ed oggi dispone dunque di una propria divisa digitale, il Sango Coin appunto. Molti esperti di questo settore sono rimasti sorpresi per la decisione dellโ€™esecutivo di Bangui, mentre il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha messo in guardia le autoritร  della Car sul fatto che una valuta digitale nazionale non รจ la soluzione adatta per affrontare le sfide socioeconomiche nazionali. Lโ€™economista Paolo Raimondi spiega che il progetto dei decisori politici centrafricani รจ quello di utilizzare il Sango Coin ยซper tutte le operazioni di finanziamento, di sfruttamento e commerciali legate alle materie prime e allโ€™accaparramento del territorio, bypassando, in altre parole, il dollaro, lโ€™euro o il franco Cfa. Rimane il fatto che in un paese come il Centrafrica, dove solo una persona su dieci ha accesso a Internet e la rete elettrica รจ quasi assente, la scelta di Bangui รจ anacronisticaยป.ย Iย noltre โ€“ spiega sempre Raimondi โ€“ il Sango Coin รจ stato lanciato nel periodo meno indicato: ยซDalla fine del 2021, la capitalizzazione di mercato delle risorse digitali รจ diminuita di circa 2.000 miliardi di dollari, con il bitcoin in calo di oltre il 55% dallโ€™inizio dellโ€™annoยป. Il rischio, dunque, รจ quello di cadere dalla padella alla brace. Sono ben altre le riforme economiche e finanziarie di cui ha bisogno lโ€™Africa. Ad esempio, in una logica panafricana ispirata al multilateralismo, sarebbe auspicabile il rilancio di una vecchia idea, peraltro oggi caldeggiata da non pochi governi africani: quella di creare una moneta unica continentale.

Questo articolo รจ stato pubblicato su l’Avvenire il 19 agosto 2022

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