Clima, pandemia e guerra: una multicrisi incontrollata che minaccia la nostra esistenza

di Kamran Abbasi /
9 Aprile 2022 /

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[Condividiamo l’editoriale di Kamran Abbasi, direttore del British Medical Journal, tradotto e pubblicato sul magazine Atlante, dell’Istituto Treccani, dalla redazione di Storie Corali. L’articolo è preceduto da una nota della redazione, ricca di spunti e riflessioni].

L’ironica attribuzione di un Nobel per la medicina a Putin per averci d’un tratto “liberato” dal Covid che ha circolato sui social media nei giorni scorsi ha avuto almeno il vantaggio di confermare un nesso: quello fra guerra e pandemia. Come accadde negli anni Venti del secolo scorso con la connessione tra Grande guerra ed epidemia di influenza “spagnola”, ora il collegamento è chiaro: si è passati dalle metafore belliche alla lettera della guerra, dal coprifuoco metaforico a quello vero e proprio, dal Covid-19 all’Ucraìna-22.

Nell’editoriale che Kamran Abbasi, direttore del British Medical Journal, ha pubblicato il 16 marzo nella sua prestigiosa rivista il discorso si allarga a un ulteriore elemento, quello della crisi climatica. Il rapporto tra le catastrofi che rappresentano una minaccia per l’esistenza stessa della specie è giocato sul piano di un attacco neppure troppo velato alla politica, alle sue inerzie e alla sua incapacità di decisione. Tra guerra e pandemia da Covid-19 la relazione stretta è da vedere sul piano di politiche di sanità pubblica – o di finanziamento alla ricerca e alla raccolta di dati epidemiologici – che si possono definire, con una certa moderazione, improvvide.

La politica non riesce a gestire quella che qui è chiamata una ‘multicrisi’ perché vede una crisi sola alla volta, e non riesce a essere lungimirante e a pensare al futuro. Tra guerra e pandemia emerge anche un ulteriore nesso che si rafforza nella retorica che nutre il discorso sia politico sia pubblico e non più riassunta, questa volta, nello slogan “andrà tutto bene”, bensì veicolata da un “va tutto bene” silente, ma che ci pare vano e poco risolutivo. In questi tempi caratterizzati da più crisi pare infatti lecito chiedersi se davvero stia andando tutto bene o se, al contrario, si delinei come sempre più urgente la necessità di mettere in atto azioni efficaci per contrastare emergenze da tempo presenti e tra loro in relazione.

Imparare a convivere con la circolazione del virus non dovrebbe allora necessariamente equivalere a sminuire l’importanza di un evidente e reale aumento dei casi di contagio e del numero di morti, così come celebrare l’efficacia dei vaccini non dovrebbe condurre a minimizzare la probabilità che nuove varianti potrebbero presentarsi riducendone, inoltre, l’efficacia. Allo stesso modo, il passaggio da una logica delle “protezioni” a una delle “restrizioni” potrebbe essere promosso a patto che il linguaggio della “libertà” non rischi di renderci impreparati a prossime e future ondate, e che la gestione della pandemia riesca a prevedere concretamente la possibilità che tutti siano messi in condizione di potersi proteggere. 

Ciò che allora colpisce dinanzi alle crisi è la mutazione stessa nell’attenzione politica, la variabilità delle posture (di chi governa), l’enormità delle contraddizioni, o l’illogica assurdità delle scelte; l’assenza di una visione lungimirante. Pensiamo alla guerra: si direbbe che in essa si dia sempre luogo al dispiegamento di un male assoluto. “La guerra non la vuole nessuno”, si dice. I ceti dominanti, però, la vogliono anche se non la parlano. Non esiste un parler guerre, perché la guerra non è comunicabile: come il dolore o la sofferenza, essa distrugge il linguaggio e la sua fondatezza comunicativa. Per questo le classi dirigenti fanno ricorso alla menzogna pura, a contorsioni comunicative, volgendo la guerra al suo contrario, per poterne parlare: missioni di pace o guerra umanitaria sono gli eufemismi ossimorici più drammatici che la mente umana abbia prodotto nel tempo. Teniamoci quindi stretto il ripudio della guerra scritto nell’art. 11 della nostra Costituzione (sana e robusta, nata anch’essa dalla guerra e dalla Resistenza) e facciamolo valere nella concretezza viva dell’oggi.

Storie corali

* Ringraziamo Kamran Abbasi e il British Medical Journal per averci concesso la traduzione e la pubblicazione di quest’articolo. La traduzione è a cura di Maria Conforti e Virginia De Silva. Il testo originale, in inglese, dell’articolo è disponibile qui.

Nel fuoco della pandemia abbiamo messo in stallo la nostra risposta al cambiamento climatico. Nel fuoco della guerra della Russia contro l’Ucraina, la pandemia e il cambiamento climatico passano adesso in secondo piano. Questo è in una certa misura inevitabile, ed è comprensibile che un atto illegale di aggressione che sta uccidendo migliaia e obbligando milioni di persone a spostamenti forzati sia la nostra sfida più urgente. Tuttavia, anche l’azione per il clima è estremamente urgente, come ribadito dall’ultimo rapporto dall’Intergovernmental Panel on Climate Change. «I professionisti della salute e le comunità per cui lavoriamo stanno affrontando uno stress tremendo», sostengono Renee Salas e colleghi, «ma non dobbiamo distogliere la nostra attenzione dall’emergenza climatica» [1].

L’attenzione politica viene facilmente distratta, e c’è un gran desiderio di ricominciare. Prendiamo ad esempio il fatto che la Russia abbia preso di mira gli operatori e le strutture sanitarie, in violazione delle convenzioni internazionali. Perché la Russia non è stata ritenuta responsabile per tattiche simili adottate in Siria, tattiche che hanno spinto le strutture e gli operatori sanitari letteralmente sottoterra? [2].  Perché affrettarsi in questi giorni a dichiarare che la pandemia è passata, quando i casi sono in aumento ed esiste la reale possibilità di varianti ancora più preoccupanti? [34]. È consolante che le minacce alla nostra stessa esistenza raramente vengano a tre alla volta, ma la nostra incapacità di gestire una crisi multipla – o di gestire insieme multiple crisi – potrebbe essere la minaccia esistenziale più seria di tutte.

Il cambiamento climatico e la pandemia di covid stanno contribuendo ad aumentare la domanda di servizi di salute mentale [56]. Ma anche il personale sanitario è in crisi [78], non solo perché fa fatica a fornire questi servizi, ma anche perché non riesce più a raggiungere gli obiettivi stabiliti nella cura del cancro [9]. In un servizio assediato dalle richieste dei pazienti e dalle interruzioni nelle cure [1011], l’importanza della leadership in campo clinico e sanitario non è mai stata così evidente, anche se i leader, un tempo motivati da una combinazione di «denaro potere gloria, e altruismo», sono diventati più difficili da trovare [12]. La risposta, dice Partha Kar, potrebbe essere quella di motivare le persone ad affrontare le sfide del National Health Service nel mondo reale, piuttosto che promuovere aggressivamente uno «scintillante mondo nuovo».

Eppure semplificare la complessità è l’essenza del gioco politico. «Ora abbiamo antivirali efficaci» è il messaggio della politica: ma i dati raccolti sul molnupiravir dicono che non è così [1314]. «Omicron non è una preoccupazione»: ma nonostante la vaccinazione questa variante continua a rappresentare una causa di importante morbilità e mortalità [15]; e sta cominciando ad emergere l’impatto neurologico del Covid, con prove crescenti del peso clinico a lungo termine della malattia [16]. È questa logica opportunistica che porta a decisioni come di smantellare iniziative di ottimo livello, come il sistema di sorveglianza Covid del Regno Unito, che rimane essenziale mentre una pandemia globale continua a imperversare [17] o di vendere al settore privato il molto elogiato centro di produzione e innovazione dei vaccini del Regno Unito [18]. Quello che succederà quando la prossima pandemia, la prossima crisi, inevitabilmente emergerà non sembra essere un problema dei leader di oggi.

Se si smantellano i pilastri della salute pubblica [19], ci si sbarazza delle innovazioni di ottimo livello nate dalle avversità, si permette ai dittatori di bombardare e distruggere operatori e strutture sanitarie; se non si investe in sistemi, procedure e soluzioni a lungo termine per affrontare l’impatto sulla salute e sul benessere del nostro mondo in multicrisi – in breve, se si vende un luccicante sogno nuovo quando i problemi della società sono profondi e gravi – non c’è da meravigliarsi che l’umanità continui ad accumulare una crisi minacciosa sopra l’altra. Per quanto sia difficile, questa multicrisi globale richiede tutta la nostra attenzione e un migliore controllo.

Bibliografia

1. Beyeler N, Salas RN. An unequivocal call to climate action for the health sector, BMJ2022;376:o680

2.  Nott E, Ukraine invasion: Why I fear for Ukraine’s healthcare workers, BMJ2022;376:o605. doi:10.1136/bmj.o605 pmid:35256383 FREE Full Text 

3.  Middleton J., We can live with covid, but that doesn’t have to mean living with avoidable deaths and disability,  BMJ2022;376:o638doi:10.1136/bmj.o638 FREE Full Text 

4.  Iacobucci G., Covid-19: Hospital admissions rise as cases increase in over 55s., BMJ2022;376:o654. doi:10.1136/bmj.o654 pmid:35277416 FREE Full Text 

 Iacobucci G., England saw record 4.3 million referrals to mental health services in 2021, BMJ2022;376:o672doi:10.1136/bmj.o672 FREE Full Text 

6.  James A., Why has mental health been forgotten in the government’s recovery plans?, BMJ2022;376:o585. doi:10.1136/bmj.o585 pmid:35246455 FREE Full Text 

7.  Iacobucci G., Reduce GPs’ workload to tackle workforce crisis, MPs are told, BMJ2022;376:o684doi:10.1136/bmj.o684 FREE Full Text 

8.  Christie B., Scotland’s new staffing plan is criticised for failing to tackle retention problems, BMJ2022;376:o674. doi:10.1136/bmj.o674 pmid:35288418 FREE Full Text 

9.  Iacobucci G., Government has overseen “years of decline” in cancer and elective care, say MPs, BMJ2022;376:o682doi:10.1136/bmj.o682 FREE Full Text 

10.  Salisbury H., Helen Salisbury: Valuing our reception teams, BMJ2022;376:o665doi:10.1136/bmj.o665. FREE Full Text 

11.  Oliver D., David Oliver: Interrupting doctors’ work, BMJ2022;376:o655doi:10.1136/bmj.o655 FREE Full  Text

12.  Kar P., Partha Kar: To improve clinical leadership we need a dose of realism, BMJ2022;376:o651doi:10.1136/bmj.o651 FREE Full Text 

13.  Brophy JM., Molnupiravir’s authorisation was premature, BMJ2022;376:o443. doi:10.1136/bmj.o443 pmid:35241455 FREE Full Text 

14.  Agarwal A, Rochwerg B, Lamontagne F, et al., A living WHO guideline on drugs for covid-19, BMJ2020;370:m3379. doi:10.1136/bmj.m3379 pmid:32887691 Abstract/FREE Full  Text

15.  Lauring AS, Tenforde MW, Chappell JD, et al., Influenza and Other Viruses in the Acutely Ill (IVY) Network. Clinical severity of, and effectiveness of mRNA vaccines against, covid-19 from omicron, delta, and alpha SARS-CoV-2 variants in the United States: prospective observational study, BMJ2022;376:e069761. doi:10.1136/bmj-2021-069761 pmid:35264324 Abstract/FREE Full Text

16  Xintong L., Raventos B., Roel E. et al., Association between covid-19 vaccination, SARS-CoV-2 infection, and risk of immune mediated neurological events: population based cohort and self-controlled case series analysis, BMJ2022;376:e068373

17. Clarke J., Beaney T., Majeed A., UK scales back routine covid-19 surveillance, BMJ2022;376:o562. doi:10.1136/bmj.o562 pmid:35246445 FREE Full Text 

18.  Glover R.E., Roberts A.P., Singer A.C., Kirchhelle C., Sale of UK’s Vaccine Manufacturing and Innovation Centre, BMJ2022;376:e069999. doi:10.1136/bmj-2022-069999 pmid:35197301 FREE Full Text 

19.  Karan A., We cannot afford to repeat these four pandemic mistakes, BMJ2022;376:o631 FREE Full Text  

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