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Bologna, lettera aperta degli ambientalisti contro il Passante

Di fronte all’urgenza di avviare un percorso di transizione climatica “finora abbiamo visto striscioni appesi alle finestre del Municipio, siti web e tanti slogan”, scrive la Rete delle lotte ambientali bolognesi, ma servono “fatti concreti e decisioni urgenti per affrontare un’emergenza ancor più pericolosa della pandemia che stiamo attraversando”.

La Rete delle lotte ambientali bolognesi, che mette insieme gruppi, comitati e associazioni impegnate su temi ambientali e legati all’emergenza climatica, comunica di aver scritto una lettera aperta alla Giunta e al Consiglio comunale per chiedere misure urgenti per affrontare l’emergenza climatica e tutelare la salute. “Il precedente Consiglio Comunale ha dichiarato l’emergenza climatica il 30 settembre 2019. Dopo due anni, possiamo dire che troppo poco è stato fatto per invertire la rotta e mettere Bologna sulla strada della transizione climatica. Nel frattempo, i report scientifici delineano scenari sempre più drammatici, e il Pianeta ha imboccato la strada di un riscaldamento globale incontrollato che ci porterà alla catastrofe. La Giunta comunale è ricca di deleghe che hanno a che fare con la transizione climatica, e in Consiglio siedono donne e uomini che hanno più volte esplicitato la propria preoccupazione per questa emergenza e partecipato a percorsi civici e sociali su queste tematiche. Riteniamo sia giunto il momento di porre in essere misure urgenti e radicali per cambiare il volto della città e la nostra quotidianità, conciliando tutela ambientale, salute e giustizia sociale. A tal proposito, la nostra Rete ha presentato la scorsa primavera il ‘Piano per la rivoluzione ambientale’, con una serie di proposte e spunti concreti per iniziare ad affrontare l’emergenza. Vogliamo richiamare la vostra attenzione sulla necessità di cambiare al più presto paradigma: la nostra bussola collettiva deve essere la transizione ecologica, a cui ogni altro interesse economico, urbanistico, infrastrutturale deve essere subordinato”.

Da questo punto di vista, “riteniamo imprescindibile la rinuncia a ogni ipotesi di allargamento del Passante autostradale di Bologna- continua la lettera- e a tutte le opere annesse che comportano ulteriore cementificazione. Come hanno ribadito diversi studiosi, automobili e mezzi pesanti sono, indipendentemente dall’energia che li muove, inconciliabili con la transizione climatica, e perciò l’obiettivo può essere soltanto uno: ridurre il numero di mezzi circolanti su strada, sia privati sia commerciali. Chiediamo perciò al Consiglio Comunale di votare no all’allargamento del cosiddetto ‘Passante di mezzo’ e alla Giunta di attivarsi per rendere disponibili alternative economiche, rapide e sicure all’uso dell’auto privata e dei mezzi pesanti su gomma per iltrasporto merci. Quello dello stop a qualsiasi ipotesi di allargamento del Passante autostradale è per noi un primo, imprescindibile e paradigmatico passo per non minare la credibilità e l’efficacia di un percorso capace di fare di Bologna un esempio virtuoso. In ogni caso, prima di approvare un’opera inutile e dannosa come questa, occorre avviare immediatamente un monitoraggio continuo dei livelli di inquinamento con centraline fisse installate lungo il tracciato e inserite nel sistema di rilevamento di Arpae. Sulla base di questi dati deve essere condotta un’indagine epidemiologica per caratterizzare lo stato di salute della popolazione residente, da enti indipendenti e scientificamente affidabili. Queste indagini sono necessarie a prescindere dall’esito del progetto di allargamento. Senza queste informazioni, insistere sul potenziamento del Passante di mezzo sulla base di studi condotti da Autostrade per l’Italia SpA è segno di scarsa attenzione alla salute pubblica”.

Scrive ancora la Rete: “Vi chiediamo di intervenire da subito per fermare la cementificazione di aree agricole, diminuire rapidamente il numero di veicoli a motore che circolano in città a favore di bici e pedoni, implementare il patrimonio arboreo urbano ed in particolare la fascia boscata a nord della città, rigenerare ex aree militari incrementando spazi sociali e verdi. Riteniamo fondamentale l’obiettivo di istituire l’assemblea cittadina sul clima con le modalità previste dallo Statuto, per affrontare le questioni legate alla transizione rendendo effettiva la partecipazione e favorendo la consapevolezza civica. Finora, abbiamo visto striscioni appesi alle finestre del Municipio, siti web e tanti slogan. Continueremo a vigilare sull’operato dell’amministrazione comunale e a mobilitarci se dovesse confermare scelte dannose per il bene comune. Da voi ci aspettiamo fatti concreti e decisioni urgenti per affrontare un’emergenza ancor più pericolosa della pandemia che stiamo attraversando: la crisi climatica”.

Questo articolo è stato pubblicato su Zic il 29 novembre 2021

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