Bologna, grave la mancanza di fondi per le scuole serali

di Ilaria Venturi /
10 Settembre 2021 /

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Ad oggi non ci sono le risorse per far partire tutti i corsi a Bologna. La protesta in Provveditorato.


Alla fine della terza media si è iscritta a un corso professionale della Regione, a 16 anni ha chiuso i libri per sempre. “Che errore, avevo proprio la testa fra le nuvole, me ne sono pentita quando sono rimasta incinta del primo figlio, poi è arrivata la seconda, è stato difficile riprendere a studiare”. Ma Barbara Barbato, 51 anni, ce l’ha fatta: le manca un anno per arrivare al diploma al tecnico industriale, indirizzo di elettronica, alle Aldini-Valeriani. Solo che la sua scuola non c’è più.

Non partono i corsi serali alle superiori di Bologna, ad oggi mancano ancora le risorse per mettere tutti i docenti necessari in cattedra. “Uno scandalo”, si arrabbiano gli studenti ormai adulti che stamattina hanno protestato davanti all’ufficio scolastico e sabato vogliono farsi sentire col ministro Patrizio Bianchi annunciato alla Festa dell’Unità.

“Ci tolgono un diritto, oltre al sogno di avere più opportunità e contratti stabili sul lavoro: è grave”. A Barbara il ritorno tra i banchi è costato tre anni di sacrifici: la sveglia, il lavoro alle 9 del mattino, quando non alle 8 per fare gli straordinari, l’uscita alle 18 e la corsa alle Aldini per le lezioni che iniziavano un quarto d’ora dopo e finivano alle 23, “con la figlia più piccola che dovevo lasciare sola a casa tutte le sere”.

Il biennio è il più duro, fai due anni in uno. “Al lavoro mi hanno consigliato di diventare perito elettronico, ho cominciato nel reparto di confezionamento del prodotto, posso fare di più. Crescere intellettualmemte era un mio desiderio e ora non possono dirmi che ho buttato via tre anni di fatiche e rinunce e che la possibilità di arrivare al diploma non c’è più: non è giusto. Tra l’altro non capiamo perché interrompono i nostri corsi solo a Bologna. Potremmo andare a Modena, ma come si fa, è già molto difficile così”.

Corsi serali, la protesta

“Non ha senso tutto questo, siamo al 7 settembre e non sappiamo nulla: tutte le classi dei corsi serali devono essere garantite” dice Elena Sofia Patacchia, studentessa al serale Manfredi-Tanari. Stamattina un gruppo di studenti e professori ha protestato davanti all’ufficio scolastico provinciale con gli striscioni: “Lo studio è un diritto anche dei lavoratori”, “Ridateci il serale, è un nostro diritto. professori e studenti gettati in strada”.

Egidio Atti, 26 anni, ha lasciato gli studia 16 anni dopo due anni di Its: “L’errore più grande è stato non studiare prima ed ora stiamo dando il massimo. E’ molto grave che non si garantiscano tutti i corsi, sia per quelli come noi che devono fare la Maturità sia per chi è al biennio o al terzo e quarto anno. Io ho sacrificato tre anni della mia vita tra lavoro e studio, mettendo da parte tante cose, le uscite con gli amici e la ragazza, per arrivare a un diploma. E ora? Chiediamo certezze. Il titolo di studio significa tanto per noi: la possibilità di crescere sul lavoro, di avere contratti a tempo indeterminato e di poter realizzare sogni. Io lavoro alla Dino Corsini nel reparto logistico, mi trovo benissimo e anzi mi hanno permesso di studiare agevolandomi sugli orari. Il mio sogno è lavorare nell’automobilismo, in Formula 1. Con il diploma in Meccatronica potrei provarci…. Lo faccio per me e per dare un insegnamento ai miei nipoti affinche capiscano il valore dello studio. Un diritto che non ci devono togliere”.

Questo articolo è stato pubblicato su la Repubblica il 7 settembre 2021

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