Andrea Cegna ha pubblicato un libro che ci fa capire meglio che cosa sta succedendo oggi nelle nostre città.
Sapete quando ci si allontana un pochino, si guarda il mondo da lassù e dopo un pò di tempo si comincia a capire come sta girando?
Cosa succede in Città? Lo spazio urbano e l’interesse economico di Andrea Cegna è una raccolta di interventi di attivist*, scienziat* sociali, geograf* e ricercator* che ci raccontano (essendo anche abitanti) in modo davvero ricco ed esteso diverse metropoli globali. Ce le spiegano da un punto di vista situato, da osservatori militanti ma anche a partire dal loro vissuto quotidiano.
E che cosa sta succedendo? Non posso anticipare troppo il libro perché vi sto invitando a tenerlo in mano.
Posso solo dirvi che parla di che cosa sono le città nel contemporaneo, e lo fa cercando di sviscerare il loro essere impossibile. Le domande che mi sono portato dentro lungo la lettura ruotano tutte attorno ad una sorta di convivenza degli opposti: come è possibile che le città siano allo stesso tempo il luogo delle grandi povertà e delle fabbriche più operose? come è possibile che le città siano il luogo di massimo sfruttamento e allo stesso tempo di massima emancipazione ed invenzione sociale? Come possono essere il luogo più inquinato e allo stesso tempo il laboratorio per le politiche green del futuro? Il luogo domestico più violento e il rifugio per tutt* coloro che cercano diritti e spazi safe? Il luogo in cui è più evidente la sete di profitto dei mercati e allo stesso tempo risaltano le fucine della resistenza dai populismi e della crisi democratica?
E’ un libro che parla di Greenwashing, dell’escalation dei processi di razzializzazione interna alle metropoli, e delle nuove forme di controllo sia digitale che poliziesco. E’ un libro che parla del concetto stesso di sicurezza, e di quali istituzioni la gestiscono. Se essa sia solo quella repressiva, poliziesca e del decoro, o se al contrario ci si possa sentire sicuri proprio solo se non c’è più nessuno che reprime, che ci spia e che ci violenta.
Scrivo questa recensione perché credo che sia molto importante capire le sfide che ci attendono. Andrea Cegna condivide la domanda che abbiamo rilanciato in tant* in questi anni. Ci sono tre grandi sfide che possono fare la differenza: la lotta al patriarcato, la decolonizzazione e la giustizia climatica. Sotto questa lente, che è la lente dei movimenti globali di questo inizio millennio, che ruolo giocano le politiche urbane?
Credo che il libro su questo è piuttosto scientifico e sincero: le città sono il luogo dove questi assi di oppressione crescono e si rinnovano, purtroppo non sono i luoghi in cui si mitigano e risolvono.
E’ chiaro che nei quattro continenti che il libro attraversa c’è sorprendentemente un tratto comune: i grandi interessi del privato tendono a concentrare nelle città i rapporti di sfruttamento sulla linea del genere e della razza. Quali sono le strategie mediante cui gli interessi privati ottengono successo? L’utilizzo della comunicazione e della creatività per occupare la produzione di immaginario, l’utilizzo dello stato-nazione e delle municipalità per la produzione di leggi e il controllo sempre più militarizzato e tech dello spazio pubblico. Ognuno di voi, che ora state leggendo questo articolo, ovunque siate, da Rio de Janeiro a Milano a Barcellona a Shanghai, per quanto pensiate che il vostro quartiere sia comunque carino o vivibile, sappiate che la vostra città è all’interno di un processo storico in cui grandi interessi privati stanno usando le leggi per privatizzare i servizi, aumentare il controllo e la repressione, sfruttare le nuove ondate di precari migranti e aumentare il divario tra affitti proibitivi e favelas. Meglio dirselo molto chiaramente, questa è la fase, questa è la tendenza inesorabile entro e contro cui si stanno sviluppando le alternative, il mutualismo, la cooperazione sociale, le politiche pubbliche radicalmente riformiste e immaginari differenti.
Questo articolo è stato pubblicato su Effimera il 17 luglio 2021