Vite da raccontare, vivere per raccontarle

di Silvia Napoli /
2 Giugno 2021 /

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E cosi, anche questa volta, una piccola folla di giornalisti, fotografi, televisioni e appassionati, gli amici tenaci di una delle rassegni bolognesi più amate, nata da una grande scommessa vinta del vulcanico bolognese acquisito Andrea Romeo, si ritrovano, quasi increduli per la presentazione in conferenza stampa del Biografilm 2021.

Si, perché stavolta non era di nuovo cosi scontato poter essere in presenza dentro il cinema feticcio da grandi occasioni del Biog, ovvero il sontuoso Medica Palace a prova di distanziamenti, dopo un anno di chiusure delle sale e la gioia del ritrovarsi in una piccola comunità ragionevolmente ottimista è palpabile.

Organizzazione impeccabile come sempre ma calorosa, cartelline rosse come da tradizione,un elegante grafica dell’artista Sissi, che gioca su toni più neutri nella cover programma e complessivamente un tono e un mood più asciugati, snelli, anche se il numero delle opere selezionate è complessivamente nelle medie abituali, 105 film contro i 40 che segnarono la resiliente edizione scorsa svoltasi interamente online, su piattaforma my movies. Il tono asciutto evidentemente si addice a Mauro Felicori, nuovo Assessore regionale alla Cultura, non certo novellino, tanto da scherzarci sopra in sede di prolusione, alle faccende delle politiche giovanili e culturali con tante scommesse vinte a sua volta in passato,in quella sua Bologna che se non si mette in gioco anche in modo competitivo diventa un po’ strapaese e che lui lascio per l’avventura alla reggia di Caserta anni or sono. Ugualmente una sobria aderenza alle cose fatte coniugata con una assertiva energia sono la cifra comunicativa di Lena Pasanen, la curatrice finlandese di rassegne documentarie prestigiose in tutta Europa con antecedente esperienza di programmista televisiva, che tre anni or sono, in un clima ben diverso di festa mobile, ci venne presentata come cambio della guardia alla direzione del festival dallo stesso Romeo, oggi più impegnato in sede I wonder pictures, ovvero nei gangli tra produzione e distribuzione, da sempre anello debole della catena operativa del cinema in Italia.

Come la stessa Pasanen sottolinea però, a livello di selezioni, squadra che vince non si cambia e dunque rivolge un sentito ringraziamento in primis a Caterina Mazzuccato, ovvero lo zoccolo duro del festival, ad Alessandro Dipasquale e Chiara Boschieri.

Il discorso piattaforme torna in varie modalità e accenti durante la press conf. In sostanza questa è una edizione ibrida, in cui si potrà godere dei film, equamente spartiti tra cose più celebrate e nomi sconosciuti, come Pasanen ci tiene a puntualizzare, sia in presenza che online con la possibilità di acquisti biglietti e carnet molto differenziate, ma anche di poter usufruire per 72 ore di una proiezione acquistata.

L’assessore non le manda a dire e dopo aver sottolineato come sarebbe quanto mai opportuno per la nostra regione candidarsi al primato non soltanto per la meccanica di precisione e i motori, ma anche per la cultura, di cui a suo avviso, questo festival è uno dei massimi investimenti, da implementare e dotare di respiro internazionale, aggiunge qualche considerazione polemica su tendenze conservatrici avvistate, subito dopo le prime timide avvisaglie di ritorno alla normalità. Il tema, in tutti i sensi, è di capirsi riguardo a questa supposta normalità dei bei tempi andati.

La cultura intesa come servizio pubblico deve essere comunque appannaggio di tanti, se non auspicabilmente tutti e dunque appare insensato un rifiuto aprioristico delle nuove modalità di fruizione, nate come ripiego, far di necessità virtù, ma che aprono viceversa ai giovani, specie nel settore audiovisivo, grandissime opportunità anche creative e produttive. Dunque, ben vengano le piattaforme digitali, che comunque, come chi segue queste mie divagazioni tra i fatti culturali, hanno decretato il successo di diversi film indipendenti a trazione femminile, durante questa travagliata annata.

Pasanen accoglie l’assist per affermare che tanta importanza è stata data al digitale che una sorta di sala virtuale è stata proprio titolata ad Hera, da sempre uno dei main sponsor del Festival. Del resto, chiosa, tutto l’egregio lavoro dello staff, in questi lunghi mesi, si è svolto da remoto e il risultato è sotto gli occhi di tutti perché nuove partnerships bancarie si aggiungono, nuove sinergie, nuovi progetti etici, persino nuovi luoghi di proiezione live. Ma andiamo con ordine. Delle proiezioni che potremo vedere tra il 4 e il 14 giugno, 50 sono i film diretti da donne, 42 le opere prime e ben 44 i paesi rappresentati. per tutti i film di concorso internazionale e Biografilm Italia, saranno presenti i registi a incontrare le interrogazioni del pubblico. Bio to B, sarà come sempre la parte fieristica, assolutamente da ampliare per favorire un discorso di operatori e di acquisto di opere nuove.

Le novità salienti sono rappresentate da una più stretta collaborazione con il Cassero LGBTQI, da un aggancio con il Dams, rispetto alle celebrazioni per il suo glorioso cinquantenario, dal progetto che coinvolge il carcere minorile del Pratello e l’istituto Aldini Valeriani. Nel primo caso si tratta addirittura di una collaborazione con la commissione selezionatrice per scegliere alcuni titoli da portare in concorso e nel secondo di focalizzarsi sui film che più raccontano di un attivismo trasversale e multiculturale dei giovani.

A proposito di giovani e meno, Pasanen sottolinea anche l’attenzione ad un altro aspetto rimarchevole della nostra cultura territoriale, quello musicale che qui vanta tradizioni illustri, classiche e inerenti tanto pop e rock. Pertanto parecchi saranno i film attinenti a questa tipologia. Una attenzione particolare, Pasanen intende programmaticamente riservare alle produzioni ibride, ovvero quei film apparentemente di fiction che si basano su dati e situazioni autentiche e viceversa quei docufilm, che scelgono di introdurre elementi fantastici e tecniche di animazione particolari per smorzare il linguaggio troppo crudo di certe narrazioni. A questo punto, dobbiamo riferirci alle location in presenza del festival, che avrà un desk di accoglienza dalle 14 e30 fino alle 21 e 30 al Medica Palace, che sarà sede di proiezioni insieme all’altro jolly Pop up e al cineteatro Galliera. La novità è data dalle proiezioni all’aperto che saranno, in piazza Amendola a Castelmaggiore e, udite, udite, per quanto concerne Bologna city, in uno dei luoghi più storicamente belli e significativi, ovvero il chiostro del complesso di Santa Cristina della Fondazza, una sorta di…colpo di teatro. Ci sarebbero molte domande da fare sui temi prevalenti e scorrendo la programmazione si vede come ci sia grande attenzione al tema di esodi, migrazioni, fughe, ricerca di un altrove più o meno felice e vivibile, grande attenzione al dramma palestinese. A domanda diretta, su un possibile focus pandemia, Pasanen risponde che la ricerca di finanziamenti e permessi per produzioni nuove, in tempi difficili può risultare lunghetta e dunque non possono esserci ancora opere compiute che affrontano l’argomento con la necessaria ponderata efficacia. A questo punto, diverse potrebbero essere le ulteriori argomentazioni e i motivi di conversazione, compreso l’argomento Guerrilla staff, ma il festival non è ancora iniziato e avremo tempo per approfondire. Si parte comunque giovedì 3 giugno con anteprima ad inviti al Medica, h 19e30, con un film sui film quale il Coraggio del leone, anteprima mondiale da un dietro le quinte della mostra del cinema di Venezia: madrina d’eccezione la recentissima vera madrina di quella kermesse, ovvero la splendida e stilosissima attrice Anna Foglietta.

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