A Bologna la pandemia ha aumentato le disuguaglianze sociali

di Gazzetta di Bologna /
14 Dicembre 2020 /

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Un’indagine ha rivelato quanto la pandemia abbia messo in crisi economica i bolognesi e di quanto questi siano preoccupati sul proprio futuro.

Più di un terzo dei cittadini bolognesi arriva a stento a fine mese. Tra questi più della metà ha avuto un peggioramento della propria situazione economica rispetto all’anno scorso, sintomo che questo calo di entrate sia strettamente connesso alla crisi economica generata dalla pandemia. Una situazione di forte crisi riportata oggi dall’indagine annuale per rilevare la qualità della vita dei cittadini del Bolognese pubblicata dall’Ufficio comunale di Statistica e dal Servizio Studi e Statistica della Città metropolitana di Bologna, in collaborazione con la società di ricerca SWG. 

L’indagine annuale, che rileva la qualità della vita della città di Bologna, è stata ripensata quest’anno per comprendere l’impatto del Covid-19 sull’occupazione e sul capitale sociale: ai cittadini è stato chiesto di raccontare la percezione sulle proprie condizioni e prospettive per il futuro. Il risultato evidenzia un forte aumento delle disuguaglianze sociali.

Disuguaglianze sociali accentuate

Le conseguenze a livello economico della pandemia di Covid-19 non sono equamente distribuite da i diversi gruppi sociali: aumenta il divario tra chi sta bene e chi no. Infatti, coloro che affermano di arrivare a fine mese con qualche o con molta difficoltà sono poco meno del 30% degli intervistati. Quasi un quarto del campione, inoltre, ha avuto difficoltà negli ultimi mesi a far fronte alle spese ordinarie e più della metà dei cittadini bolognesi non è riuscita a risparmiare. Inoltre, il 79% dei cittadini pensa che la propria situazione economica non potrà cambiare nei prossimi mesi.

Lavoro

Gli abitanti di Bologna durante la pandemia raccontano di aver sperimentato lo smart-working, 3 cittadini su 4 hanno lavorato a distanza. Una novità assoluta per molti lavoratori, infatti successivamente il 61% è tornato a lavorare in sede, al momento dell’intervista. Un dato positivo riguarda la preoccupazione di perdere il lavoro che è contemplata solo da 1 cittadino su 1o all’interno di tutta l’area metropolitana, sale al 19% per gli abitanti del solo Comune di Bologna. Positivo se rapportato alla percezione nazionale, infatti il 50% dei cittadini italiani sono preoccupati dal poter perdere il lavoro. A Bologna, i cittadini che si dichiarano pronti a partire per cercare fortuna all’estero sono il 17%, 1 su 10 invece nell’intera area metropolitana.

La pandemia ha aggravato il carico di cura sulle donne

La cura della famiglia è affidata maggiormente alle donne. Per coloro che devono prendersi cura di persone disabili, l’impegno è definito molto o abbastanza gravoso dall’85% delle intervistate. Al punto che il 9% delle intervistate ha dichiarato di aver fatto ricorso alla riduzione volontaria dell’orario di lavor, durante il periodo di lockdown. Il carico della cura familiare è molto elevato anche per chi deve occuparsi di bambini sotto i 6 anni, anziani e adolescenti con percentuali attorno al 65-75%. In molte, circa 1 su 5, sono ricorse a una maggiore assistenza esterna, facilitata dalla fruizione di bonus (baby sitter e centri estivi) e sussidi come congedo parentale straordinario e aspettativa lavorativa.

Buone notizie sulla qualità della vita

La maggioranza dei bolognesi si ritiene soddisfatta della propria vita, con un punteggio medio di 7,4 su 10. La soddisfazione maggiore deriva dalle relazioni familiari, amicali e dalla propria condizione abitativa: oltre il 90% dei bolognesi esprime appagamento. Nonostante ciò lo stato psicologico dei rispondenti, al momento della rilevazione, evidenzia prevalentemente due emozioni contrastanti: incertezza e speranza. Il periodo del lockdown è stato vissuto con paura e fatica, soprattutto per l’isolamento che ha reso più fragili anche da un punto di vista psicologico. Tra i giovani è stata particolarmente impattante la limitazione delle attività del tempo libero. 

Principali preoccupazioni: sanità, situazione economica e futuro dei giovani

I problemi che preoccupano di più i bolognesi in questo periodo di pandemia globale sono l’emergenza sanitaria per il 47% e la conseguente crisi economica per il 41%. In molti sono preoccupati anche per il futuro dei giovani (39%) e il lavoro in generale (38%). Infine per gli intervistati, gli interventi della politica dovrebbero concentrarsi sulla sanità, la scuola e i servizi socio-assistenziali.

La ricerca è stata condotta dall’ufficio comunale di Statistica e dal Servizio Studi e Statistica della Città Metropolitana di Bologna, nelle prime due settimane di ottobre, prima della seconda ondata e della cosiddetta “zona arancione”. Intervistati 2mila abitanti dell’area metropolitana nella fascia 18-60 anni.

Questo articolo è stato pubblicato su La Gazzetta di Bologna l’8 dicembre 2020

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