Esercizi di rimozione della partecipazione: le osservazioni del comitato sul PUG e i Prati di Caprara

1 Giugno 2020 /

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di Comitato Rigenerazione no Speculazione
 
E’ in corso il processo che porterà all’approvazione del Piano Urbanistico Generale, nuovo strumento urbanistico previsto dalla Legge Regionale n. 24 approvata nel 2017. Il percorso è partito nel 2018 e un primo corposissimo documento è stato adottato dalla Giunta nel febbraio 2020. Si tratta di un piano complicato, ipertrofico, un piano-idea senza un’idea di piano che sostanzialmente conferma tutte le previsioni del PSC (e del POC), precedente aggiornando soltanto lo stato conoscitivo. Attualmente è in corso una fase di “partecipazione”, in cui cittadini e associazioni possono presentare osservazioni sulla prima stesura del Piano, e da domani prendono avvio i consigli di quartiere dedicati al PUG. “La Giunta esaminerà le osservazioni e in Consiglio comunale si discuterà e approverà il Piano Urbanistico Generale che verrà poi inviato al Comitato Urbanistico per l’espressione di parere. Tra ottobre e novembre il Piano tornerà in Consiglio comunale per l’approvazione definitiva”, leggiamo sul sito di Iperbole.
Come Comitato Rigenerazione no Speculazione abbiamo attivato da marzo un gruppo di lavoro che ha studiato i documenti, le carte, le strategie che costituiscono il PUG, e stiamo lavorando con i nostri esperti e gli attivisti per produrre entro luglio le nostre puntali osservazioni con un’attenzione particolare all’area dei Prati di Caprara. Ma quello che possiamo già oggi affermare, dopo due mesi di lettura e di riflessione, è che il PUG costituisce un ennesimo e triste esercizio di rimozione della partecipazione. E spieghiamo brevemente perché: tutti forse ricordano che nel 2018 oltre 2500 cittadini hanno firmato per ottenere un’istruttoria pubblica sui Prati di Caprara, strumento partecipativo e di consultazione dei cittadini previsto dallo Statuto del Comune di Bologna. L’istruttoria, che si è svolta in Consiglio Comunale, ha visto la partecipazione di oltre 40 gruppi e associazioni cittadine preoccupate dal destino dei Prati di Caprara, si è conclusa con un ordine del giorno della maggioranza del Consiglio Comunale rivolto a Sindaco e Giunta, su cui abbiamo espresso tutte le nostre perplessità, ma che sanciva comunque “una forte riduzione”, delle previsioni edificatorie nell’area dei Prati di Caprara rispetto a quanto previsto dal famigerato POC 2016 (Piano Operativo Comunale di rigenerazione dei patrimoni pubblici, ossia delle ex aree militari demaniali), a fronte di una più estesa dimensione dell’area verde (almeno 30 ettari), e di una più efficace tutela del bosco urbano spontaneo dei Prati, riconosciuto finalmente nella sua valenza ecologica. Oltre all’ordine del giorno approvato dalla maggioranza, diversi Odg delle minoranze in Consiglio Comunale si esprimevano in modo ancora più radicale a favore del bosco e contro ogni ipotesi di edificazione.
Che fine ha fatto l’istruttoria pubblica, con i suoi oltre 2500 cittadini firmatari, gli oltre 40 gruppi e associazioni che l’hanno animata, e i suoi consiglieri comunali? Che fine ha fatto la democrazia, che fine ha fatto la partecipazione? La giunta del Comune ha adottato, a febbraio 2020, uno strumento di pianificazione che ha colpevolmente “dimenticato” quello che è stato chiesto dal Consiglio Comunale, massima espressione della rappresentanza democratica dei cittadini di Bologna e organo deliberativo per eccellenza. Il PUG ha infatti confermato tutte le enormi previsioni del POC sull'area ironicamente definita in altra sede “infrastruttura verde urbana”, e ci chiediamo con quale attenzione possa aprirsi alle osservazioni che arriveranno dalla città, da qui a luglio. Se è questa l’idea di un “Piano che renderà la città sempre più prossima ai cittadini”, stiamo freschi!
Evidentemente i cittadini non sono considerati “stakeholders” dalla Giunta comunale, non sono riconosciuti come legittimi portatori di interesse. Questo dobbiamo rilevare, ma non siamo costretti ad accettarlo e infatti rifiutiamo questa logica, e ci opporremo alle previsioni di un Piano che esclude la voce dei cittadini.

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