Basta: considerazioni contro politici narcisi e assolutisti

26 Febbraio 2020 /

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di Silvia R. Lolli
“Basta” è il bel libro di Lilli Gruber, sottotitolo “Il potere delle donne”; si leggono, con dovizia di dati, le tante diseguaglianze che il genere femminile continua a subire nella società italiana.
BASTA! è la prima parola che mi viene in mente alla vista dei “rottamatori”, i due Matteo italiani. Il Matteo che fino a pochi anni fa ha spiegato l’importanza della rottamazione per la politica; lo stesso, dopo il referendum costituzionale e la “sua” (aveva personalizzato l’importante tema costituzionale!) sconfitta, aveva annunciato di ritirarsi dalla politica. Io sto aspettando; purtroppo me lo ritrovo sempre, apre bocca e sproloquia. Dopo aver bloccato, grazie alla legge elettorale voluta anche da lui, le liste elettorali, così da assicurarsi uno scranno ed i suoi fedelissimi, grazie al volano del PD. Ha avuto la possibilità di evitare di cercarsi altri lavori, di vivere grazie alla politica ed arrivare ora, nonostante i suoi proclami del 2016, agli scranni del Senato. Avrebbe voluto farne la camera delle regioni sperando di diventare il Capo del Governo; ora ce lo ripropone, mentre i suoi sproloqui cercano di danneggiare queso Governo; l’idea è sempre la stessa: portare in Italia una forma di governo e di Stato da lasciare nelle mani di uno solo.
Grazie a giornalisti “eco personali” continua la massima visibilità mediatica; imparo che ha deciso di lasciar lavorare il Governo in questi giorni così può affrontare il coronavirus con tranquillità. Devo ringraziarlo per tanta magnanimità?
Ricordo agosto quando permise di far nascere il Governo, mettendo alcuni suoi ministri (facile dopo le liste bloccate con i suoi fedelissimi). Poi decide di fare un nuovo partito (?), così da mantenersi sui media: assemblee, incontri, oltre che i continui attacchi, solo dopo tre mesi, al migliore esecutivo possibile in questo momento; è un Governo che rivalorizza i dettami costituzionali, che del “noi” fa la sua caratteristica più importante. Il Matteo rottamatore toglie ad esso spazi informativi: i riflettori dei giornalisti, gli spazi televisivi, sono indispensabili per tutti gli showmen politici!
L’altro Matteo dopo la batosta elettorale in Emilia-Romagna si è riposato un po’, lasciando all’altro lo spazio mediatico; è come se i due si passassero il testimonenella comunicazione paradossale ed oppositiva a chi vuole seriamente lavorare! Recentemente questo Matteo che cambia magliette velocemente lo abbiamo visto in prima linea a Casalecchio di Reno; nel servizio del TG E-R del 21 febbraio sembrava ancora il ministro dell’interno, non aveva la maglia della polizia stradale; un po’ di pudore? Chiedeva di non chiudere il presidio della polizia stradale. L’assessore comunale competente non ha avuto né voce né visibilità in questo servizio. Invece ho imparato che c’era, in un altro servizio gli si è data la voce togliendo un po’ di spazio al Salvini! Probabilmente la visibilità non sarebbe stata assicurata in un altro luogo; infatti ho visto che in un altro presidio sull’Appennino romagnolo fatto per lo stesso motivo, il “sicuratore” non c’era. Mi chiedo: visto che sono anni che si è deciso di chiudere questi presidi, perché l’ex ministro non ha evitato nei mesi in cui girava facendo la pubblicità dell’abbigliamento di tutte le nostre forze dell’ordine?
Basta, non ne posso più di ascoltare o leggere sui giornali i loro sproloqui o vederli; fra l’altro sono sempre più pingui, mettendo il luce una pinguedine da vecchietti; da rottamare dunque? Basta è un urlo che trasmette rabbia: saranno anche rottamati con un vitalizio permetterà loro di vivere bene, molto di più di tanti lavoratori, veri e con competenze maggiori, colpiti dalle loro decisioni di questi ultimi vent’anni; si sono tolti i diritti acquisiti, esempio quelli dello statuto dei lavoratori, vedi il Job Act. I due continuano a comportarsi da sabotatori della nostra democrazia, così da non permettere di migliorare le pessime leggi fatte e facendo leva su un Parlamento blindato, dove in troppi scranni si consolidano amicizie e vincoli per il sé (narcisistico?) e non per il “noi”.
Un “noi” trovato nel libro di Francesco Foti Alexandria Ocasio-Cortez. La giovane favolosa, People storie, Gallarate (Va), 2019. Si riassume la vita della più giovane deputata al Congresso degli USA: Alexandria Ocasio-Cortez. È il “noi” della democrazia, una forma di governo che mal si abbina ai personalismi attuali.
Vedremo quest’anno se gli USA, sia con le primarie democratiche sia a novembre sapranno scrollarsi di dosso questi politici narcisisti e assolutisti. Se il “noi” portato avanti da @AOC (così si firma nei social) fin dalla sua campagna elettorale dove ha consumato realmente un paio di scarpe per parlare porta a porta, potrà sconvolgere la bassa partecipazione alle votazioni (27% degli aventi diritto). AOC sta portando avanti un Green New Deal, mozione presentata alla Camera dei Rappresentanti e che ha avuto tante firme in entrambe le Camere.
Sono interessanti nel libro le frasi dette o scritte sui social; emerge la caratteristica principale di questa giovane donna: ascoltare i problemi delle persone e capirli anche perché lei stessa li ha vissuti (povertà improvvisa che arriva alla borghesia quando ci sono malattie famigliari, quindi tutti devono fare più lavori per sopravvivere, lavorando fino a 18 ore al giorno; l’interruzione degli studi e scelta di cambiare facoltà a causa degli improvvisi problemi economici). Dal suo primo discorso da eletta nel Bronx, febbraio 2019, si possono riassumere gli attuali obiettivi: stimolare più partecipazione diretta delle persone alla vita politica; continuare l’ascolto delle persone e l’assunzione di responsabilità per i problemi degli statunitensi, soprattutto di quelli sempre più emarginati dalle politiche attuali.
“Quando mettiamo le nostre comunità al centro e permettiamo loro di guidarci, tutto è possibile” (richiamo alla partecipazione). “Noi deteniamo il potere, lo amministriamo per conto delle nostre comunità, ma quel potere non ci appartiene, quel potere è creato dalle nostre comunità sono queste a darci autorità” (il “noi” della democrazia).
Le richieste, ai suoi elettori sono: essere coraggiosi assieme a noi, lavorare al nostro fianco per costruire una comunità nel Bronx e nel Queens e avere un rapporto diretto con noi (ha qui presentato tutto il suo staff al quale ha subito dato uno stipendio sicuro ed uguale senza distinzione fra giovani ed esperti).
Sono parole molti distanti dai nostri showmen nazionali! Ma comportamenti distanti anche da altri politici locali: la nuova Giunta dell’E-R non mi piace. Avrei visto, come già detto qui, altre persone, soprattutto donne che hanno consumato di più di altri/e le scarpe in questi anni! Hanno fatto più presenza fra le persone e meno sui palchi creati dai partiti o su scranni di altre amministrazioni. Quei partiti che stanno rimandando da troppi anni congressi chiarificazioni, anche per il condizionamento di showman che avrebbe dovuto sparire da 4 anni, ma continua a fare spettacolo, sempre più indecente, ed in più con stipendio sicuro e pagato anche da me!

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