Cagliari, ovvero come perdersi in un bicchiere di rifiuti

5 Febbraio 2020 /

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di Stefano Deliperi, portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
Cagliari ha poco più di 154 mila abitanti, meno di un quartiere di modeste dimensioni di Roma. Raddoppiano nei giorni feriali, come impatto sul contesto ambientale, grazie al pendolarismo lavorativo e scolastico. La gestione dei rifiuti dovrebbe, comunque, non essere un problema insormontabile come sta purtroppo accadendo da parecchio tempo. Rifiuti nelle strade, cestini che traboccano di aliga, piramidi di rifiuti date alle fiamme. L’importo della tassa sui rifiuti (TARI) è palesemente inadeguato alla qualità del servizio.
A Cagliari, per esempio, l’importo medio è stimato in 490 euro all’anno, si tratta del secondo importo più elevato fra i capoluoghi di provincia in Italia (al primo posto Catania con 504 euro annui). A questo importo spesso vanno aggiunte le somme necessarie per la rimozione, il lavaggio e la custodia dei grandi mastelli condominiali.
E’ pur vero che si registra un calo dell’importo del 4,7% rispetto all’anno precedente, ma è vero soprattutto che il servizio di gestione dei rifiuti urbani lascia molto a desiderare. Interi quartieri, come S. Elia, Is Mirrionis, S. Michele, S. Avendrace e S. Teresa, hanno veri e propri cumuli di rifiuti nelle strade, con il consueto banchetto offerto ai Ratti, e spesso arriva il rogo purificatore fai-da-te, in primavera come in estate, come in autunno, come in inverno.
Certo in parte è frutto di cafonaggine senza rimedio, ma in gran parte è frutto di una banale dimenticanza: dopo l’avvio a regime (maggio 2019) della raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta e l’eliminazione dei cassonetti dalle strade, le migliaia di evasori TARI (15 mila utenze su 86 mila, il 17,4%) dove mai potranno buttare i loro rifiuti se non in strada?
Infatti, da un lato soltanto i cittadini in regola con i pagamenti della TARI hanno, infatti, ottenuto i mastelli per la raccolta differenziata, d’altro canto non sembra sia stato ridotto il numero degli evasori TARI mediante quei controlli anti-evasione che nessuna amministrazione comunale vuol fare per motivi di consenso elettorale.
Eppure non sarebbe così complicato confrontare gli elenchi dei residenti con quelli dei contribuenti TARI. E così i cittadini onesti si ritrovano a dover pagare un’elevata TARI per poi ritrovarsi i rifiuti e i Ratti per strada, quando non i roghi.
L’Amministrazione comunale Truzzu, dopo i ripetuti proclami contro gli incivili, i raid anti-caddozzi del sindaco e gli immancabili scarichi delle responsabilità sulla precedente amministrazione Zedda, è chiamata, ancora una volta, a rapidi ed efficaci correttivi, se non vuole che ampie zone della città si trasformino in favelas sudamericane e, magari, partano le prime azioni legali contro gli importi iniqui di una tassa a fronte di un servizio scadente e inefficace.
Qui non si tratta di scrivere a Jennifer Lopez, si tratta di affrontare concretamente e risolvere reali problemi. Se non è in grado, faccia l’unica cosa decente da fare, se ne torni a casa.
Questo articolo è stato pubblicato dal Manifesto Sardo il 1 febbraio 2020

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