Ius soli, la battaglia di civiltà che la sinistra non vuole combattere

13 Settembre 2017 /

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Migranti - Foto di Roberto Pili
di Shady Hamadi
Lo Ius soli è stato affossato al Senato e la colpa è del Pd. Anche se Luigi Zanda, capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama, è corso ai ripari dicendo che “è mancata la maggioranza”, quella che invece c’era stata alla Camera e che aveva dato il via libera al ddl. Una calata di brache del partito di Renzi nei confronti degli alleati di Alternativa Popolare di Angelino Alfano, contrari alla legge sulla cittadinanza.
Al posto di provare a trovare appoggi in quella galassia che oggi protesta per la mancata calendarizzazione a settembre della legge con gli scissionisti di sinistra, il Pd continua solo a sventolare la bandiera bianca, arrendendosi nel portare avanti una battaglia di civiltà (di civiltà, meglio ripeterlo), a fronte degli interessi a breve termine per garantire la durata del governo.
A gioire – c’è sempre chi gioisce delle disgrazie altrui – sono quelli che sono sempre stati contrari alla legge, colpevole di inquinare la ‘razza italiana’ e di provocare una vera e propria ‘sostituzione etnica’. Insomma, “ottima notizia – esulta un internauta, ricalcando gli umori di una parte politica italiana -, ora per completare l’opera vanno tutti spediti a casa”, conclude.

Non è che a breve ci toccherà fare le valigie, direzione sud, come contropartita per l’approvazione di una finanziaria o dell’Imu? Sacrificare i diritti di alcuni cittadini in nome di interessi politici ha il sapore della decadenza e di cattivi presagi. Però, a stupire più di ogni altra cosa è l’odio e la rinuncia da parte del Pd a difendere i diritti di italiani senza cittadinanza. Italiani come quelli seduti in Parlamento.
Questo articolo è stato pubblicato dal FattoQuotidiano.it il 12 settembre 2017

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