La tortura del 41 bis: voci dal carcere

24 Maggio 2017 /

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di Giuliano Capecchi
Ho deciso, dopo numerosi rinvii e varie esitazioni, di dedicare una rubrica settimanale fissa al 41 bis, chiedendo uno spazio al nostro sito e facendola girare tramite altri blog e strumenti informativi. Inserirò in questa rubrica soprattutto lettere che ricevo da detenuti di questa area del carcere. Non vi spaventate. Non sono così numerose. Una delle varie cose che non funzionano in queste zone è proprio la corrispondenza. Ma ne riparleremo.
Voglio iniziare questo impegno con una bella lettera di Rita, sorella di Giuseppe, che si trova nella sezione 41 bis del carcere di Novara. Con Giuseppe ci scriviamo da vario tempo, con molte difficoltà. Poi ho conosciuto anche Rita e la loro mamma, le quali sono state a trovare Giuseppe a Novara martedì 9 maggio. Ed ecco la lettera che ho sollecitato, la quale ci porta informazioni su come si svolgono i colloqui e sulla stanza dove viene fatto il colloquio con il vetro divisorio. Ho chiesto a Rita di iniziare questa rassegna settimanale e la ringrazio veramente molto.
Rita, sezione 41 bis Carcere di Bancali (Sassari)

Ciao Giuliano, quando vado da Giuseppe ricevo sempre una carica di energia. È strano, ma è così. È combattivo, non si arrende alle ingiustizie che è costretto a vivere, alle “soverchierie”, cerca con i mezzi che ha di reagire, scrive spesso al magistrato di sorveglianza e in contemporanea per conoscenza al procuratore regionale e al garante dei detenuti. Ieri mi ha colpito quando mi ha detto che quello che gli preme più di tutto è studiare, ha tante curiosità che vorrebbe soddisfare, ha fame di “conoscenza” e la cosa che più desidera è avere i mezzi per poterla soddisfare… i libri. Non gli interessa ciò che sta fuori del carcere, nel senso che non chiede di nessuno. Poi in futuro ha il desiderio di fare qualcosa per gli altri, dentro il carcere.
Vi stima moltissimo perché vi adoperate per vincere le sofferenze che il 41 bis crea, mi dice: “Sono brave persone che cercano di lottare con noi”. Era commosso. Mi informava che c’è un articolo che riguarda l’incontro dell’otto aprile contro il 41 bis, di cui quando può mi invierà la copia. Certamente se otterremo, in futuro di poterci abbracciare, di avere dei contatti umani: una carezza, una stretta di mano, se lui potesse studiare ed ottenere i testi che desidera, se potesse avere dei contatti, relazionarsi con persone culturalmente ed umanamente ricche, allora il carcere non sarebbe così terribile. Mi si stringe il cuore al pensiero di quanto mio fratello e altri come lui possano donare agli altri, arricchendo gli altri delle loro esperienze… Io quando vado da Giuseppe ne esco con qualcosa in più. Volevo raccontarti di alcuni minuti del nostro colloquio….
Ad un certo punto Giuseppe mi dice: “Dai un bacio alla mamma e poi a mia madre sarà come se te lo dessi io”, è stato bello! Mi chiedevi della sala colloqui, nonostante ci siano diversi posti (mi sembra cinque) si può entrare una famiglia alla volta, per cui può succedere che per qualche imprevisto una famiglia ritarda ed allora tutto va a rotoli, tutti gli appuntamenti (che prendiamo per prenotare il colloquio) si spostano ed è grave perché si viene da lontano, la maggioranza viene in aereo ed ogni due mesi, così possiamo fare due ore, quindi meno costi.
Però qualcosa al riguardo sta succedendo, non si faranno colloqui dal 15 giugno al 15 agosto (è questo comunque dopo che i detenuti hanno dato il loro consenso) poiché devono sistemare e fare dei cambiamenti alla sala colloqui, ci hanno detto che potremo entrare più famiglie. Questo sarebbe un bene. Quindi per un mese non ci saranno colloqui. Ti sto informando (un po’ al contrario, scusami), mi dicevi se sono andata da sola? No, vado con mia madre, mio fratello desidera così, vuole vederla, per lei è faticoso, però adesso abbiamo trovato l’assistenza anche con il treno, per cui mi organizzo prima e vengono a prenderla al vagone e nelle coincidenze. Abbiamo risolto un grosso problema. Però mia madre deve scendere in Sicilia per andare dall’altro mio fratello, che ha bisogno di sentirci vicino anche per la sua situazione psichica, ha bisogno della nostra vicinanza, ecco perché devi aiutarmi. Mi diceva Giuseppe che dobbiamo chiedere il trasferimento al D.A.P., facendo presente la situazione di fragilità di nostro fratello. Che devo dirti ancora… buon lavoro e a presto

Alessio Attanasio, sezione 41 bis Carcere di Bancali (Sassari)
Trascrivo una delle ultime lettere ricevute da Alessio Attanasio che si trova nella sezione a 41 bis del carcere di Bancali – Sassari. È una breve lettera del 4 febbraio che è stata vistata dalla censura il 7 febbraio e che mi è arrivata il 15.

“Ciao Giuliano, dopo la mia ultima non ti ho più sentito. Adesso ti scrivo solo poche righe solo per chiederti come stai e per mandarti della documentazione riguardante i libri. Ci sentiamo dopo il dodicesimo esame (diritto della navigazione) che darò nella seconda metà del mese. Ti abbraccio Alessio”

Ci sono due post scriptum. Il primo dice:

“È arrivato il computer che mi dovevano dare in base ad un’ordinanza del tds (tribunale di sorveglianza) di Sassari: dunque il libro lo correggerò io (e lo aggiornerò con le ultime novità) e te lo inverò su supporto informatico (CD-ROM): parlo della ultima bozza dell’inferno dei regimi differenziati” di cui tu hai la copia già trascritta al computer”.

Il secondo post scriptum dice:

“La mia ultima era la posta raccomandata n…. con all’interno l’ordinanza sul pc del tds di Sassari del 3/11/2016, bloccata dalla censura il 25/11/16 e inoltrata dal mds di Ss il 29/12/16. L’hai ricevuta?

Alessio, nonostante gli ostacoli posti dal DAP, si è iscritto all’università Sassari, corso di laurea in giurisprudenza; inoltre sta scrivendo un libro sul 41 bis con la nostra collana “L’evasione possibile” dal titolo: “L’inferno dei regimi differenziati (41 bis, aree riservate, 14 bis, AS): “Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate”.
Francesco, sezione 41 bis Carcere di Bancali (Sassari)
Riporto alcuni brani della lettera ricevuta sempre da Bancali – Sassari da Francesco

“Carissimo Giuliano, dopo la vostra graditissima lettera con data 14/11/2016 vi avevo risposto, vi avevo mandato gli auguri di Natale e di buon anno, a voi, alla vostra famiglia e a tutti gli altri dell’associazione Liberarsi. Io ho 39 anni e sono di Rosarno, un paese in provincia di Reggio Calabria, come scuole ho il diploma di ragioneria, mi ero iscritto pure all’università, ma poi non ho proseguito e mi ero messo a lavorare. Sono sposato e ho una bambina di 7 anni che per me va alla pazzia. Il 28 di dicembre l’ho vista al colloquio e l’ho potuta tenere con me per tutto il colloquio, in quanto questo magistrato di sorveglianza mi ha autorizzato a poterlo fare. Giuliano mi ha fatto molto piacere che mi avete scritto della bella famiglia che avete tra figli e nipoti e vi auguro tutto il bene del mondo… Mi fa molto piacere che tanta gente come voi si occupa da volontario delle carceri… mi fa piacere che vi occupiate dell’abolizione dell’ergastolo e del 41 bis. Io ho mio papà e pure mio zio con l’ergastolo e con il 41 bis. Quindi se c’è qualche novità in merito se è possibile fatemi sapere. Il mio punto di vista sull’ergastolo è molto negativo, in quanto penso che tutte le persone abbiano diritto ad una seconda possibilità. Mio papà in carcere si è diplomato e ha dato 16 esami all’università ed ha un percorso carcerario veramente unico. Poi non voglio entrare nel merito di come è stato condannato, in quanto sono state assolte 13 persone del reato di cui è stato condannato mio padre ed è stato condannato solo lui, credetemi dovreste leggere le carte per vedere la grave ingiustizia che ha subito. Io sono in carcere da sei anni. Quando mi hanno arrestato ho fatto pochi giorni a Palmi isolato, poi pochi giorni a Tolmezzo, sempre isolato, poi mi hanno notificato il 41 e mi hanno portato a Cuneo ed ora mi trovo da un anno e mezzo qui a Sassari. A me come condanna in primo grado mi avevano dato 20 anni con il rito abbreviato, poi in appello me la portarono a 13 anni e 4 mesi, in cassazione mi mandarono il processo di nuovo in appello mi hanno fatto un ulteriore sconto di pena, quindi mi rimangono altri 2-3 anni. Ho due processi che sto facendo a piede libero in primo grado, però questi due dovrebbero finire bene…
Io qui a Sassari mi trovo bene nel senso che il cibo che passano è buono, ho la doccia in cella, il magistrato di sorveglianza se ti tocca una cosa te la dà e pure gli agenti sono educati e fanno il proprio dovere. Purtroppo il 41 è una misura ristretta che ha determinati paletti. Quindi qui si sta bene rispetto ad altri posti, ma sempre 41 è. Di Cuneo non ne voglio proprio parlare, in quanto non esiste una nota
positiva, vi dico solo che si soffriva il freddo, il carcere era pieno di umidità e c’erano le finestre di 50-60 anni fa tutte arrugginite ed entravano spifferi di aria a volontà. Vi faccio presente che in inverno si è arrivati a – 23 gradi! Quindi immaginate cosa entrava in cella. Vi dico solo che il magistrato di Cuneo sta dando i giorni per la carcerazione inumana e degradante (cioè la Torregiani) per tutti i motivi che vi ho detto.
Mi ha fatto molto piacere sapere di voi e mi farà piacere sapere altre cose di voi. Ora, caro Giuliano, vi saluto e vi auguro tante belle cose a voi e ai vostri cari. Salutatemi gli amici dell’associazione Liberarsi, vi ho mandato il modulo in cui aderivo alla nostra associazione A presto Francesco Sassari 5 febbraio 2017 (visto censura 6 febbraio 2017)

Cesare, sezione 41 bis Carcere di Spoleto

Cari amici,
con tanto piacere ho ricevuto la vostra lettera che mi avete spedito a Livorno e che Livorno mi ha spedito qui. Come vedete dall’indirizzo mi trovo a Spoleto dal 23 gennaio, in quanto il 21 gennaio mi hanno applicato il 41 bis, che dirvi l’ennesima ingiustizia, ormai ci sono abituato. Per non mancare niente mi hanno anche fatto un’altra custodia cautelare, pazienza…
Qua c’è poco da fare, un mortorio, ma mi difendo, sono sempre attivo: faccio un po’ corsa, addominali, flessioni e via, leggo un po’ di libri, poi ho un’ora di passeggio e una di saletta e …il film è finito.
Proprio ieri vi pensavo, vedete come è il caso e dopo mi arriva il vostro scritto. Naturalmente nel pensarvi ridevo solo perché mi venivano in mente tutte le giornate allegra che abbiamo trascorso insieme a Prato in carcere, se ci ripenso rido anche adesso. Qua problemi di colesterolo e di glicemia non ci sono, nessun rischio di mangiarci vari dolci come a Prato. Vi volevo dire che qua non è consentito ricevere “Mai dire mai”, il giornale dell’associazione onlus di Firenze, me l’avevano mandato da Livorno, ma lo hanno bloccato…
Il 41 bis per il colloquio è veramente una tortura, specialmente per i familiari, c’è mio figlio poverino che lo soffre tanto e ogni volta fa casino che vuole stare con me, mi dispiace tanto ma purtroppo questa è la …vita.
Mi raccomando: non mangiare tanti dolci, ormai avete una certa età!
Un forte abbraccio, tanto bene

Visto di censura del 26 aprile 2017 Lettera scritta da Cesare a Bruno che si trova in semilibertà presso la nostra Associazione Liberarsi e i due sono stati vari anni nella stessa sezione AS di Prato.
Questo articolo è stato pubblicato da Inchiesta online il 19 maggio 2017 riprendendolo dalla rassegna settimanale dell’Associazione Liberarsi di Firenze

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