di Andreina Baccaro
Angela che stava andando sul lago di Garda con la mamma: aveva 3 anni ed è la vittima più piccola. Iwao che era arrivato dal Giappone per girare l’Italia con una borsa di studio e suoi 20 anni. Margret tornava in Germania da una vacanza con i figli e il marito, che scavò con le mani per ritrovare i loro tre corpi. Natalia che aveva accompagnato la figlia di 11 anni a prendere il treno per la colonia estiva.
Sono 85 le vittime della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. Per ognuna di loro l’assemblea regionale dell’Emilia-Romagna ha stampato una cartolina con poche righe. Ogni cartolina un nome e un cognome, una storia, per restituire dignità a quelle vite spezzate.
In distribuzione al corteo
È il progetto messo in campo dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna per il 36esimo anniversario del 2 Agosto, in collaborazione con l’associazione dei familiari delle vittime. Martedì 2 agosto più di 8.000 cartoline saranno distribuite lungo il corteo da piazza delle Medaglie d’Oro fino a Palazzo d’Accursio.
Tra le poche righe anche dettagli, momenti di ciò che le vittime stavano facendo quando c’è stata l’esplosione: piegare una giacca, scrivere su un diario, uscire per fumare un sigaretta. Il progetto è stato presentato dalla presidente dell’associazione Simonetta Saliera: «Conosciamo i numeri della strage – ha detto – ma vogliamo dare un nome e cognome a ognuna delle vittime. Crediamo che sia un contributo alla conoscenza di questi morti, ma anche un monito e un richiamo agli atti di terrorismo e alla stragi che stanno insanguinando il mondo».
«Chiediamo una mano alla città – ha detto la vicepresidente dell’associazione Anna Pizzirani – per distribuire le cartoline. Proprio come in quei giorni Bologna non ci lasciò mai soli».
L’idea di Cinzia Venturoli
L’idea è venuta alla storica Cinzia Venturoli durante i laboratori con i ragazzi delle scuole: «Purtroppo la strage di Bologna non c’è nei programmi di storia e i ragazzi spesso non sanno o hanno idee molto confuse». Cercando negli archivi, ci si è imbattuti in particolari, curiosità, frammenti dimenticati.
Come il cronista locale inviato ai mondiali di baseball in Giappone, che per caso trovò i familiari dello studente Iwao Sekiguchi. O la coppia di coniugi che doveva partire il 3 agosto ma dall’albergo li chiamarono perché si era liberata una stanza e anticiparono di un giorno. Nella strage oltre alle 85 vittime, rimasero ferite 200 persone. I morti provenivano da 50 diverse città, la più piccola aveva 3 anni, la più anziana 86.
Alla presentazione il presidente dell’associazione Paolo Bolognesi ha ricordato, in collegamento dalla Camera dei deputati, che «la legge sul reato di depistaggio entrerà in vigore proprio il 2 agosto dopo 36 anni. É un momento importante per il Paese e per tutte le stragi» ha ricordato, sottolineando che sui mandanti di quel 2 agosto si aspetta ancora la verità.
Questo articolo è stato pubblicato sul Corriere di Bologna il 27 luglio 2016