Un silenzio preoccupante a sinistra

23 Marzo 2016 /

Condividi su

Cosmopolitica - Foto Fondazione Luigi Pintor
Cosmopolitica - Foto Fondazione Luigi Pintor
di Valentino Parlato
Il 19, 20 e 21 febbraio al Palazzo dei Congressi, a Roma, ci sono state tre giornate di intenso lavoro e dibattito con la dichiarata e ribadita volontà di dar vita a una nuova forza politica della sinistra. Sono stati tre giorni di impegnato lavoro in un salone affollato da persone impegnate e di prestigio. Come Carlo Galli, Laura Bazzicalupo, Ida Dominijanni, Lucio Baccaro, Piero Bevilacqua, Vladimiro Giacchè, Giorgio Airaudo, Luca Casarini e tanti altri dei quali mi scuso di non fare i nomi: il salone era pieno.
Spero di sbagliarmi e di essere prontamente smentito, ma ora domina il silenzio. Quella che mi pareva una straordinaria e utile iniziativa non è più visibile. Ripeto che spero di essere prontamente smentito, ma non ci conto molto: siamo – e non da oggi – a una dissoluzione della sinistra, che ha radici profonde,che noi ignoriamo e non mettiamo in evidenza, forse non vogliamo vedere. Insomma se – e non da ieri, ma da molto tempo – c’e’ una indubbia crisi della sinistra italiana sarebbe ora di occuparsene, di individuare le sue manifestazioni e le sue cause. Siamo – e non lo dico solo io – una una gravissima crisi economica , sociale e anche culturale che non vogliamo vedere , pensando che se tutto va male è colpa solo di alcuni personaggi (magari Matteo Renzi), ma senza chiedersi come e perché questi personaggi sono emerse si sono fatti protagonisti.

Il silenzio che è caduto sui tre giorni di inteso e stimolante lavoro al Palazzo dei Congressi va rotto: bisogna vedere perché questo silenzio e riprendere il discorso sulla crisi della sinistra in Italia e non solo. Studiare come è cambiato il mondo del lavoro, come le innovazioni tecnologiche hanno ridotto il peso del lavoro vivo e come, forse, dobbiamo darci una nuova conoscenza della classe operaia, ben sapendo che lo sfruttamento del lavoro umano è ancora fondamentale in un mondo nel quale il capitalismo ha avuto nuovi mutamenti, ma senza ridurre in alcun modo lo sfruttamento degli esseri umani e la loro marginalizzazione. Avanzo l’ipotesi (pessima e arrischiata) che siamo all’inizio di una fase di decadenza secolare, come altre ce ne sono state nel lontano passato. Forse eccedo in pessimismo, ma ci attendono tempi difficili. Pensiamoci e discutiamone.
Mi auguro una pronta ed efficace smentita.
Questo articolo è stato pubblicato dalla Fondazione Luigi Pintor l’8 marzo 2016

Aiutaci a diffondere il giornalismo libero e indipendente.

Articoli correlati