dei Docenti Preoccupati – CONPAss BO
La nuova VQR 11-14 (Valutazione della qualità di ricerca), da cui dipendono i prossimi finanziamenti ministeriali, è ai blocchi di partenza. Contiene nuovi criteri indicati nel Decreto Ministeriale 27 giugno 2015 n. 458: il processo di valutazione è avviato con l’emissione del bando del presidente dell’ANVUR (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca).
Gli atenei hanno iniziato a sollecitare la partecipazione alle operazioni necessarie all’inserimento dei prodotti della ricerca ai fini della nuova valutazione comparativa degli atenei. Naturalmente si passa a una nuova banca dati, inserendo ancora, e sempre, le stesse informazioni presenti ovunque, a partire dal sito docente MIUR fino a quelle banche dati, amatissime dai valutatori, gestite da gruppi editoriali e da privati.
Ormai si è detto molto sui limiti di adottare rigidi sistemi di valutazione, specialmente in ambito bibliometrico, e la nuova VQR introduce un’ulteriore criticità, che è quella di non poter essere confrontata con la precedente. Questo annulla completamente l’efficacia, sia pur relativa, di un sistema di valutazione dei dipartimenti e degli atenei, poiché nessuno sarà in grado di comprendere quale tipo di evoluzione, sia in senso positivo sia negativo, possa essere avvenuta tra le due fasi di valutazione.
Nonostante questo, non abbiamo visto alcuna critica al decreto ma, al contrario, assistiamo alla presentazione di delibere da parte degli OOAA che prevedono addirittura penalizzazioni per coloro che fossero inadempienti all’esercizio della VQR, a causa delle ricadute negative sui finanziamenti ministeriali.
Da questi ultimi dipendono, a caduta, anche gli accreditamenti dei collegi dei docenti dei dottorati, il budget integrato, il funzionamento dei dipartimenti e così via.
È quindi evidente che si manifestino leciti dubbi nel sottoporsi all’esercizio della valutazione. Infatti non comprendiamo tanta solerzia nel sottoporsi alla valutazione a fronte di una totale mancanza di strategia per rilanciare la ricerca e l’università pubblica. Il finanziamento alla ricerca di base è quasi totalmente scomparso e il blocco degli scatti stipendiali ormai è rimasto solo per il personale dell’Università (con penalizzazione particolarmente severa dei ricercatori più giovani).
E che fine ha fatto l’attribuzione degli incentivi ai professori e ai ricercatori a tempo indeterminato ai sensi dell’art. 29, comma 19, della Legge n. 240/2010? Dopo mesi dalla chiusura delle procedure online niente è stato fatto o comunicato.
Perché ognuno di noi deve ritenersi obbligato ad assolvere puntualmente tutte le pratiche per la valutazione dei propri atenei e strutture quando, a fronte di tanta dedizione, otteniamo solo penalizzazioni e sanzioni?
Come sarà possibile essere ulteriormente valutati per le proprie capacità scientifiche in un prossimo futuro con sempre minori risorse per la ricerca di base? Conosciamo bene la risposta: oggi facciamo funzionare la ricerca con finanziamenti privati, ricerca applicata e commissionata, così come pare avere a cuore il nuovo presidente della CRUI. In breve: si chiude, si taglia, si privatizza, si penalizza. Siamo tutti d’accordo?
In base a queste considerazioni,
- dichiariamo esplicitamente e pubblicamente la nostra contrarietà alla farsa di questa valutazione;
- ci mobilitiamo per attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica su tutti i veri problemi dell’università pubblica italiana, che queste procedure di valutazione non solo non contribuiscono a risolvere ma, se mai, ad aggravare;
- come prima risposta all’incapacità della governance universitaria di dare una risposta ai problemi sopra elencati, abbiamo deciso di non partecipare alla VQR2, come arma di pressione per ottenere l’appoggio dei vertici universitari, in primis, alla richiesta di sbloccare gli scatti stipendiali (come richiesto dal movimento guidato dal Prof. Ferraro, che ha già raccolto decine di migliaia di adesioni).