di Cristina Quintavalla, L’Altra Emilia-Romagna
I comitati, i movimenti, le associazioni che si sono confrontati contro lo Sblocca Italia e le grandi opere domenica 4 ottobre ad Ancona sono avviati verso il raggiungimento di un importante obiettivo: l’interconnessione delle lotte condotte contro la devastazione e il saccheggio dell’ambiente. Tale esigenza non nasce certo per creare nuovi e improponibili contenitori, ma per la condivisa convinzione che ogni battaglia rafforza le altre e tutte insieme fanno la differenza, poiché possono davvero spostare i rapporti di forza.
Dai tanti racconti dei comitati presenti sono affiorati la consapevolezza del loro ruolo di presidi avanzati di difesa e di lotta nei loro territori, ma al contempo il senso di corresponsabilità che li lega tra loro. “Noi ci siamo” è stato detto da tanti agli altri partecipanti. Se il movimento NO TAV “ha indicato la strada e la linea”, le lotte No Ombrina, Trivelle zero, No grandi navi, contro il terzo valico, contro gasdotti e stoccaggi di gas, contro il biocidio ecc. hanno rappresentato le une per le altre sostegno reciproco, e soprattutto la moltiplicazione dei fronti di lotta di uno stesso comune conflitto contro lo scippo della vita, della democrazia e dei diritti ad opera di un capitalismo predone, che mette a valore tutto, a partire dai modi e dai luoghi di produzione e riproduzione della vita materiale delle persone.
L’esigenza dell’interconnessione delle lotte nasce proprio da una condivisa carica antisistemica, maturata nel corso delle tante forme di lotta, accomunate dalla denuncia dell’uso capitalistico del territorio, delle città, dell’ambiente, contro l’assalto del grande capitale finanziario ai beni comuni, contro i suoi investimenti speculativi, e la complicità delle istituzioni conniventi.
La forza messa in campo dai tanti movimenti e comitati operanti sui territori risiede nella partecipazione diretta della gente, nel rifiuto della delega a politici screditati e compromessi, nell’assunzione di responsabilità personale e collettiva, nel mettersi in gioco in prima persona, per riprendersi la parola, acquisire saperi e conoscenze da esercitare come critica e contro-informazione rispetto all’esistente, rispetto ai politicismi, ai tatticismi, alle parole truccate della retorica politica.
Contro l’individualismo disgregatore, che isola e contrappone gli individui gli uni agli altri, che colonizza le coscienze, la forza della disubbidienza e resistenza messi in campo dai movimenti ha saputo creare forme rinnovate di comunità sociale (“con la lotta condotta siamo diventati persone migliori”, ha detto un compagno della Val di Susa), in controtendenza coi processi di frammentazioni e omologazione voluti dal totalitarismo capitalistico, in cui tutto è merce ed è ridotto al suo valore di scambio.
La necessaria interconnessione anche col mondo del lavoro è stata sottolineata nell’intervento di una compagna della FIOM, che si prefigge di aggregare attorno ai lavoratori sconfitti, disgregati e isolati la forza di una grande coalizione sociale. Anche Tassinari, in rappresentanza dell’assemblea degli stati generali della scuola, tenutasi a Bologna il 6 settembre, ha sottolineato l’esigenza di istituire un raccordo, capace di mettere insieme le lotte per l’ambiente con quelle per la scuola pubblica, e ha denunciato il processo in atto di privatizzazione e aziendalizzazione delle scuole, nonché l’assalto condotto dalla legge 107 alla libertà d’insegnamento, che si configura come attacco all’esercizio libero e critico del pensiero.
Il Forum per l’acqua pubblica, nell’intervento di Oddi, ha posto come irrinunciabile la connessione dei diversi fronti di lotta, resa sempre più necessaria dall’acutizzazione dell’assalto portato ai beni comuni, strettamente legato alla predazione e al saccheggio del territorio e dell’ambiente, a partire dalla privatizzazione dell’acqua pubblica e dalle concessioni fatte dal governo Renzi alle quattro grandi multiutility, cui viene conferito il controllo assoluto nella gestione dell’acqua.
Da qui la costruzione di una comune agenda di lotte, a partire dalla manifestazione organizzata per il 14 novembre a Roma da No Ombrina per arrivare alla settimana compresa tra fine di novembre e dicembre, in coincidenza con COP 15 a Parigi, nel corso della quale dare vita nei territori a manifestazioni e contro-informazione sui cambiamenti climatici.
L’Altra Emilia-Romagna, che si è impegnata sin dalla sua costituzione nella lotta contro lo Sblocca Italia e le grandi opere, prenderà parte attivamente a questa stagione di mobilitazioni.