di Rossana Rossanda
Spezzeremo le reni alla Grecia. Mi pareva di averlo già sentito. Adesso ci sono riusciti, c’è riuscita l’Europa democratica, tutta unita, una flebile opposizione è stata esalata dalla Francia; dall’Italia neanche questo.
Al contrario abbiamo letto su tutti i giornali, inclusi quelli targati centrosinistra, le ragioni che avrebbero costretto ad affamare un popolo già affamato mettendolo di fronte non a una scelta ma a un ricatto: o salti da quella finestra o da questa, ti rompi le ossa in tutti i casi, ma intanto mi porti sul vassoio la testa del Giovanni Battista di turno, Alexis Tsipras. Che aveva osato, colpa inammissibile in una democrazia, ricorrere al voto popolare per avallare o sconfessare i suoi movimenti: sono curiosa di sapere come una giovane professoressa spiegherà ai ragazzini e attraverso quali ragionamenti che sarebbe riprovevole appellarsi al voto per scegliere il proprio destino.
La verità è che l’obiettivo non era di sanare i conti sciagurati della Grecia ma di travolgere Syriza. Cattivo maestro che avrebbe potuto indurre altri paesi del sud a seguirla. Giacché il debito stringe dovunque e se un piccolo paese (undici milioni di persone) avesse ottenuto un alleggerimento o un rinvio di esso nel tempo, i decisori di Bruxelles si sarebbero forse trovati davanti paesi più grossi e debiti più massicci che avrebbero reclamato tagli o moratorie. Meglio affogare un gatto oggi che una tigre domani. Ma è più facile dirlo che farlo e lo dimostrano i più soavi accenti della troika dopo il primo innegabile successo.
Da un lato infatti i prepotenti dell’Ue non hanno ben pronto un uomo che sarebbe più forte del leader di Syriza, le cui perdite nel partito sono minori di quanto Angela Merkel potesse sperare. La drammatica seduta del parlamento di mercoledi notte si è chiusa con 40 deputati di Syriza che hanno votato contro o si sono astenuti: una rottura ma non poi così inaggiustabile. Dall’altro premerebbe ai più pragmatici europei, come Mario Draghi e il Fmi, avere un interlocutore greco abbastanza solido. Di qui gli accenti di Draghi, che ha fornito nuova liquidità di emergenza e sarebbe propenso a una ridefinizione del debito – due obiettivi considerati blasfemi ancora tre giorni fa.
Da lunedi dovrebbero riaprire le banche e la gente potrà avere quei pochi euro che le sarà concesso di prelevare. Bisognerà vedere se Tsipras avrà la forza di governare anche questa faticosa tappa – cosa che pareva avere escluso e che ha dato forza alla sua sinistra interna (è sempre da sinistra che le sinistre debbono attendersi il peggio). E’ cosa non semplice; ma se, come molti dei nostri compagni greci credono, egli lo farà, e se da una torbida Europa venisse un minimo di solidarietà e di coraggio, il caso greco rimarrà ancora aperto e per lungo tempo.
Questo articolo è stato pubblicato sul Manifesto Sardo il 16 luglio 2015 riprendendolo da Sbilanciamoci.info