Speranze per l'Italia e Bologna?

16 Giugno 2015 /

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Bologna con Tsipras
Bologna con Tsipras
di Silvia R. Lolli
A pochi giorni dalle dimissioni di Barbara Spinelli dall’Altra Europa abbiamo notizie migliori sia a livello di alcuni territori sia a livello europeo. La prova dell’Altra Faenza è una boccata d’ossigeno per l’Altra Emilia-Romagna che fatica ad organizzarsi da un anno dalle elezioni. È una speranza anche per una proposta diversa a Bologna.
Intanto altri Paesi ci dimostrano che si può continuare a sperare. La Grecia sta sostenendo le sue scelte politiche contro un’Europa della finanza e dei banchieri; questi poteri non sembrano accorgersi che la Grecia è un baluardo democratico in una regione fortemente a rischio; dovrebbero osservare di più i confini greci, forse però sono i banchieri a essere antidemocratici e si cominciano a svelare di più. La Spagna ha dimostrato alle regionali che un’altra politica è possibile: i cittadini non disertano le urne quando i candidati sono dalla loro parte e non sono la casta.
Nei nostri territori, almeno in alcuni, alla vigilia delle elezioni amministrative o regionali c’è una speranza di cambiamento a sinistra. Non capiamo dunque le logiche della nostra nuova formazione politica europea; qui si sta facendo di tutto per inabissare il nuovo vento della politica, mentre da altre parti si sta invece determinando un fatto positivo per i cittadini: una loro possibilità di riscatto europeo.

La Grecia, da più parti da noi data per spacciata, sta invece dimostrando, in questo braccio di ferro con la “Troika”, che può esserci uno spiraglio anche senza dover sottostare alle riforme volute dai banchieri e dagli speculatori: quelle del lavoro e delle pensioni. Cosa possiamo dire noi italiani che abbiamo accettato con la nostra melassa politica di centro-sinistra (?) di cambiare l’art. 81 della Costituzione e poi di fare le riforme delle pensioni (senza mai colpire chi ha doppi o tripli emolumenti o chi ha pensioni non corrispondenti ai valori versati), del lavoro ed ora della scuola statale.
L’Italia non sa contrapporsi alle politiche restrittive, ma mette i suoi cittadini al servizio dei potenti e ne farà dei paria. Almeno in Grecia i nuovi eletti stanno dicendo stop a chi vuole togliere i diritti civili e sociali. La Spagna certamente potrà dimostrare con i nuovi governi territoriali di poter leggere la situazione economica anche con altri punti di vista.
Noi dobbiamo solo sperare che questi nuovi politici, venuti dal basso, possano aprire anche per noi qualche spiraglio in più per spiegarci come le sinistre, ancora allo sbando nel nostro paese, possano creare qualcosa di nuovo, se unite e con meno politichese, per un benessere sociale nuovo e meno individualista e consumista.
Chissà che, sull’esempio di questi paesi, anche noi non riusciamo a togliere di mezzo quei politicanti che stanno solo facendo perdere tempo a chi pensa in modo socializzante, meno personalistico o legato a schemi del passato. Non si può per esempio assecondare la sentenza della Corte quando si sa che è stata voluta di più dai pensionati ricchi, e non dire mai nulla sul nuovo articolo costituzionale del pareggio di bilancio. Si era prospettata una raccolta firme per arrivare ad un referendum, ma non se ne sa più nulla.
Non sono due facce della stessa medaglia? La sentenza della Corte sulle pensioni non è contro l’articolo? Chi dice qualcosa, senza pensare solo ai suoi privilegi? Non siamo costituzionalisti, ma dal nostro punto di vista ci sembra una contro senso.

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