Cerignola e Di Vittorio: il murale simbolo di legalità e democrazia

3 Aprile 2015 /

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A Giuseppe Di Vittorio
A Giuseppe Di Vittorio
di Silvia R. Lolli
La proposta di aiutare l’associazione Casa Di Vittorio di Cerignola a raccogliere risorse monetarie per recuperare il murales e le statue a lui dedicate dev’essere accolta con entusiasmo da tutti coloro che amano la legalità e la democrazia ispirata alla Costituzione italiana e al suo articolo 1.
Fu il costituente Di Vittorio uno dei principali ispiratori dell’articolo che ha permesso negli anni Settanta di arrivare alla stesura dello Statuto dei lavoratori e conseguentemente dei contratti nazionali di lavoro. Ripristinare a Cerignola il murales a lui dedicato può rafforzare l’immagine di una città, a vocazione agricola e per estensione di territorio la terza a livello nazionale, che negli anni Settanta ed Ottanta ha visto la proliferazione della mafia. In quegli anni avveniva un fenomeno ormai consueto in molte altre regioni italiane, ma qui si verificava dimenticando la storia delle lotte bracciantili contro il latifondo, di cui Di Vittorio fu uno, se non il massimo, esponente sia prima della guerra sia negli anni Cinquanta.
Dopo un periodo difficile in cui le sparatorie in questo territorio erano all’ordine del giorno, nel 2004 il sindaco propone di costituire l’associazione Di Vittorio (la fondazione ha la sede a Roma) per riportare nella sua città natale il ricordo dell’uomo e dei valori democratici e del lavoro che rappresenta.
L’aver partecipato al primo campo di Libera, organizzato qui nell’agosto del 2013 su due beni confiscati alla mafia, ha fatto conoscere bene una realtà che certamente una visita turistica di queste zone anche balneari probabilmente non permettono. L’organizzazione dei campi di Libera aiuta a trovare un particolare spirito solidaristico e di aiuto, nel quale la conoscenza delle persone e delle storie, oltre che della Storia, sono elementi centrali della formazione che viene offerta e del lavoro che si chiede ai molti giovani provenienti da altre zone del paese. E’ un’esperienza formativa importante per tutti i partecipanti.

Sulla scia dell’esperienza fatta alle cooperative Altereco e Pietra di Scarto si è consapevoli che in questa città la situazione non è certamente risolta: il conflitto fra legalità ed illegalità è ancora in atto. Mantenere un murales può essere considerato poco importante, tuttavia l’immagine su un muro può diventare un riferimento importante ed oggi ben lo sappiamo dall’invasione di pannelli pubblicitari che condizionano le nostre vite di consumatori.
La prima impressione in questa città ha provocato una domanda spontanea fatta poi a diversi cittadini incontrati in vari luoghi: come mai la città natale di Di Vittorio ha visto proliferare la mafia? Certamente è una domanda che in questi giorni ci possiamo e dovremmo fare anche nella nostra città e regione; comunque è una domanda che non può essere disgiunta alla riflessione sulla situazione del lavoro e della democrazia non solo nei singoli territori, ma in tutto il paese.
La possibilità di poter lavorare avendo diritti assegna dignità al lavoratore, non è uno schiavo o una pedina in mano di altri: è sempre una persona che può esprimere il proprio libero pensiero; è su questo principio che si basa la nostra Costituzione. Ed è su queste idee, sui comportamenti oltre che sulla rivendicazione dell’istruzione per tutti, anche con la scuola serale, che si ricorda Di Vittorio. La manutenzione del murales a Cerignola non è dunque solo una piccola cosa.

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