di Tommaso Cerusici
Negli scorsi giorni, dopo le tre fumate nere per l’elezione del presidente della Repubblica in Grecia, il Paese potrà tornare al voto. Favorita per la vittoria delle elezioni è la colazione della sinistra Syriza, guidata da Alexis Tsipras, che ha già dichiarato di voler ricontrattare le politiche di austerità e del debito imposte dalla Troika, pur da posizioni convintamente europeiste. In merito a questa decisiva tornata elettorale – non solo per la Grecia ma per il futuro politico dell’Unione Europea – è stato Argiris Panagopoulos, giornalista del quotidiano di Syriza “Avgi” e membro del dipartimento politica europea di Syriza.
Com’è oggi la situazione economico-sociale in Grecia?
La Grecia oggi è un Paese disastrato! Siamo un Paese messo a terra, perché quasi un terzo della popolazione è senza lavoro, un’altra parte della popolazione che lavora non è pagata o è sottopagata e abbiamo tantissimi giovani – praticamente più della metà – che non troveranno un lavoro nei prossimi anni. A questo bisogna aggiungere che le condizioni di lavoro per chi è giovane sono veramente indegne: gli stipendi possono essere di due/trecento euro al mese… di questo si parla! E questi ragazzi magari lavorano anche dieci ore al giorno.
Un terzo dei greci – all’incirca – non ha diritto all’assistenza sanitaria, un terzo dei greci non può entrare in un ospedale pubblico, non può avere medicine, non può avere niente. Non sono rari i casi di gente che è costretta a vendere le proprie case per andare a curarsi privatamente. Questo non è un disastro naturale, è frutto di politiche ben precise. Sapevamo dove andavamo e per questo ci siamo ribellati fin dal primo momento. Ora vediamo il disastro di queste politiche. Le elezioni in Grecia sono una buona occasione per parlare anche ad altri Paesi: le stesse condizioni le abbiamo in Spagna, in Portogallo, in Irlanda, dove la gente sta male. E in Italia ha cominciato a stare malissimo. Questo è il periodo che stiamo vivendo e io penso che attraverso la Grecia ognuno vede lo specchio del suo Paese.
Da un punto di vista politico che sta succedendo nel tuo Paese?
A livello politico, il bipartitismo – che è diventato il partito unico di socialisti e conservatori che hanno gestito tutta questa crisi – è definitivamente crollato. C’è stata una accelerata verso le elezioni perché se non lo facevano, in questi giorni in cui andremo a votare, socialisti e conservatori avrebbero dovuto applicare nuovi pacchetti di austerità. E poi avevano il problema di eleggere il Presidente della Repubblica, che significava che andavamo comunque alle elezioni.
Se avessero votato nuovi pacchetti di austerità senza mandarci a elezioni, Syriza non solo prendeva il governo, Syriza diventava un partito di maggioranza bulgara – come lo chiamate in Italia – perché figuriamoci quale greco avrebbe di nuovo votato Samaras o Venizelos! Così sono crollati, noi chiedevamo le elezioni già da due anni e ora finalmente ci siamo.
E proprio sulle elezioni e sull’ascesa di Syriza è partita una campagna mediatica contro di voi…
Cercano di spaventare la gente, gli dicono che arriveranno i comunisti, che porteranno tutti i disastri immaginabili e possibili in Grecia e in Europa. Io credo però che la gente non ci cascherà più… soprattutto dopo tutto quello che ha passato! Però mettono paura ai cittadini: fanno sentire la persona che ha in banca trecento/quattrocento o anche mille euro come un grande risparmiatore, gli dicono che perderà tutti i suoi soldi, perché arriverà Tsipras che porterà la Grecia fuori dall’euro e tutte queste stupidaggini! E sono cose che raccontano non solo in Grecia ma anche su certi grandi mezzi d’informazione, anche in Italia. Tutto questo non è giustificato! Perché sanno benissimo che se la Grecia sta dentro l’euro è perché, fin dall’inizio, Syriza e tutti noi siamo stati a favore dell’Unione Europea, dell’unione dei popoli europei, e siamo sempre stati molto determinati ad aiutare il nostro Paese a rimanere nell’Eurozona. Perciò è inammissibile fare questo “mercato del terrore” – come l’abbiamo chiamato noi – per impedirci di vincere le elezioni.
Come sarà la partecipazione alle elezioni del 25 gennaio? Quali sono le vostre previsioni?
In Grecia dobbiamo dire che non abbiamo mai avuto livelli di astensionismo particolarmente alti. Siamo un Paese in cui la gente vota; per di più in questa situazione la gente andrà a votare… di questo non c’è il minimo dubbio.
Sulle percentuali che possiamo prendere come Syriza non mi esprimo. Tutti i giorni ci sono sondaggi – ma io ci credo molto poco – perché abbiamo noi un altro sondaggio che ci dice che molta gente, in questi giorni di freddo, non ha nemmeno il riscaldamento! E questo è un aspetto di cui i sondaggi non parlano minimamente.
Se vai a chiedere a una persona: vuoi il riscaldamento o vuoi morire di freddo? Vediamo poi quale sarà la sua risposta… invece di parlare di BOT, CCT, BTP, eccetera! Questo è il discorso centrale. E io penso che Syriza avrà una grandissima vittoria.
Vorrei un tuo commento sull’ascesa di Syriza. Come vi state muovendo in questo periodo di campagna elettorale?
Ti voglio rispondere portandoti ad esempio quello che abbiamo fatto negli ultimi giorni. Abbiamo proposto a tutte le formazioni di sinistra di presentarci insieme alle elezioni, per guadagnare più seggi possibili in Parlamento, e senza porre veti sulla elezione di parlamentari degli altri partiti. Anche se fuori, da soli, non avrebbero nessuna possibilità… penso per esempio alla sinistra extraparlemantare che viaggia attorno all’1/1,5%. L’abbiamo chiesto anche al Partito Comunista di Grecia che insiste nel dire che siamo uguali, dopo tutto quello che è successo nel nostro Paese, alla Troica, che siamo uguali a Nuova Democrazia e al PASOK. Una parte dei Verdi ha invece accettato, mentre un’altra parte andrà probabilmente alle elezioni con la Sinistra Democratica, che non ha accettato l’accordo con noi.
Il senso fondamentale di questa proposta è che noi andiamo insieme ma con un programma, noi non vogliamo fare una lista elettorale solo per vincere e poi essere divisi. Il giorno dopo le elezioni noi dobbiamo trattare con la Troika… questa è la cosa più importante! E lì dobbiamo esserci tutti, dobbiamo essere uniti per una fortissima rinegoziazione del debito, per l’abolizione del Fiscal Compact e per rilanciare lo sviluppo. Tre problemi che non sono solo greci.
Appunto… quali sono le ricette di Syriza a livello europeo?
La crisi del debito è europea e noi siamo per una Conferenza europea per il debito, cioè parliamo di una soluzione europea per il debito. È su questo che si è spaventata la Merkel, che si sono spaventati i burocrati dell’Unione Europea… che non appartiene ormai ai cittadini ma ai banchieri e agli speculatori dei mercati!
Noi porremo il problema del debito spagnolo, del debito portoghese, del debito irlandese e anche del debito italiano, che è il più grande di tutti. Se facciamo la somma dei nostri debiti, il vostro supera di gran lunga tutti, e anche il vostro come i nostri aumenta tutti i giorni.
Si fanno queste politiche di austerità e comunque aumentano i debiti… allora su questi temi Syriza è diventato un grande partito. Perché fin dall’inizio abbiamo detto che non vogliamo pagare nemmeno un soldo agli speculatori e ai banchieri, che abbiamo già strapagato con questi interessi da strozzini dei mercati.
A livello sociale cosa vi proponete di mettere in campo in caso di vittoria alle elezioni in Grecia?
Dobbiamo capovolgere subito il Governo del Paese e avere un Governo progressista e democratico, che guardi ad una soluzione europea della crisi per uscire dai Memorandum della Troika.
Non lasceremo nessuno da solo di fronte alla crisi e questo significa che dobbiamo fare anche una grande opera sociale per aiutare la gente colpita dalla crisi. Bisogna dire chiaramente che non si può dimezzare l’assistenza pubblica, che non si possono dimezzare i finanziamenti alle scuole, che non si possono licenziare i professori! I servizi pubblici sono un diritto delle persone, non sono privilegi per pochi.
Noi abbiamo mostrato subito dopo le amministrative in Grecia le nostre intenzioni. Abbiamo preso la più grossa regione greca, la Periferia dell’Attica. Lì abbiamo moltiplicato per sei la spesa sociale, abbiamo dato luce a tutte le persone che non potevano permetterselo, siamo andati davanti al parigrado della vostra Corte Costituzionale per far cancellare le leggi che privatizzavano le coste. Appena vinceremo le elezioni e subito dopo aver formato il nostro Governo, ripristineremo il salario minimo ai livelli precedenti alla crisi, ripristineremo i contratti collettivi perché non esiste che si cancellino i diritti dei lavoratori. Sono tantissime le cose per cui non c’è bisogno della Troika, perché noi non possiamo impegnarci con la Troika ad ammazzare tutte le conquiste sociali che abbiamo avuto in Grecia grazie ad un secolo e mezzo di lotte, così come nel resto d’Europa.
E quali iniziative avete portato avanti in questi anni?
Siamo molto orgogliosi di quello che ha fatto Syriza in tutti questi anni, di tutte le strutture di solidarietà che ha creato, dei tanti laboratori e ambulatori medici e farmaceutici, dei tanti doposcuola, delle tante mense per avere almeno un pasto e della distribuzione di alimenti attraverso mercati senza intermediari. Sono tantissime le iniziative che abbiamo preso e, sfortunatamente, da una parte delle sinistre – specialmente da parte dei comunisti ortodossi – siamo stati presi in giro e insultati, perché ci accusavano di fare i “movimenti delle lenticchie”, perché queste cose le consideravano fuori dalla sinistra, perché la sinistra deve fare chissà che cosa!
Noi non abbiamo lasciato la nostra gente alla distruzione e soprattutto abbiamo fermato Alba Dorata. Lì dove c’era il neonazismo e il neofascismo – queste sono organizzazioni criminali, noi non parliamo di partiti politici – li abbiamo fermati lì dove andavano, nei quartieri popolari più colpiti dalla crisi e questo si vede anche dai sondaggi. Pur con metà del gruppo parlamentare in carcere, Alba Dorata fino a poco tempo fa saliva nei sondaggi, mentre oggi non tiene più… perché c’è Syriza, perché siamo andati nelle periferie e abbiamo fatto lavoro politico e sociale con la gente!
A sinistra, soprattutto a livello internazionale, c’è una grande attenzione per Syriza. In molti guardano con grande interesse al vostro esperimento…
Certo. Un aspetto importante – se penso all’Italia – è stato proprio quello di unire le sinistre, cioè tanti pezzi delle sinistre. Noi andiamo d’accordo sulle cose, non siamo divisi né sugli aspetti insignificanti né su quelli fondamentali. Per esempio, abbiamo una componente che non vuole l’euro, non vuole l’Unione Europea, ma il problema è sempre questo: andiamo sulle cose importanti che ci uniscono contro la crisi!
Questa è la ricetta di Siryza che, probabilmente, è stata apprezzata anche da Podemos che, infatti, ha utilizzato molte delle nostre parole d’ordine e delle nostre pratiche. Sappiamo che Podemos sta avendo un grande successo e siamo molto contenti di vedere che un terzo Paese dell’Europa colpito dalla crisi, come l’Irlanda, quando andrà alle urne, probabilmente avrà un governo progressista, di sinistra e anti Memorandum, anti Troika. Speriamo che questo succeda, piano piano, anche in Portogallo. E, alla fine, si pone anche il problema di cosa succederà in Italia, perché è il Paese più grande dell’Eurozona del Sud colpito dalla crisi. Io comunque resto ottimista: i tempi in Europa sono cambiati e questo lo vediamo molto da vicino.
Veniamo all’Europa appunto: Siryza e Alexis Tsipras cosa pensano di fare contro l’austerità e in che modo ricontratteranno il debito a livello internazionale?
Gli aspetti che dobbiamo trattare con la Troika li porremo sicuramente a livello europeo. Quando diciamo che vogliamo trattare per il debito, ci devono ascoltare! E fortunatamente, oggi, non siamo i soli a dirlo.
Quando abbiamo incominciato a dirlo anni fa, subito dopo lo scoppio della crisi, ci prendevano per terroristi dei mercati. L’abbiamo visto anche negli ultimi giorni, con la speculazione in borsa… e lo hanno fatto anche allora. Noi li abbiamo visti diverse volte all’opera in questo periodo.
Noi pensiamo che una grande parte dei debiti devono essere cancellati e per il resto discuteremo. Però il concetto base è questo: noi non vogliamo una Conferenza dei Paesi del Sud Europa ma di tutti i Paesi d’Europa, perché questi temi non riguardano solo la Grecia. Guardiamo che risultati hanno avuto le politiche di austerity in Lituania, Estonia, Bulgaria, Romania… Paesi messi a terra anche loro! Anche loro hanno diritto a una vita dignitosa.
Un altro aspetto molto importante per noi è quello che voi chiamate Fiscal Compact. Servono investimenti pubblici! Con questa assurdità di mettere il pareggio di bilancio in Costituzione si rende lo Stato un semplice spettatore ed è impossibile avere qualcosa di positivo. Allora, dobbiamo trovare un modo di sorpassare queste assurdità, dobbiamo permettere ai nostri Governi ai nostri Stati di poter aiutare la crescita, di poter creare nuovi posti di lavoro, di poter aiutare le nostre economie a rimettersi in piedi.
Terzo aspetto molto importante è un piano per lo sviluppo e per la crescita ecosostenibile, tema fortemente legato all’intervento dello Stato e del Governo nell’economia pubblica. Lo Stato non può ritirarsi da settori così importanti, dobbiamo pensare che il lavoro è un diritto di tutti e che deve essere dignitoso, non con stipendi da fame.
Non possiamo permettere che il Sud Europa diventi una zona franca per investimenti cinesi o far diventare noi dei nuovi cinesi del Sud Europa. Queste scelte hanno già mostrato i loro lati inumani! Noi parliamo di valori, di persone, della gente… ma anche economicamente non hanno dato nessun risultato positivo in Europa.
Questi sono i temi che porremo subito in Europa e speriamo che ci sia unità anche con altri Governi. Non penso solo al Governo italiano – che penso sarà molto più affine alle nostre posizioni, visto che proviene dallo schieramento socialdemocratico – ma penso anche ai Governi che sono meno affini come quello portoghese o quello spagnolo, che sono governati da conservatori. Però quello che ci unisce è la prospettiva e la speranza… su questo penso che potremo essere uniti contro le attuali politiche di austerità.
Cosa mi dici del blocco rappresentato dalla Germania di Angela Merkel?
Allora… dobbiamo parlare complessivamente del debito, avendo sempre in mente un aspetto importante: noi vogliamo lo stesso trattamento che ha avuto la Germania subito dopo la guerra! Noi non vogliamo né grazie, né privilegi, né niente. Noi greci, subito dopo la seconda guerra mondiale, abbiamo avuto solo ad Atene 250mila morti per fame. E a questo va sommato il saccheggio del Paese.
Noi, però, abbiamo dato il permesso alla Germania di avere il proprio sviluppo e di salvarsi dopo la crisi. E questo l’hanno fatto tutti i popoli europei che erano messi a terra il giorno prima degli stessi tedeschi; allora noi abbiamo dimostrato una grandissima generosità, una solidarietà al popolo tedesco e non abbiamo chiesto a nessuno di fare i compiti a casa… queste cose assurde che abbiamo visto negli ultimi anni in Europa.
Tu sei stato candidato in Italia con “L’altra Europa con Tsipras” alle ultime elezioni europee. Cosa vuoi dire ai tanti italiani che guardano con interesse e speranza il cammino intrapreso da Syriza?
Noi siamo molto contenti e felici di vedere in Italia tantissime persone che ci hanno aiutato. Vi siamo davvero grati di cuore, perché abbiamo legami con l’Italia molto forti. Persone come Stefano Rodotà, come i fratelli Servillo, come Fiorella Mannoia, come Luciana Castellina, per non dire Camilleri… tutte persone che ci hanno sostenuto tantissimo. Ma ce ne sono così tante che è anche ingiusto dire solo pochi nomi.
Ci sono tanti compagni che vogliono venire in Grecia, in questi giorni delle elezioni, per festeggiare la vittoria di Syriza.Penso che da tutta questa vicenda, quello che si capisce è che sarà una festa per tantissimi – milioni in tutta Europa – perché sarà davvero un atto liberatorio!Da questo punto di vista, l’Italia è la prima della classe… gli italiani sono stati bravissimi e li aspettiamo tutti alla nostra manifestazione di chiusura della campagna elettorale. E ci sono già molti politici italiani che vogliono venire in Grecia per cercare di trovare punti di collegamento per ribaltare queste politiche di austerità, condotte da un liberismo barbaro e selvaggio.
Questo articolo è stato pubblicato su Inchiesta online il 15 gennaio 2015