Ancona e le Marche: a uno anno dalle elezioni il caso del "piccolo Mose"

6 Agosto 2014 /

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di Sergio Sinigaglia
Manca meno di un anno alle elezioni locali e regionali e le Marche in questi mesi sono state attraversate da inchieste giudiziarie che hanno scosso la classe politica ed economica. Prima la vicenda della Banca delle Marche che ha avuto l’onore delle cronache nazionali. Le accuse vanno dalla associazione per delinquere al falso in bilancio. Trentasette gli indagati. In prima fila l’ex direttore Massimo Bianconi, a seguire vicedirettori, amministratori, dirigenti e funzionari.
Un affaire che ha colpito un istituto con un bacino occupazionale di tremila lavoratori, i quali si sono più volte mobilitati per salvaguardare il posto dopo la gestione molto allegra dei vertici dell’istituto di credito. Una inchiesta pubblica de L’Espresso mesi fa collegava Bianconi al giro dei “furbetti del quartierino” di impronta romana. Insomma una brutta storia.
A seguire la vicenda delle spese allegre dei gruppi consiliari che ha messo sotto indagine praticamente tutta l’assemblea regionale. Per carità si parla di cifre modeste. I consiglieri hanno a disposizione una cifra annua complessiva di circa 340 mila euro. L’elenco di come sono stati utilizzati i fondi ha suscitato un certo scandalo. C’è da dire che si tratta di importi ridotti, al massimo qualche centinaio di euro, ma in tempi di crisi e di campagne demagogiche sulla “casta” le voci di spesa piuttosto discutibili hanno sollevato scalpore e polemiche a non finire. In particolare l’acquisto di un saggio sull’orgasmo femminile, costo 16 euro e qualche centesimo, è stato al centro dell’attenzione dei media (anche della satira di Crozza). L’importo è ridicolo, ma la cosa sconcertante è attingere dalla cassa del gruppo per un pugno di euro…

E per concludere in bellezza, anzi in bruttezza, la recentissima inchiesta con relativi avvisi di garanzia per le centrali biogas. Si tratta di impianti, contestati da numerosi comitati territoriali ambientalisti, che avevano avuto l’ok, senza la valutazione di impatto ambientale. Pochi giorni fa è arrivata una raffica di avvisi di reato a imprenditori e dirigenti della Regione per le concessioni facili per questi contestatissimi impianti. Si parla di iter facilitati in cambio di generosi regali. Sono stati sequestrati dieci milioni di euro tra immobili, una villa e altri graziosi cadeaux.
La Guardia di Finanza ha parlato di un Mose in salsa marchigiana. Staremo a vedere. Sicuramente è un momentaccio per il governatore uscente Spacca. Punta al terzo mandato ma sta trovando l’opposizione di gran parte del Pd. È già partita la tradizionale guerra per bande tra le varie componenti, non politiche (sono quasi tutti renziani) ma geografiche. Solite schermaglie tra gli “anconetani” e i “pesaresi” dove troviamo il neo sindaco della città di Rossini, Matteo Ricci, super protetto del presidente del consiglio. Per questo giro Ricci è fuori ma sta sponsorizzando il’ex primo cittadino di Pesaro Luca Ceriscioli.
La partita è appena aperta. Certamente la cessione di Indesit al gruppo americano Whirlpool è stato un altro colpo alle ambizioni dell’attuale presidente della giunta, merloniano doc, in senso stretto del termine visto che prima di intraprendere la carriera politica più di venti anni fa, era dipendente Ariston. E a proposito di Fabriano è notizia di ieri che entro l’anno i disoccupati dell’ ex distretto d’oro degli elettrodomestici raggiungeranno le seimila unità. Tra inchieste giudiziarie e battaglie partitiche questa è probabilmente la notizia più inquietante.

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