Ma chi sono i terroristi? Parole e comode strumentalizzazioni per reprimere

28 Luglio 2014 /

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Hvad er terrorismi? Foto di la_salebete
Hvad er terrorismi? Foto di la_salebete
di Paolo De Gregorio
Tra le espressioni che più alimentano la sfiducia negli uomini vi sono senza dubbio l’ipocrisia, la doppiezza, la menzogna professionale, che poi sono le qualità necessarie, indispensabili, per chi vuole emergere nella politica o nella informazione. Tutto il mondo contemporaneo si regge sulla falsificazione scientifica dei fatti, sulla omissione delle notizie importanti, cercando di creare una opinione pubblica popolare che si occupi di cronaca spicciola, di sport, di pettegolezzi riguardanti personaggi noti.
Il più colossale e sanguinario “pacco” che fu confezionato dall’intreccio tra politica e “informazione”, tra autentici delinquenti, fu quello che fece iniziare la seconda guerra del Golfo, con l’aggressione all’Iraq, inventandosi le “prove inoppugnabili” sugli arsenali chimici di distruzione di massa, che poi non furono mai Usati né trovati.
Bush jr, Blair, i media, i servizi segreti, in combutta tra loro hanno la piena responsabilità per le centinaia di migliaia di morti, di cui quattromila americani, e nessuno li ha accUsati di terrorismo, visto che hanno Usato il terrore che provocano i bombardamenti e le torture, per sostituire un capo di Stato di un paese sovrano che non obbediva più agli ordini Usa, ma che soprattutto poteva decidere di vendere il proprio petrolio a chi gli pareva e magari non in dollari.

Come funzionano veramente i rapporti tra Stati non ce l’hanno mai svelato i “giornalisti”, ma personaggi come Assange o il soldato americano Snowden che, a rischio della vita, hanno messo in Rete documenti “top secret”, che poi sono semplicemente il modo fraudolento di privare i cittadini di informazioni che riguardano il funzionamento delle cose, trasformandoli in sudditi.
La politica e la disinformazione omissiva dei media odiano la verità e se potessero uccidere gente come Assange o il soldato Snowden lo farebbero con gioia. Propongo una elementare riflessione sul “terrorismo”, termine che viene quasi sempre Usato a sproposito, appiccicato a minoranze che in genere combattono, con i pochi mezzi che hanno, invasori stranieri che occupano la loro terra.
I conquistadores spagnoli che si impadronirono con la violenza più bestiale dell’America Latina, imponendo a forza lingua e religione, rubando tutto ciò che c’era da rubare, perché non sono definiti dagli storici terroristi, ma quasi con il titolo onorifico di conquistatori? E quanto al Nord America dove la peggiore feccia dell’Europa sterminò 10 milioni di indiani nativi per mettersi al loro posto, con la complicità della religione che si voleva espandere nel mondo, chi erano i terroristi?
E che dire dell’orrendo colonialismo in Africa e dello schiavismo? E l’esercito regolare nazista che occupava l’Italia non fucilava i patrioti, che volevano cacciarli dalla loro terra, chiamandoli “banditen”? E oggi in Palestina, chi semina più terrore e morti con mezzi bellici spropositati, dopo aver occupato una terra che non gli appartiene?
Il termine terrorista va riservato a tutti coloro che fuori dalla propria nazione, attraverso la forza militare, massacrano i nativi con lo scopo di procurarsi una utilità, che in genere sono materie prime, manodopera a basso costo, siti strategici, colture pregiate. L’unica nazione che possiede 900 basi militari sparse in tutto il mondo e che è stata protagonista di tutte le ultime guerre, dal Vietnam fino all’Afghanistan, comicamente ci spiega che la sua potenza militare ha lo scopo di difendere il mondo libero dal terrorismo, e politici e giornalisti confermano la panzana.
L’Europa non ha futuro se non recide i legami con gli Usa, con la Nato, perché è nel nostro interesse economico una politica di PACE, senza spese pazze per gli armamenti (vedi F35), con integrazione economica con la Russia e tutto il mondo arabo. Possiamo vivere senza la protezione di nessuno e costruire un mondo multipolare, che indebolisca per sempre l’idea e la pratica di una egemonia globale.
È di questi giorni l’ottima notizia che i cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) hanno stipulato un accordo che prevede una banca ed un fondo internazionale in concorrenza con la monopolistica Banca Mondiale e il FMI dominati dagli Usa.

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