di Maurizio Matteuzzi, università di Bologna
La tv. Dopo tre anni di bombardamento mediatico relativo alle università per una volta abbiamo sentito un servizio che, nella sua stringatezza, diceva per una volta alcune cose vere (delle tante che si dovrebbero dire): il “fatto” di Pagliaro ha detto cose, note s’intende agli addetti ai lavori, ma di segno opposto a quanto la stampa mainstream ha voluto propinarci, da parte di Berlusconi e dei suoi complici.
Evviva Pagliaro, gli siamo grati: due-tre minuti di verità dopo ore di falsità e idiozie. Uno dovrebbe essere contento: finalmente si dice che ciò che è, è, e ciò che non è non è; come dice Platone, ad individuare il “discorso vero”. Ma ecco la cosa esilarante. Il responsabile di Confindustria Veneto, interrogato dalla Gruber, afferma più o meno:
“Ah, sì, una volta era così, ma adesso STIAMO INVESTENDO, poi noi abbia Padova che è la migliore università d’Italia, poi abbiamo Ca’ Foscari, e Verona), e IUAV”.
Ma chi è questo intronato? Gli si dice (vedi “Il fatto”) che i finanziamenti alla ricerca sono stati tagliati di oltre il 10%, e questo raglia delle sue venete università. Che per caso non c’erano anche prima, non glielo hanno scritto nelle veline? Crede di averle fatte lui l’anno scorso?
Esilarante la risposta: ora tutto è cambiato, cavolo: ci siamo noi leghisti, i soldi arrivano a frotte. Che film ha visto costui? Il finanziamento alla ricerca è stato nuovamente tagliato, come ogni anno. Gli avveduti imprenditori del “nord-est” si segnalano per essere quelli che in Europa investono meno in ricerca e sviluppo. E lui è contento.
Dottore, sia sincero: voi confindustriali del nord est, avete investito nel Mose, vero? Sarà per questo che siete contenti.