"Transumanza della pace": l'unione tra i popoli passa per boschi, pascoli e animali

6 Giugno 2014 /

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di Maria Di Cecco
La guest star è Sissi, una manza ribelle, recalcitrante a lasciare la moderna e luminosa stalla e la sua materna padrona. È scappata in mezzo alla neve e ci hanno messo un po’ a riacchiapparla, prima di spingerla sul camion. Il documentario di Roberta Bigiarelli, attrice e autrice, oltre che documentarista, racconta l’esperienza della “Transumanza della pace” un progetto di cui è anche promotrice, assieme a Gianni Rigoni Stern e col sostegno della Provincia Autonoma di Trento.
L’iniziativa ha messo in relazione comunità di allevatori della Val Rendena e di Srebrenica, anzi, per essere più precisi il tutto si svolge a sull’Altopiano di Sucéska (800 metri di altitudine, a poco più di 10 chilometri dal centro di Srebrenica). La prima cosa che Gianni Rigoni Stern ha fatto, è stato censire e conoscere Sucéska, contrada per contrada, entrando nelle case delle persone. Nel corso dei vari sopralluoghi ha accumulato dati ed ha stilato un utile censimento dell’area: quante persone, la loro età, l’allevamento, il tipo di agricoltura. Al primo viaggio ne sono seguiti numerosi altri fatti con amici esperti di pascoli, boschi, bestiame.
Il territorio è oggi abitato da sopravvissuti di una comunità di agricoltori, in prevalenza mussulmani, decimata dalla guerra (qui la pulizia etnica ha eliminato circa l’85% della popolazione maschile). Dal 2000 man mano le persone sono tornate a viverci. Si tratta per lo più di vedove, anziani e giovani che praticano agricoltura di autoconsumo e sognano di andare via.

La guerra, com’è facile immaginare, oltre ad uccidere persone, ha devastato il territorio con la distruzione di case e stalle e l’abbandono di vaste superfici coltivate diventate, così, facile preda della felce aquilina, pianta infestante velenosa per i bovini e dannosa per le foraggere.
Gli abitanti hanno cominciato a ricostruire per tentare di ripristinare, per quanto possibile, le condizioni di vita precedenti, grazie a dignità generosità e volontà di ricominciare. Chi è tornato spesso alloggia in case non ancora finite, dispone di piccole stalle con gravi carenze igienico-sanitarie. Pochi sono gli animali, e scarsissime le attrezzature per i lavori di campagna.
Nell’ambito del progetto sono stati fatti corsi per poter trasmettere alla popolazione l’esperienza e le tecniche base di allevamento e coltivazione. I 50 iscritti, tra uomini e donne, provenienti da contrade diverse, arrivavano anche a piedi: le condizioni poste erano che solo chi giungeva alla conclusione del corso aveva diritto a ricevere in dono la vacca.
Così, il 1 dicembre 2010, dalla Val Rendena sono partite 48 manze e manzette di età tra i 12 e i 24 mesi dirette in Bosnia Erzegovina, nelle facce di alcuni allevatori si leggeva la commozione. Il progetto non si è concluso lì, ci sono stati poi gli invii di campanacci e l’idea di aprire un piccolo caseificio grazie all’aiuto di un maestro caseario che trasmette la sua esperienza e conoscenza nel fare i formaggi.
“Al mondo siamo tutti paesani”, in queste parole il senso ed il successo di un progetto non calato dall’alto ma portato avanti direttamente, “tra paesani” a mille kilometri di distanza. C’è sempre freddo all’arrivo, i volti scavati ma sorridenti accolgono il grande dono. Sissi viene affidata alle sapienti mani della nuova padrona. Qui, incredibilmente tranquilla, come se ataviche memorie fossero riemerse a placare la sua irrequietezza, si avvia mansueta sul sentiero verso la nuova dimora.
Beloyanna Cerioli, dell’associazione Trekking Italia, ha organizzato un trek itinerante di turismo solidale in Bosnia-Erzegovina, dal 4 al 13 luglio, che tra le altre (Spalato, Mostar, Sarajevo..) farà tappa nell’Altopiano di Sucéska per conoscere direttamente il prosieguo del progetto “Transumanza di Pace”. (tel. 3203370788, beloyanna.cerioli[at]gmail.com)

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