di Leonardo Tancredi
Il numero di maggio di Piazza Grande è dedicato al tema degli Opg, gli ospedali psichiatrici giudiziari: attualmente sei strutture in Italia, per un totale di 803 persone internate. In copertina il volto di Ascanio Celestini, attore, regista, scrittore e drammaturgo, intervistato da Giorgia Gruppioni. Da tempo Celestini lavora sul tema del manicomio e ha anche interpretato una persona affetta da malattia mentale: “Indubbiamente gli Opg sono un’istituzione vergognosa che va superata.
La pericolosità della maggior parte degli internati (se mai c’è stata) si è azzerata insieme a una parte consistente della loro identità”. Nel 2006 scrive il libro “La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico”, da cui è stato tratto un film diretto, sceneggiato e interpretato dalla stesso Celestini. “La complessità non va isolata e ghettizzata, col risultato di complicarla ulteriormente, ma tenuta all’interno della comunità”.
Nelle pagine interne, l’intervista allo psichiatra Giuseppe Dell’Acqua, allievo di Franco Basaglia e iniziatore, insieme a lui, di quel modello triestino che ruota intorno all’idea che i percorsi terapeutici non possono essere efficaci se coercitivi. “‘La libertà è terapeutica’ è una frase che continua a starci a cuore – racconta Dell’Acqua -, ed è la ragione per cui in tanti continuiamo a lavorare per buttare giù quest’ultimo muro che sono gli Opg”.
Irene Leonardi racconta poi la nuova proroga della chiusura degli Opg: la legge per il ‘superamento degli Opg’ risale al 2012, il termine per chiuderli e smistare gli internati in nuove strutture era il 31 marzo 2013, spostato poi alla stessa data del 2014. Nei giorni scorsi la seconda proroga ha portato la scadenza al 31 marzo 2015: al posto degli Opg nasceranno le Rems, residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria, con tanto di polizia penitenziaria e posti suddivisi a livello regionale. “Un passo avanti per fare un salto indietro e riavere nuovi manicomi”, commenta Stefano Cecconi del comitato nazionale della campagna StopOpg.
L’inchiesta si sposta poi sulle storie provenienti dall’interno dell’Opg di Reggio Emilia. Tante le attività che animano la struttura: Nuovoeffatà, giornale creato all’interno dell’Opg, nasce con lo scopo di abbattere i muri per dare la possibilità a tutti i ragazzi che vivono all’interno di esprimere liberamente e senza censura i loro pensieri. “Sono gli internati a scrivere dalla profondità di una cella, e manifestarsi spontaneamente senza nessun tipo di imposizione”, spiega Sara Brazzali, volontaria della redazione. Inoltre, un laboratorio teatrale permette alle persone di ritrovare il piacere di relazionarsi con l’esterno, riattivando la parola e la discussione. “Saliamo sul palco per dimostrare al pubblico che queste persone non sono dei mostri come li rappresentano i giornali”, racconta Monica Franzoni, regista della compagnia.
All’interno del giornale, anche l’intervista esclusiva di Olga Massari a Serge Latouche, padre della teoria della decrescita, che denuncia la necessità di una rottura con la cosiddetta “società della crescita”, quella capitalistica, e una riorganizzazione degli scambi di merci secondo modalità non predatorie, in particolare delle risorse possedute dai Paesi meno abbienti. “L’odierna crisi ha generato un certo interesse per la decrescita da parte dei cittadini ma al contrario, i governi si sono dimostrati totalmente isterici, incapaci di un salto di qualità del genere. Un progetto eco-socialista potrebbe essere la risposta”.