Mia cara Fiom, esci dall'angolo e giocati la partita

10 Aprile 2014 /

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di Pietro Gualandi, delegato Filtcem-Cgil
Riguardo al Testo Unico sulla Rappresentanza sindacale credo che Fiom sia un po’ troppo conservatrice. Esso porta in sé, nella certificazione e quantificazione di iscritti e nella proporzionalità elettiva dei componenti delle Rsu, una chiarezza senza precedenti. Prima di esso vigeva una sorta di Porcellum sindacale, una balcanizzazione delle rappresentanze sindacali.
Non scordiamo che questa situazione è stata agevolata anche dal referendum abrogativo del 1995 modificante l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori indetto da Rifondazione Comunista e appogiato dai Cobas e da parte della Fiom. Con quel referendum la rappresentanza in Azienda cominciava a non essere più solo dei Sindacati firmatari i Ccnl ma di chi contrattava con il padrone, arrivando ora alla possibilità con accordi separati di estromettere chi non ci sta.
Marchionne ha estromesso Fiom sulla base delle varie destrutturazioni dello Statuto dei lavoratori. Per ciò che concerne il regime sanzionatorio presente nel Testo Unico non vedo quali siano i timori: il diritto allo sciopero è costituzionalmente garantito ai lavoratori, la rappresentanza sindacale è nella sua essenza votata alle conseguenze della protesta, del diniego, della rottura di accordi, assumendosi la responsabilità di qualsiasi sanzione.

Non è questione di essere votati al sacrificio, ma di rispettabilità, nella capacità di pagare i propri credo. Dove sta la Fiom dura e pura? La credibilità di un sindacalista non sta nel rispettare un accordo sottoscritto quando nel tempo cambiano condizioni e convinzioni, ma di rendere vera e forte la scelta della rottura assumendosi le conseguenze. Il dovere del rispetto dell’accordo proprio nella sua rottura è un diritto che va pari passo a quello dello sciopero.
Con il disconoscimento temporaneo della rappresentanza che rompe l’accordo (questa è la sanzione per il sindacato e solo sulle tematiche contrattuali) inizia la mobilitazione dei lavoratori rappresentati. Una fuoriuscita di campo per rientrare in campo con regole nuove. Se durante la partita non si sta alle regole del gioco giustamente si viene espulsi. Occorerà lavorare da fuori e convincere gli altri se nel succesivo incontro si vorrà giocare con altre regole.
Altrimenti si sta perennemente all’angolo. E ora con il T.U. si saprà bene chi può stare in partita.

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