di Renzo Zagnoni, presidente del gruppo di studi alta valle del Reno
Oramai senza più stupore apprendiamo che sta per chiudere il BAM, il centro culturale più importante di Porretta e della montagna, che ha sede in via Borgolungo, in un edificio restaurato con un’ingente investimento della Regione Emilia-Romagna. BAM del quale, in questi anni, ho avuto l’onore di presiedere il consiglio di gestione culturale in modo del tutto gratuito.
Al suo interno trovano sede i seguenti archivi storici:
- Comunale di Porretta (completamente riordinato e inventariato con un finanziamento regionale, unico caso in montagna di archivio comunale fruibile da chiunque e tutti i giorni, secondo quanto prescritto dalla legge e quasi sempre disatteso dai comuni)
- Pretura di Porretta (depositato con un accordo con l’Archivio di Stato di Bologna per la sua valorizzazione)
- Terme di Porretta (depositato dalla proprietà e tutelato dalla Soprintendenza Archivistica regionale)
- ASL, Ospedale di Porretta
- Società “Pro Montibus et Silvis” di Bologna
- Centro Cinema “Veronica Martini”
- Associazione Porretta Soul Festival
- Gruppo di studi alta valle del Reno, Nuèter
Una realtà che la Soprintendenza Archivistica per l’Emilia Romgna ha sempre presentato come esemplare per la conservazione dei documenti storici e soprattutto per la loro fruizione da parte dei cittadini e delle scuole.
Ma oltre a ciò il BAM negli ultimi dieci anni è stato la base organizzativa di migliaia di iniziative culturali, punto di appoggio di chiunque volesse a Porretta e nella montagna organizzare concerti, spettacoli teatrali, mostre, presentazioni di libri, ma anche iniziative sportive, feste di Pro Loco e chi più ne ha più ne metta. È stato sede di decine e decine di mostre temporanee, di riunioni di ogni tipo, di corsi culturali dell’Università Primo Levi, di incontri e letture con migliaia di bambini delle scuole materne, elementari e medie e ragazzi delle superiori, organizzati da Marco Tamarri e dal bibliotecario Alessandro Riccioni.
Fu voluto fortemente dall’allora sindaco Graziano Mauriti, anche contro alcuni elementi della sua giunta ancor oggi presenti sulla scena politica, e pensato dal punto di vista culturale dal Gruppo di studi di Nuèter nelle persone di Paolo Digiuni e del sottoscritto. Si poté realizzare grazie ad un finanziamento di circa 800 milioni di lire,per la maggior parte provenienti dal piano d’area voluto dall’allora Assessore regionale alle attività produttive (sì, proprio alle attività produttive) Duccio Campagnoli, che permise il recupero del fatiscente edificio delle ex carceri nel centro storico di Porretta.
Fu inaugurato il 26 settembre 2004 dal nuovo sindaco Sergio Sabattini, che seppe, con la sua giunta e col suo assessore alla cultura Igor Taruffi, valorizzare l’opera di Mauriti con l’arrivo di Marco Tamarri come dirigente della Cultura e di Alessandro Riccioni come nuovo bibliotecario. Il Bam divenne così anche il centro di quel sistema museale porrettano, che comprende il Museo LabOrantes di Castelluccio, il Museo delle moto della DEMM, il vivaio I Monti di Castelluccio e, speriamo presto, le due ferriere di Casa d’Alessio e di Calvi Chelotti di Silla, veri e propri gioielli di archeologia industriale in montagna. L’importanza di questo sistema di istituzioni culturali BAM (appunto Biblioteche, Musei, Archivi) è stato tanto importante da ottenere il premio “Musei di qualità” della Regione Emilia-Romagna, che con la chiusura dovremo probabilmente rendere indietro.
L’annunciata chiusura del BAM è la logica conseguenza della “cacciata” di Marco Tamarri: sono infatti frottole quelle sostenute dall’amministrazione, secondo le quali il suo passaggio all’unione dei nove comuni con sede a Vergato sarebbe stata una spontanea iniziativa dello stesso funzionario. In realtà dopo un anno e mezzo di boicottaggi la decisione finale era già scritta nei fatti. Basti pensare che Cristian Marconi (assessore al bilancio esterno, cioè non eletto da nessuno) nell’apprendere dell’abbandono di Marco Tamarri e di fronte a molti testimoni di cui posso fornire i nominativi, affermò: “Finalmente una buona notizia”. Allo stesso modo Francesco Abruzzese, consigliere delegato alla cultura, che non ha certo brillato nel suo primo anno per vivacità di iniziative, non ha mosso un dito per tentare di fermare lo sfacelo che ha determinato l’abbandono di Marco Tamarri e a quanto risulta non sta muovendo nessun dito neppure di fronte alla chiusura del BAM.
E la chiusura del BAM e la non sostituzione di Marco Tamarri è la prova provata di quanto affermato. Quale sia il motivo di questa decisione, credo oramai presa, lo dice Claudio Seghetti (nuovo assessore ai lavori pubblici, anche lui esterno e quindi non eletto da nessuno) che di fronte ad una precisa domanda di un membro del consiglio comunale, del quale posso fornire il nominativo, ha risposto che la chiusura del BAM è una decisione positiva perché permetterà al Comune di risparmiare 20.000 euro all’anno: 20.000 euro non 100.000 o 200.000, avete capito bene 20.000 euro!!! Evidentemente anche questa cosiddetta sinistra ha seguito e soprattutto mette in pratica il motto dell’ex ministro dell’Economia Tremonti che ebbe occasione di affermare: “Con la cultura non si mangia”.
Tutto quello che era stato costruito negli ultimi anni è stato smantellato in pochi mesi. Concludo facendo un’affermazione del tutto personale: mi pento amaramente di avere personalmente appoggiato questa giunta e questo sindaco sia in sede di elezioni primarie del PD, sia in sede di elezioni amministrative.