Assemblea dei circoli: non per ripetere, ma per rinnovare

3 Luglio 2013 /

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I circoli
I circoli
Quella che segue è l’introduzione di Valentino Parlato all’assemblea dei circoli che si è tenuta lo scorso 29 giugno a Roma.
di Valentino Parlato
Siamo precipitati (ma lentamente) in un pozzo assai profondo (non solo noi ma il mondo attuale, se Gunther Grass scrive di “Sindrome di Weimar” e se studiosi di alto livello ci dicono che è prossima l’esplosione mondiale della grande bolla speculativa). Noi, qui riuniti, subiamo la sconfitta del manifesto quotidiano comunista. Alle nostre spalle 42 anni di vita, difficile, ma di combattimento, che però negli ultimi tempi si era indebolita, fino all’allontanamento di alcuni di noi, dopo aver vanamente cercato di aprire un dibattito non solo interno sul che fare del giornale. Ora siamo fuori e il giornale all’agonia.
Nostro obiettivo è riportare il giornale alle originarie funzioni di sinistra autentica e adeguata alla difficile e drammatica situazione presente, della quale – ritengo io – neppure noi abbiamo piena coscienza. Questa assemblea vuole essere l’avvio della rinascita del giornale (anche acquisto della testata, però a tempo e luogo. Non con l’attuale cooperativa). Abbiamo già cominciato con la Fondazione Luigi Pintor, che ha un sito frequentato e raccoglie (ma su questo dobbiamo precisare) contribuzioni. Questo sito deve impegnarci a fondo, si deve costituire una vera redazione che lavori al sito, che lo faccia soggetto attivo di un dibattito culturale e politico. Io sono disponibile, ma non basto. Non possiamo rimanere inerti (e anche un po’ litigiosi).
Non solo. A questo punto dobbiamo impegnarci a produrre, già per ottobre, una rivista mensile o trimestrale, per sviluppare una serie di analisi dell’attuale crisi epocale che sembra destinata a travolgere la civiltà contemporanea. Una crisi assai più grave di quella del ’29, che produsse fascismi e nazismi e una guerra mondiale. I pericoli di destra ci sono: lo annunciano la dissoluzione dei partiti, i successi di Grillo, l’astensionismo. Ma quel che è più temibile (e anche noi lo sottolineamo) è la prossima esplosione dell’attuale modo (mondiale) di fare denaro con il denaro, con i derivati e quant’altro. Salteranno grandi banche. Maturerà una guerra tra gli Usa e la Cina, che attualmente è grande creditrice degli Usa. Quel che i più seri studiosi ci dicono è che tutto non sarà più come ora e che sarà molto peggio.

Temi che un po’ tutti fingiamo di non vedere, ma che debbono essere il materiale di base della rivista e anche del sito della fondazione. La questione ambientale e delle risorse energetiche diventa sempre più drammatica e minacciosa e siamo già all’avvio di una guerra per il controllo delle risorse del Polo Nord. Non insisto sulla gravità della crisi globale che ci investe, ma è l’argomento centrale del nostro tempo. Oggi, quando ancora la crisi non è esplosa la politica è a pezzi. I partiti si sono dissolti. La cultura non genera correnti coerenti di pensiero. Pensiamo solo alle attuali e sedicenti forze di sinistra. Il Pd si prepara al congresso e al centro c’è la questione Renzi. Che volete di più o di peggio?
Quindi: sostenere e rafforzare la Fondazione fare assemblee, vivacizzare il sito. Ma soprattutto produrre la rivista. Trovare collaboratori impegnati e di prestigio, discutere sulla scelta dei temi, annunciare la sua uscita lavorare nelle edicole e nelle librerie. Insomma produrre una rivista è un nuovo inizio, come lo fu la rivista mensile del manifesto 45 anni fa.
In conclusione impegnamoci a ricominciare, a non morire di lamentele. Per tutto questo, lo dico al termine, ma per sottolinearne l’importanza, dobbiamo intensificare il rapporto con i circoli che sono la nostra base, culturale e organizzativa; anche la rivista il manifesto alla sua uscita promosse la nascita di molti circoli che poi fecero la storia del Pdup e del manifesto.
Non per ripetere ma per rinnovare.

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