di Andrea Liparoto, responsabile comunicazione nazionale dell’Anpi
“Guai a far naufragare la Resistenza nelle parole encomiastiche. Basterà dire che un tempo lontano c’erano dei giovani. E poi iniziare a raccontarla da quel punto. Ritrovo con commozione i compagni persi nelle boscaglie, nei greti dei fiumi… Se potessero parlare direbbero: non vogliamo essere celebrati, ma amati”.
Così il comandante Nello Quartieri, 91 anni, indica il modo migliore di “curare” la Resistenza – affinché penetri efficacemente nelle coscienze – nella sua testimonianza contenuta nel volume Io sono l’ultimo – Lettere di partigiani italiani, nato dalla collaborazione tra ANPI e Einaudi (qui dettagli e rassegna stampa).
E questo amore “partigiano” sta riscuotendo un successo molto significativo. “Io sono l’ultimo” è giunto infatti alla terza ristampa, avendo compiuto un lungo viaggio lungo tutto il Paese grazie all’impegno e alla generosità di tanti Comitati Provinciali e Sezioni ANPI che nel giro di un anno hanno realizzato ben 31 presentazioni, da Catanzaro, passando per Roma fino a Torino.
E voglio allora in questa sede ringraziare di cuore tutti i nostri fantastici militanti e dirigenti per aver colto la preziosa occasione di queste pagine di libertà per portare le voci degli “ultimi” anche e soprattutto laddove erano sconosciute. E ancora un grazie alla casa editrice Einaudi e agli altri due curatori del volume, Giacomo Papi e Stefano Faure per la loro appassionata professionalità e sensibilità.
Ma il viaggio continua. Deve continuare. Attendiamo input e proposte di “tappe”. Entusiasmi civili e “di radice”. E avremo, almeno in buona parte, compiuto il dovere di non celebrare la Resistenza, ma di farne vene e futuro.
Questo articolo è stato pubblicato sul sito dell’Anpi