di Andrea Leone, Centro Antartide
Una città civile non dimentica i suoi figli più illustri. Oggi, 23 maggio, ricorre infatti l’anniversario della nascita di Andrea Pazienza, il celebre artista pugliese che proprio sotto le torri liberò il suo talento, esploso negli anni della contestazione giovanile nel 1977. Per ricordare Paz, come il titolo del film cult a lui dedicato di Renato De Maria, il Sindaco di Bologna Virginio Merola scoprirà una targa a ricordo di Andrea Pazienza nel giorno della sua nascita in Via Emilia Ponente 223, nella residenza in cui visse l’artista, ritratta in molte delle sue opere.
Lunedì 27 maggio, inoltre, presso la Libreria Coop Ambasciatori di via Orefici 19 si terrà alle ore 18 un incontro pubblico, a cui parteciperanno l’assessore alla cultura del Comune di Bologna Alberto Ronchi, il leader degli Skiantos Freak Antoni, il fumettista Vittorio Giardino, Fernando Pellerano ed Emilio Varrà. A fianco del Comune di Bologna, a rendere omaggio all’indimenticato fumettista, ci saranno anche Coop Adriatica e Centro Antartide. L’ambito e il progetto “La città civile” che punta a rilanciare il senso civico in città. E quale modo migliore se non quello di celebrare la memoria di un grande personaggio come Pazienza, maturato artisticamente proprio a Bologna.
Nato nel 1956 a San Benedetto del Tronto, Pazienza trascorre l’infanzia nella paterna San Severo (la città “del suo pensiero” come la definì). Si trasferisce per motivi di studio a Pescara, dove si iscrive al Liceo Artistico e stringe amicizia con l’autore di fumetti Tanino Liberatore. Proprio in quegli anni Pazienza dà vita alle prime opere, esposte in mostre personali e collettive nel 1973. Un anno dopo, la svolta. Pazienza approda a Bologna, iscrivendosi al DAMS che lascerà a soli due esami della laurea. Qui conosce altri artisti e scrittori come Pier Vittorio Tondelli, Enrico Palandri, Freak Antoni e Francesca Alinovi.
Vive gli anni della contestazione bolognese legata al Movimento del ’77 che ispireranno il suo primo lavoro pubblicato su Alter Alter e faranno da sfondo al fumetto Le straordinarie avventure di Pentothal, uscito nel 1983. Il 1977 è un anno chiave nella vita dell’artista che assieme a Filippo Scozzari, entrerà a far parte della rivista “Cannibale”, fondata dal duo Stefano Tamburini – Massimo Mattioli e a cui si unirà l’amico d’infanzia Tanino Liberatore. È dall’estro collettivo dei cannibali che vedrà la luce il mensile Frigidaire, sulle cui pagine fa capolino il personaggio Zanardi. Nei primi mesi di vita della rivista, Pazienza, impegnato anche sul fonte del settimanale satirico Il Male, crea soggetti e disegni per decine di storie in bianco e nero, a colori e con tecniche miste, regalando al pubblico personaggi intramontabili come Francesco Stella, L’investigatore senza nome e Pertini.
Fumettista, pittore, ma anche insegnante. Pazienza mise infatti il proprio genio a disposizione della Libera Università di Alcatraz e partecipando nel 1983 alla Scuola di Fumetto e Arti Grafiche Zio Feninger di Bologna, messa in piedi da Brolli e Igort in collaborazione con l’Arci. L’esperienza da insegnante proseguì parallelamente a fianco di Magnus, Lorenzo Mattotti e altri. Qui tenne un corso fino al giugno del 1984, narrando dell’esperienza di docente qualche anno più tardi nel romanzo grafico Pompeo.
Senza limitarsi al fumetto, Pazienza firma in questi anni manifesti cinematografici (tra i quali quello della Città delle donne di Fellini nel 1980, videoclip, copertine di dischi (come Robinson di Roberto Vecchioni) e campagne pubblicitarie. Nel 1984 si trasferisce a Montepulciano Qui prosegue la collaborazione con le più importanti riviste italiane del fumetto, tra cui Linus, Tango e prende parte alla creazione del mensile Frizzer (affiancatosi a Frigidaire).
Nel 1987 Roberto Benigni gli dedica il film “Il piccolo diavolo”. Muore tragicamente la notte del 16 giugno a Montepulciano, a soli 32 anni. Andrea Pazienza riposa nel cimitero di San Severo, per sua espressa volontà come disse un giorno al padre: “Se mi dovesse succedere qualcosa, voglio solo un po’ di terra a San Severo, e un albero sopra “.