di Massimo Corsini
È emergenza nidi nel distretto di Casalecchio. A lanciare l’allarme è la funzione pubblica della Cgil di zona. Il problema, in buona sostanza, è il seguente: nell’ultimo mese, nei comuni del distretto, si è registrata una diminuzione sensibile delle preiscrizioni per il prossimo anno, probabilmente “dovuta sia al calo delle nascite che all’incidenza del costo del servizio su bilanci familiari già pesantemente penalizzati dalla crisi”, secondo il comunicato diffuso dalla Camera del Lavoro Intercomunale del distretto di Casalecchio di Reno.
Meno iscrizioni significa una minor necessità degli operatori forniti dalle cooperative che gestiscono le strutture e, conseguentemente, un maggior rischio, per chi nei nidi ci lavora, di perdere il posto. “L’impatto occupazionale è sensibile e ricade in maniera significativa, e quasi esclusivamente, sui servizi dati in appalto alle cooperative sociali. A oggi ci viene segnalata la chiusura di una sezione a Sasso Marconi (con una perdita di tre posti di lavoro) e una a Monte San Pietro (altre tre lavoratrici).
Una situazione pesante, che colpisce come mai in precedenza servizi d’eccellenza”. E questo è quello che accade a Casalecchio, ma non è escluso, anzi è probabile, che la situazione sia la stessa anche altrove su Bologna, così, non sarebbe nemmeno una novità, le vittime della crisi farebbero altre vittime. Quali soluzioni si potrebbero profilare, allora, per cercare di arginare e contenere il fenomeno? Le soluzioni suggerite dalla FP Cgil sono le seguenti:
È prioritario che le amministrazioni e gli enti del territorio si dotino nel più breve tempo possibile di strumenti per affrontare questa situazione, creando un sistema a livello intercomunale (ovvero distrettuale), come si sta già cercando di fare con la costituzione di un Coordinamento Pedagogico di distretto (intervento positivo che condividiamo), che si sviluppi e che porti a un sistema tariffario unico e a una gestione distrettuale e unificata dei Servizi educativi per l’infanzia e dei relativi appalti.
Quello che si intende fare nell’immediato, tuttavia, è chiedere ai Comuni del territorio di avviare al più presto un tavolo specifico su questo tema, per provare a trovare soluzioni condivise che agiscano sulla qualità e sull’organizzazione del servizio con la massima attenzione per la tenuta occupazionale.