di Rudi Ghedini
Ecco perché cambiare #sipuò. Ed ecco come farlo, con tanto di appello, in vista delle assemblee che avranno luogo dal 14 al 16 dicembre prossimi (qui informazioni sull’appuntamento bolognese).
Perché presentarsi alle elezioni?
C’è un pensiero dominante che appare come pensiero unico, e pretende di esserlo. Fosse un testo alla ricerca di un editore, l’Agenda Monti susciterebbe un’asta furibonda per aggiudicarsene i diritti, gli slogan sono sempre pronti: “Ce lo chiede l’Europa”, “Non ci sono alternative”, “Bisogna ridurre lo spread”. Eccetera. Un altro punto di vista chiede rappresentanza politica. Propone un’altra ricetta per affrontare la crisi ed evitare che i suoi effetti moltiplichino le ingiustizie. Si diffonde la convinzione che il pensiero che ha partorito questa crisi – quello dei banchieri e della Bocconi – non sia credibile nel proporsi di curarla.
Con quale programma?
Rinegoziare le politiche europee, affermare una diversa fiscalità dello Stato, abbattere le spese militari, ripristinare i diritti sul lavoro allargando la platea di chi può disporne, riconvertire le produzioni incompatibili con la salute dei cittadini, avviare l’unica grande opera necessaria all’Italia, per mettere in sicurezza il territorio.
Sono obiettivi che non potranno essere sostenuti da chi ritiene che il Governo Monti sia stato la salvezza del Paese. Le elezioni offrono l’occasione per aprire un varco nel Parlamento nazionale. La sinistra ha accumulato molte sconfitte, ma ci sono state anche vittorie, come quella sull’acqua pubblica e contro il nucleare, dove si è dimostrato che certe idee appaiono convincenti alla maggioranza di questo Paese.
È un nuovo partito o “solo” una lista?
L’ipotesi che si sta verificando in questi giorni è quella di presentare alle elezioni una lista di cittadinanza politica. La lista non va confusa con un nuovo soggetto politico, che pure sarebbe necessario. Né può proporsi come una somma di simboli di partito o, peggio, di identità, con i quali ciascuno immagina di presidiare chissà quale territorio. Può essere, piuttosto, un arcipelago di esperienze territoriali, inesorabilmente nuova nel nome e nel simbolo, nonché nei candidati, dopo la catastrofica esperienza della Sinistra Arcobaleno.
Con o senza il centro-sinistra?
Questa lista è alternativa a Monti e al centro-sinistra delle primarie. Vuole parlare a quel popolo di sinistra sempre più tentato dall’astensione (il partito degli astenuti è ormai il primo, in Italia). Il larghissimo sostegno parlamentare a tutti i provvedimenti del Governo non può essere banalizzato a stato di necessità. Nel centro-sinistra è ormai dominante un’idea di società che trova secondario il conflitto sociale, e ha introiettato le ricette europee per affrontare la crisi. Si è persino votata una modifica della Costituzione che impone il pareggio di bilancio, con una maggioranza così larga da impedire il referendum abrogativo.
C’è la consapevolezza della difficoltà dell’impresa?
L’asticella è molto alta: per superare la soglia di sbarramento del 4% occorre un milione di mezzo di voti. Voti da conquistare uno a uno, strappandoli alla larghissima platea che tende all’astensione o al voto di protesta, senza rinunciare a un confronto con chi ha partecipato alle primarie e sembra credere che un eventuale Governo Bersani sia disposto a ripudiare l’Agenda Monti.
Presentare una lista alternativa è un’impresa estremamente difficile. Innanzitutto perché le elezioni sono vicinissime e si svolgeranno senza aver cambiato la legge elettorale (ennesima promessa mancata da questo Parlamento). Poi, non ci sono soldi, strumenti di informazione, organizzazioni alle spalle. E l’urgenza rischia di produrre danni rispetto alla evidentissima esigenza di praticare una politica diversa, realmente democratica, che non si risolve nel votare un leader o nella retorica di Internet.
Come si intende procedere?
L’assemblea che si è svolta a Roma il primo dicembre si è data un programma per verificare la praticabilità di questo obiettivo. Poche settimane per verificare quante energie sono disponibili: vengono convocate assemblee pubbliche entro il 15-18 dicembre; seguirà, sabato 22, una seconda assemblea nazionale.
La lista di cittadinanza sarà fondata sulla parità di genere, composta da persone rappresentative di movimenti e realtà locali, che non abbiano avuto ruoli nazionali di direzione politica né di rappresentanza istituzionale negli ultimi anni.