Il futuro del Manifesto: il giornale, i circoli e la proprietà collettiva

7 Novembre 2012 /

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della redazione del Manifesto
Oltre trecento partecipanti, a occhio e croce: circoli (di Bologna, Pietrasanta, Padova, Salerno, sardo), tanti lettori “sciolti”, numerosi collaboratori, di lunga data e più recenti. E il collettivo del manifesto (giornalisti e poligrafici) presente in gran numero. Questo in estrema sintesi il colpo d’occhio nella sala Fredda della Cgil, domenica a Roma, per l’assemblea autoconvocata dai Circoli del manifesto per lanciare la loro proposta di riacquisto della testata e discutere le altre ipotesi in campo. Un confronto già in parte sulle pagine di questo giornale, da proseguire nei prossimi giorni fino alla – ci auguriamo felice – conclusione della liquidazione coatta amministrativa.
Non sono mancati toni polemici, qualche asperità, divergenze di opinioni e qualche esuberanza poco accettabile (di solito stigmatizzata dalla stessa platea) in particolare nel pomeriggio quando la discussione si è fatta più concreta, ma – come qualcuno ha affermato al termine tirando un sospiro di sollievo – «sarebbe potuta andare peggio».
Bocciata ogni ipotesi di compratore esterno (le altre due proposte in campo, quella di un finanziatore che ricomprerebbe la testata per poi darla in affitto a una cooperativa di gestione, e quella di una società editoriale appositamente costituita con soci esterni), tutti gli interventi in assemblea hanno detto che il manifesto deve rimanere proprietà collettiva. In particolare, di una proprietà composita: lettori, redattori, collaboratori. Un’opzione condivisa da Valentino Parlato, fondatore di questo giornale.

A tal fine l’assemblea ha votato per alzata di mano (con la contrarietà o l’astensione di una parte della redazione), la nomina di un comitato di dieci persone (quattro scelte dalla redazione stessa, quattro in rappresentanza dei lettori e due dei collaboratori) con il compito di definire le modalità di una campagna di sottoscrizione per ricomprare il manifesto ed elaborare un’offerta di acquisto da recapitare ai commissari liquidatori.
Purtroppo i tempi stringono (la gestione provvisoria è al momento prorogata fino al 31 dicembre) e i soldi da raccogliere sono tanti, sia per il riacquisto che per la gestione del giornale. A ciò si aggiunge il previsto, drastico ridimensionamento della forza lavoro al giornale (di giornalisti e poligrafici) dagli attuali 68 a 25. Veri e propri macigni che richiedono una grande coesione e forza di volontà per essere superati. Scelte drammatiche che non aiutano a stamperare le tensioni. I circoli vogliono stare in campo con la loro proposta e giocare un ruolo che reputano decisivo.
Questo articolo è stato pubblicato sul sito del Manifesto il 6 novembre 2012

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