Continua l’agonia della Perla, nota azienda dell’intimo made in Italy. L’aveva pronosticato Giacomo Stagni, della Filctem Cgil, ancor prima di sedersi al tavolo delle trattative e ieri ne abbiamo avuto la conferma. I vertici dell’azienda non hanno un piano industriale e l’incontro con i sindacati si risolve con l’annuncio secco di tagli del personale. Per 309 lavoratrici scatterebbe la mobilità, oltre la metà dei 599 lavoratori del bolognese.
“La parola investimenti non entra a far parte del futuro dell’azienda e gli stessi tagli – afferma Stagni – sono lineari, senza logica né progetto”. Ieri un’ora di sciopero, nel corso dell’incontro con i ‘padroni’. Oggi nuovo sciopero, di quasi tutta la giornata, con cui si è detto no ad un destino che sembra già scritto da un’imprenditoria a corto di idee. Scioperi ad intermittenza sono previsti anche nei prossimi giorni, oltre ad un’iniziativa pubblica per parlare alla città, alle forze politiche, alle istituzioni. A fianco dei lavoratori si dovrebbe vedere anche qualche parlamentare, li attendiamo.
“Una vertenza complicata – spiega Stagni – in cui le istituzioni, Regione e governo, devono intervenire per il rilancio dell’azienda”. Occorre confrontarsi su di un nuovo piano industriale, affinché sia possibile l’estensione degli ammortizzatori, al momento sono 250 i lavoratori in c.i.s in scadenza il 14 gennaio 2013. “Fra i lavoratori – prosegue Stagni – tanta rabbia ma anche stanchezza, la frustrazione per una ristrutturazione che si protrae da cinque anni e somiglia ad un tunnel senza uscita”.