Castenaso: Stefano Sermenghi, il sindaco "eretico" del Pd tra il sostegno a Renzi e il no al Passante Nord

9 Ottobre 2012 /

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Stefano Sermenghidi Sandro Nanetti
Stefano Sermenghi è un avvocato di quarant’anni che fa il sindaco in un comune della provincia, Castenaso, 14 mila abitanti alle porte di Bologna. Citato da quotidiano La Repubblica e dal settimanale L’Espresso come l’unico dei sindaci della provincia di Bologna che si è schierato con Matteo Renzi, non ci mette molto a spiegarne le ragioni e a raccontare come ci si sente ad essere minoranza nel PD a Bologna.
«Matteo Renzi è l’unica possibilità di risollevare il paese perché vuole cambiare la classe dirigente e parla un italiano comprensibile. Ha un programma preciso in dodici punti che mette alla base il merito, la lotta contro le oligarchie ed è un programma di centrosinistra. Capisco la resistenza all’interno del PD che classifico come “spirito di sopravvivenza”. Chi si schiera contro Renzi sa che se dovesse cambiare l’Italia dovrebbe cercarsi un lavoro».
Sul cosiddetto “passantino”, il Passante Nord nella nuova versione proposta da Società Autostrade, hai assunto posizioni difformi da quelle di una parte del tuo partito. Nell’ultimo consiglio comunale tu hai votato a favore della mozione della opposizione consiliare che chiedeva alla tua amministrazione di contrastare fattivamente questa ipotesi. La maggioranza di centrosinistra che ti sostiene è apparsa in grande difficoltà e si è pronunciata sull’argomento in ordine sparso. Cosa puoi dirci in proposito?

«Il Passante Nord è opera strategica contenuta nei nostri piani territoriali. Inserita come opera di valenza internazionale. Serve se realizzato com’era stato previsto: con quel tracciato, le tre corsie, la banalizzazione dell’attuale A14. Solo se ci sono tutte e tre queste caratteristiche credo che se ne possa valutare la fattibilità. Venendone meno anche solo una credo che non valga la pena neppure di perdere tempo a parlarne. In ciò condivido la valutazione di Campos Venuti e Fallaci (n.d.r. : gli ideatori del progetto originario). Si tratterebbe della distruzione di campagna fertile e ricca per nulla. In Consiglio Comunale è accaduto che mentre la mia opinione è palese e da me ribadita in ogni altra occasione, forse, c’è qualcuno che mentre dice di essere d’accordo con me nasconde qualche retropensiero».
Castenaso non è Taranto e non c’è l’ILVA. Però il suo bravo problema ambientale ce l’ha. Il termovalorizzatore è in territorio di confine tra due comuni e, come si sente dire, sta nel Comune di Granarolo ma i fumi vanno a Castenaso. I tuoi concittadini possono stare tranquilli?
«I concittadini possono stare tranquilli. Il termovalorizzatore è supercontrollato. Comunque non si può dire che produca aria termale. Ho pubblicamente manifestato l’opinione che al termine del ciclo vitale del termovalorizzatore si debba pensare al suo trasferimento in zona meno densamente abitata».
Il manifesto: Da un po’ di tempo si assiste a Castenaso a una certa mobilità all’interno dei gruppi consigliari. Prima un consigliere del centrosinistra si è dimesso dal PD, poi un esponente della lista civica e di centrodestra di opposizione, ex DS, a sua volta lo ha raggiunto nel nuovo gruppo autonomo al quale ora si unirà un’altra consigliera, in quota “verdi”, fuoriuscita dalla tua maggioranza. Come spieghi questo fenomeno?
«Penso che ci siano state motivazioni individuali e diverse per ciascuno di loro. E’ comunque il sintomo della crisi della politica ovvero della crisi dei partiti che sono rimasti indietro. La coscienza collettiva è molto più avanti rispetto alle discussioni che ancora avvengono all’interno dei partiti. Questa diversa velocità tra il paese reale e quello “letto” dai partiti sta creando questa confusione. A livello locale e centrale. Può così accadere che un’amministrazione che intende comprendere e affrontare i problemi seriamente e in maniera oggettiva sia anche apertamente contrastata. Ma il cambiamento è partito e sarà inarrestabile.»
A Castenaso ha destato un certo scalpore la nascita di un circolo culturale denominato Eure -ca. Alcuni sostengono che sarà uno spazio di produzione di eventi socioculturali destinato a entrare in conflitto con la locale proloco; altri lo definiscono un comitato Renzi mascherato. Tu che ne pensi?
«Eure-ca è associazione neonanta di cittadini di Castenaso che, come recita il nome, vedono il loro paese proiettato in Europa. Ha l’unico scopo di superare steccati e barriere esistenti nell’associazionismo storico per consentire a tutti, al di là delle diverse opinioni politiche e superate le barriere ideologiche, di costruire qualcosa per il bene del loro paese. Tra le loro proposte c’è, tra l’altro, l’offerta del progetto per il nuovo polo scolastico di Castenaso che, condiviso con tutti quanti ne avranno voglia, verrà offerto gratuitamente al Comune di Castenaso. Non è in conflitto con la proloco. Prima di criticare certe iniziative di cittadini indipendenti, capaci e creativi bisognerebbe approfondirne la conoscenza. Nulla a che vedere con il Comitato Renzi che invece è un’organizzazione politica con persone differenti all’interno».
In base alle nostre informazioni la maggioranza che ti sostiene ha avviato una consultazione interna che corrisponde all’esame di oltre metà mandato per Sindaco e Giunta. Prevedi che sarete bocciati o promossi subito oppure che vi rimanderanno di qualche mese?
«Una verifica di metà mandato è sempre opportuna ed è un esempio di correttezza nei confronti delle forze della coalizione e degli elettori. Penso che il pragmatismo, la coerenza e l’equanimità di questa amministrazione siano molto più apprezzati da quella coscienza collettiva di cui prima parlavamo che da chi fa politica per mestiere».

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