Il futuro del Manifesto: il circolo di Padova, "Vostro dovere dire cosa farete del giornale"

4 Ottobre 2012 /

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Foto di HedrokAlla direttrice Norma Rangeri
Al vicedirettore Angelo Mastrandrea
Al Comitato di redazione
Al Collettivo del manifesto
Care compagne e cari compagni,
esprimiamo viva preoccupazione perché sulle pagine del giornale è sceso un silenzio incomprensibile in merito alle proposte dettagliate circa i nuovi possibili profili proprietari formulate da alcuni circoli e compagni per cercare di salvare la testata. Ci sconcerta inoltre l’assenza di commenti all’ultimo intervento di Rossana Rossanda in merito alla situazione e alle prospettive del giornale.
Da ultimo, l’uscita di Vauro ci fa propendere al pessimismo, giacché dalle brevi comunicazioni pubblicate non si spiegano le reali motivazioni di questo abbandono e ciò ci fa supporre che la situazione sia degenerata (come si intuisce dalla vostra risposta) anche sul piano delle relazioni personali.
Ci siamo ritrovati a Roma, a Bologna, a Pietrasanta con alcuni di voi. Abbiamo fatto critiche e proposte, abbiamo ascoltato e condiviso le vostre difficili condizioni di lavoro, ma siamo anche stati colpiti dalla reazione indispettita e arrogante di alcuni di voi che non aiuta certo il confronto politico. Ci siamo impegnati per individuare le strade per una uscita dalla situazione di grave crisi politica ed economica del giornale. Vi abbiamo proposto non uno ma due modelli di proprietà collettiva e vi sono stati inviati prima della vostra ultima assemblea per darvi modo di esaminarli. Non sappiamo se sono stati discussi, o neppure presi in considerazione.

Voi scrivete un giornale, questo è il vostro lavoro, ma avete una responsabilità che va al di là del compiere con diligenza i compiti che la vostra professione richiede. Voi fate parte di una impresa più grande in cui ci siamo tutti noi che in questi anni vi abbiamo sostenuto e che siamo stati sostenuti dalla presenza e dall’impegno di molti di voi. La forza del collettivo è tutta qui. Esiste ancora? E se invece è diventato qualcosa d’altro perché non se ne parla? Mettere le mani davanti agli occhi pensando che gli altri non ci vedano vale quando si è piccoli/e e né voi né noi lo siamo. Dobbiamo prendere atto di un “amor non corrisposto”?
Il 20 ottobre ci troveremo a Roma, prima di quella data crediamo abbiate il dovere politico di dirci cosa pensate di fare rispetto alle sorti del giornale:

  • quale progetto politico avete in mente, o se ci sono più ipotesi di esplicitarle
  • cosa ne pensate delle proposte di proprietà collettiva e dei modelli di nuova cooperativa
  • quali scelte di sostenibilità politica ed economica avete in mente

Abbiamo ben chiaro quanto ci sia indispensabile uno strumento come il manifesto, per questo continueremo a fare tutto quanto è in nostro potere per superare insieme questa fase tremenda, ma vi diciamo, con dolore e con fermezza, che non siamo più disponibili ad essere semplici fonti di finanziamento (molti/e di noi, oltretutto, non se lo possono più permettere).
Circolo del Manifesto di Padova, 2 ottobre 2012

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