di Sergio Caserta per il collettivo del manifesto in rete Bologna
Noi del manifesto in rete di Bologna non abbiamo conosciuto Benedetto approfonditamente, abbiamo letto molti suoi articoli puntuali sulle trasformazioni socio-economiche determinati dalla “civiltà del BIT” in cui era maestro. Le occasioni, poche, d’incontro hanno riguardato soprattutto la vicenda della crisi del giornale, per le quali la rete dei circoli del manifesto ha prodotto tra il 2011 e il 2012 un ultimo grande sforzo di sostegno di ricerca di finanziamenti, di discussioni, assemblee, volantinaggi, eccetera.
In quelle occasioni misurammo anche le differenze non irrilevanti di vedute su come il giornale potesse essere salvato e rilanciato. Benedetto era fermamente convinto della assoluta necessità di un cambio netto, tant’è che una volta usai il termine forte di “cesura” con l’identità del giornale e lui s’arrabbiò perché questo lo negava.
Le nostre strade si separarono, ma abbiamo continuato a combattere dalla stessa parte della barricata, quella che non si rassegna alla fine della sinistra anche dopo ripetute sconfitte, alle delusioni e soprattutto alle nostre eterne imperterrite divisioni.
Ora che se n’è andato in punta di piedi, posso dire che, sfogliando il giornale, quei suoi articoli slanciati sul futuro ci mancheranno molto.