VIDEO. Tentato sgombero a Bartleby nella notte

1 Giugno 2012 /

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Tentativo di sgombero a Bartleby, nella notte. Situazione tesa con l’Ateneo, che avrebbe minacciato gli attivisti dell’atelier occupato, di ricorrere a “manganelli e teste rotte”. Previsto per oggi presidio in Rettorato. Il video dei momenti di tensione di Giovanni Stinco.

Bartleby era stato avvertito. Fine dei giochi, bisogna levare le tende per consentire l’ennesima ristrutturazione assolutamente non prorogabile. Nonostante il terremoto, nonostante il fitto appuntamento di eventi previsti per il mese di Giugno e la richiesta dei ragazzi dell’atelier occupato di contrattare una data che gli consentisse quantomeno di organizzare un trasloco ordinato.
Ieri sera, dopo un passaparola su Facebook, numerose persone si sono radunate per una Notte bianca in difesa di Bartleby e del probabile sgombero. Verso le due del mattino è arrivata prima una pattuglia dei carabinieri, poi altre tre. «Siamo qui per la musica» avrebbero detto, tentando di entrare.
A quel punto un nutrito gruppo di persone è uscito in strada per fronteggiare e forze dell’ordine. Dopo alcuni momenti di tensione, documentati nel video che mostriamo, girato dal collega Giovanni Stinco, i carabinieri sono andati via. Non prima di aver preso i riferimenti di tutti i “tele-cine-operatori” presenti.
Il tentato sgombero è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di intimidazioni e incomprensioni da parte dell’Ateneo, che si ostina a non voler riconoscere l’indiscusso valore culturale dell’esperienza di Bartleby. «Da oltre un anno l’Università di Bologna nei confronti del progetto Bartleby ha mostrato solo il suo volto minaccioso, -scrivono i ragazzi di Bartleby in un comunicato diffuso ieri- ha chiuso porte a ogni possibile dialogo, anche quando una città intera fatta di artisti, studenti, cittadini, e pezzi di istituzione ha riconosciuto il valore politico e culturale di un’esperienza come la nostra».
Da Bartleby denunciano di aver ricevuto minacce  «di ricorrere ai manganelli e alle teste rotte» da parte dell’Ateneo. Dev’essere un nuovo modo per stimolare la cultura, in tempi di crisi.

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