Le dichiarazioni di sostegno di politici, sindacalisti, intellettuali, esponenti dei movimenti e della società civile. Tutti uniti nell’affermare che il Manifesto non può chiudere.
Vasco Errani – presidente della Regione Emilia-Romagna
“L’informazione libera e di qualità in Italia non è un lusso, è una necessità: non possiamo permetterci di perdere la voce de il manifesto”
Alessandro Bergonzoni – scrittore, autore-attore teatrale, artista
“Mi permetto di dire: quando chiudi il giornale, pensa sempre che solo tu hai smesso di leggerlo. Ma quando un giornale chiude è diverso: niente può più essere letto, da nessuno. Non permettiamolo”.
Virginio Merola, sindaco di Bologna
“La chiusura del Manifesto sarebbe una perdita molto grave, una ferita per l’informazione e la libertà di stampa”
Danilo Gruppi – segretario generale Cgil Bologna
“Bisogna far qualcosa per evitare che il Manifesto chiuda.
Dico di più. Qualsiasi cosa pur di non dare soddisfazione a chi in questi quarant’anni non è mai stato “dalla parte del torto”. Il manifesto con il suo ostinato controcanto non solo fa parte della nostra storia, sociale, sindacale, politica. Ma a questa nostra storia ha dato un segno, un’indicazione di percorso e di orizzonte. Non può finire così”.
Cècile Kyenge – responsabile nazionale Primo marzo
“Libertà di opinione ed espressione. Libertà di informare ed essere informata. Libertà di scegliere, di comunicare, di circolare… fanno di un paese uno stato democratico”.
Bruno Papignani – segretario generale Fiom Emilia-Romagna
“Per avere coscienza di cambiare le cose sbagliate, bisogna avere la giusta conoscenza, il manifesto è uno strumento straordinario per combattere le ingiustizie di questa società e per difendere la democrazia, per questo va sostenuto”.
Stefano Bonaga – filosofo
“Il manifesto non deve chiudere perché è una testimonianza storica della cultura di sinistra del nostro paese. Un giornale disinteressato, una voce che non risponde a nessuna lobby. Un piccolo dono che abbiamo ricevuto e a cui bisognerebbe sì guardare in bocca perchè la qualità va difesa”.
Beatrice Draghetti – presidente Provincia di Bologna
“Solidarietà a il manifesto e ai suoi lavoratori: perchè la pluralità delle voci è importante, perchè avere una voce in meno significherebbe essere tutti più poveri”.
Roberto Morgantini – Piazza Grande
“”Perdere” il manifesto, vorrebbe dire perdere una storia.”Perdere” il manifesto è “perdere”un patrimonio di idee, un’esperienza straordinaria. Il manifesto deve vivere!”
Serena Bersani – presidente Aser (associazione stampa Emilia-Romagna)
“Una voce libera, senza pregiudizi, eccentrica e fuori dal coro, sempre
puntuale e onesta: di questo abbiamo bisogno, questo è il manifesto”.
Gian Guido Naldi – consigliere regionale
“Quando è uscito il Manifesto ne diffondevo in azienda 20 copie al giorno. Il mio primo voto è stato per il manifesto. Mi ha insegnato che avevamo ragione su tutto, ma aver ragione su tutto non basta”.
Giordano Fiorani – segretario generale Fiom Bologna
“Il pluralismo nell’informazione ha un valore irrinunciabile per la democrazia e per la salvaguardia dei diritti e delle tutele dei più deboli e fra questi il lavoro dipendente. Per questo il manifesto va aiutato”.
Cathy La Torre, Mirco Pieralisi, Lorenzo Cipriani, Lorenzo Sazzini – consiglieri comunali di Bologna
“Le crisi innescano riflessioni e processi. Da Bologna, oggi: siamo con Il manifesto. A Bologna, domenica 20: siamo il manifesto. No alla chiusura”.
Maurizio Fabbri – segretario generale Spi-Cgil Emilia-Romagna
“L’informazione è un valore. Tutte le volte che chiude una testata si toglie un pezzo di libertà e si riduce lo spazio di democrazia”
Donato Pivanti segretario generale Cgil Modena
“La libertà si afferma attraverso la garanzia delle voci scomode. La normalizzazione è inaccettabile. Il manifesto deve vivere!”
Valentino Minarelli – segretario generale Spi-Cgil Bologna
“Il manifesto è una voce libera e democratica, non deve chiudere perché è uno dei pochi quotidiani a fare approfondimento e inchiesta”.
Roberto Sconciaforni – capogruppo FdS Regione Emilia-Romagna
“Il manifesto è necessario perché oggi più che mai serve una analisi e una lettura critica di questa società”
Giuseppe Morrone – Coordinatore Sel Modena
“[…]Occorre evitare la chiusura di una voce storica, critica e preziosa per la sinistra italiana. A tal fine, ogni iniziativa che si riesce a mettere in campo, come quella dell’apertura dei siti redazionali locali gestiti dai Circoli de il Manifesto, Bologna compresa, deve essere supportata dal nostro impegno. […]”.
Luca Basile – Coordinatore Sel Bologna
“Il manifesto apre la mente già dal titolo, apre spazi di riflessione a sinistra, Il manifesto non può chiudere, deve continuare ad aprire”.
Agostino Giordano – Comitato politico provinciale Rifondazione Comunista Bologna
“La storia de il manifesto è storia di libertà, diritti, conflitti, lotte, conquiste e democrazia… difenderla e fare in modo che si possa continuare a scrivere è una questione di civiltà”.
Massimo Mezzetti – assessore alla cultura Regione Emilia-Romagna
“L’annuncio, da parte dei liquidatori, di voler chiudere il manifesto è l’ennesimo colpo che si infligge alla nostra precaria democrazia. Spesso sono stato in disaccordo con la linea del giornale ma nessuno può negare che esso sia una delle rare voci la cui unica dipendenza è quella ai suoi ideali e ai suoi lettori-sostenitori. Una virtù rivoluzionaria, un fuorilegge del tempo. Il manifesto deve vivere!”
Paola Manzini- coordinamento SEL Modena
“Aderisco con convinzione alla campagna contro la chiusura del manifesto. Per una stampa libera, resistente, creativa e capace di informare, “nutrire”, emozionare”.
Maurizio Matteuzzi – professore universitario
“È triste che una delle rare voci libere dell’editoria sia costretta a tacere, a differenza di giornali inesistenti finanziati dallo Stato”.
Giorgio Tassinari – professore universitario
“Se il manifesto chiudesse, scomparirebbe l’unico quotidiano che dà voce al pensiero critico, sia in economia che nelle arti”.
Fra Benito Fusco – frate
“Il manifesto mi ha preso per mano fin dall’inizio, costringendomi ad essere sempre libero. E poi, senza indugi, e a suo modo, mi ha fatto capire che la realtà non resiste al sogno e che il sogno non sa attendere i tempi della realtà. Anche per questo ‘il Maifesto’ con la sua voce e le sue parole ha messo al sicuro i miei sogni, e li ha coltivati offrendo nuove primavere ai miei freddi inverni. Ora che i miei sogni sembrano impauriti e che i miei pugni alzati sono sempre più minacciati, la sua voce, che ha fatto alzare la testa ai poveri e ha abbassato i cortigiani del potere, sento che mi è necessaria più che mai, soprattutto per fare e dire cose che meritano di non morire e di essere lanciate in faccia al mondo come un pugno di luce, come pugni di lotta e di libertà, comunisti appunto. Se il manifesto vive, vivono i sogni, quei sogni che non temono nè la realtà, nè la verità”.
Mario Bovina
Manifesto è un verbo che significa “esprimo”.
Manifesto è un aggettivo che vuol dire “chiaro”.
Manifesto è un sostantivo che sta per “programma”.
Esprimo un chiaro programma: “il Manifesto non deve chiudere”.
Raymon Dassi – Assessore alla qualità dell’integrazione del Comune di San Lazzaro
“En Afrique, un vieillard qui meurt, c’est une bibliothèque qui brûle. In Africa, un vecchio che muore, è una biblioteca che brucia. Parafrasando la bella frase di Amadou Hampatè Bà, dirò che, in Europa, un giornale che cessa la pubblicazione è una voce democratica che si spegne, una speranza che si vanifica. Purtroppo il Manifesto che si spegne porta con sé queste conseguenze. Chi può deve far qualcosa, affinché non si spenga!”