“Ogni iniziativa e decisione relativa alle sorti del giornale dovrà coinvolgere la rete più vasta che fa riferimento all’esperienza de ‘il manifesto’, cioè lettori, sostenitori, fondatori del manifesto, oltre naturalmente la redazione”.
Il contributo dei compagni del Manifesto sardo alla discussione sul futuro del giornale.
Care compagne e compagni riuniti a Bologna,
Non potendo essere presenti alla riunione vi inviamo queste brevi note.
Noi (manifesto sardo e compagni sostenitori del manifesto) riteniamo opportuno sottolineare preliminarmente che ogni iniziativa e decisione relativa alle sorti del giornale dovrà coinvolgere la rete più vasta che fa riferimento all’esperienza de ‘il manifesto’, cioè lettori, sostenitori, fondatori del manifesto, oltre naturalmente la redazione.
Ricordiamo che questa esperienza, pure se va in crisi per problemi di mercato e politici, oltreché per errori anche nostri, configura comunque un’appartenenza ben più complessa, che non è ‘oggetto di mercato’.
Oggi comunque dobbiamo acquistare la testata; è valutata poco (pare tre milioni di euro), bene impegniamoci a comprarla anche se per noi si tratta di una cifra enorme. Mettiamo in pratica la stessa disponibilità che abbiamo avuto nel 1970 quando Pintor ci propose di raccogliere 50 milioni per far nascere il quotidiano: ma a tale disponibilità sarebbe bene corrispondesse una partecipazione attiva, non una sottoscrizione passiva, su un piano condiviso. E ricordiamoci che non dobbiamo limitarci a comunicare ciò che fanno gli altri ma dobbiamo noi stessi impegnarci ad avanzare proposte, insomma ad essere un punto di riferimento.
Ci rendiamo conto che esprimere in poche righe proposte e considerazioni non è facile; vorremmo però che qualsiasi scelta e iniziativa rispetti i seguenti punti:
- l’esperienza de ‘il manifesto’ deve andare avanti rispettandone la storia
- la considerazione che la voce dei lavoratori dipendenti de ‘il manifesto’ è di grande importanza;
- alla precedente collegata: il manifesto non è solo una situazione lavorativa, ma un ‘prodotto’ con certe caratteristiche
- La riflessione che ‘il manifesto’ non appartiene solo alla sua redazione e che i proprietari sono – e noi ci auguriamo che possano essere – una platea ben più vasta
- i circoli del manifesto sono una delle componenti centrali di questa platea
Ci sono naturalmente tante altre cose da dire e approfondire. Non sarà possibile farlo oggi ma programmiamo il tutto per il futuro:
- il ruolo del quotidiano entro il dibattito della sinistra,
- i temi da privilegiare,
- il mantenimento della tradizionale caratterizzazione comunista nel suo riferimento storico, che in Italia, pur nella crisi profonda che conosciamo, ha straordinari caratteri di originalità, e vedere la sua relazione con i temi attuali del lavoro, dell’ambiente, della democrazia
- il costituirsi di una proprietà non staccata dalla sua rete,
- il rifiuto di qualsiasi linea proprietaria separata da essa,
- il costruire una rete giornalistica ‘rossa ed esperta’ basata sulla relazione reale fra giornalisti della redazione e i lettori tramite la forma reticolare dei circoli.
Vi/ci auguriamo una buona riunione e a rivederci presto
Per il manifesto sardo
Marco Ligas e Marcello Madau